meghan markle principe harry spotify

“HARRY E MEGHAN SONO DEI TRUFFATORI DEL CAZZO” – UN DIRIGENTE DI “SPOTIFY” VA GIÙ PESANTE CONTRO LA COPPIA. LA COMPAGNIA DI STREAMING HA STRAPPATO IL LORO CONTRATTO MULTIMILIONARIO PERCHÈ NON HANNO "RAGGIUNTO L'OBIETTIVO DI PRODUTTIVITÀ" (CIOÈ NON SE LI FILAVA PIÙ NESSUNO) - IL PROBLEMA DI MEGHAN È CHE MANCA DI AUTENTICITÀ, NESSUNO LE CREDE. SEMBRA CHE IL PRINCIPE HARRY SI SIA ROTTO GLI ZEBEDEI DELLA CONSORTE E VOGLIA TORNARE TRA LE BRACCIA DI RE CARLO...

Estratto dell’articolo di Marilisa Palumbo per “Sette – Corriere della Sera”

 

meghan markle

All’ingresso della cappella di St George, dentro il castello di Windsor, Carlo, che tiene Meghan sottobraccio, si gira verso di lei sorridente, lo sguardo tenero di un padre, anche se «in prestito». Lo scatto immortala dietro di loro i sontuosi addobbi floreali e i violini che accompagneranno la presto duchessa verso l’altare, dove l’attende Harry, un po’ impacciato e molto innamorato.

 

La favola che va in onda in mondovisione quel 19 maggio 2018 è senza tempo ma anche modernissima: nella famiglia reale britannica sta entrando con tutti gli onori un’altra americana, oltre ottant’anni dopo che l’amore per la divorziata Wallis Simpson portò Edoardo VIII a rinunciare alla corona.

 

Una attrice, una milionaria self made, una donna femminista e biracial, di padre bianco e mamma afroamericana. Alle canzoni tradizionali tra le navate di St George si mischiano le note di meravigliosi canti gospel. Il mondo è cambiato, cosa può andare storto?

 

principe harry in africa

Flash forward: 6 maggio 2023, esattamente cinque anni dopo, un’altra cerimonia in diretta planetaria. Elisabetta, la regina che pareva immortale, è mancata a settembre, Carlo, il principe che pareva destinato a non essere mai re, viene incoronato con l’amata Camilla nella abbazia di Westminster. Meghan Markle non c’è. Harry sì, ma in disparte, e resterà a Londra meno di 24 ore.

 

In California lo aspettano la moglie, il figlioletto Archie e la piccola Lilibet Diana. L’«esilio» americano, la «Megxit», comincia l’8 gennaio 2020, quando, su Instagram - e dove se no? - i duchi di Sussex annunciano la loro decisione di «fare un passo indietro da membri senior della famiglia reale britannica, dividere il proprio tempo tra Regno Unito e Nord America, e diventare finanziariamente indipendenti».

 

meghan markel principe harry a cape town

In mezzo è successo di tutto. Le accuse di razzismo alla famiglia reale in una intervista esplosiva a Oprah Winfrey; una serie Netflix che è una sequela di lagnanze verso i Windsor, una autobiografia, Spare, scritta da Harry con il mago delle autobiografie (lo stesso di Open di Agassi, per intenderci) in cui si raccontano alterchi tra fratelli che sfociano in scontri fisici. […]

 

E gli americani idolatravano la mamma di Harry, Lady Diana. La famosa scrittrice femminista Camille Paglia, in un saggio del’92 che fece storia, Diana la cacciatrice , spiegava il culto della principessa come un richiamo a una serie di archetipi nella coscienza collettiva, da quello di cenerentola alla mater dolorosa […]

 

Meghan però non è riuscita a smuovere niente di simile. I suoi critici dicono che manca di autenticità: authenticity, la parola magica, il Sacro Graal di ogni politico americano (chiedete a Hillary Clinton). La femminista australiana Germaine Greer, nota per L’eunuco femmina, si è chiesta pubblicamente se l’attrice «finga il suo amore per Harry». […]

 

meghan markle principe harry

Ma anche commentatori black come Alicia Montgomery su Slate definiscono «preoccupante» e «irritante» la sorpresa della duchessa davanti alla scoperta che vi sia del razzismo istituzionale nella Casa reale britannica (della serie: dov’è la notizia?). Un po’ come quando l’attrice di Suits, donna adulta che vive nel mondo contemporaneo, ha sostenuto di non sapere bene chi fosse Harry quando l’ha conosciuto per la prima volta. È vero che le favole prevedono la sospensione dell’incredulità, ma insomma.

 

«Da qualche parte tra la quinta e la sesta ora della serie Harry e Meghan, che suggerisce che non c’è nessuno di più innamorato, di più attento alle questioni sociali, di più addolorato, la mia naturale simpatia per la coppia» ha scritto Joanna Weiss in un discusso articolo su Politico «ha iniziato a trasformarsi in irritazione, e mi sono resa conto che l’ego ha i suoi limiti». […]

 

meghan markle principe harry

Diana usò i media, che furono suoi alleati finché non la divorarono, la stampa sembra averne abbastanza di Meghan anche nella sua America. I sondaggi danno la popolarità dei duchi in caduta libera: cosa faranno i Sussex ora che Spotify ha cancellato il loro contratto multimilionario perché i reali non hanno «raggiunto il benchmark di produttività» e che un dirigente della compagnia di streaming li ha definiti «truffatori del cazzo»?

 

Ora che non si ha idea di come onoreranno il contratto da cento milioni con Netflix e che molti marchi non vogliono essere associati a loro? Cosa faranno, ma soprattutto: a chi daranno la colpa? Prima potevano puntare il dito contro i cattivi della famiglia reale, ma adesso?

 

Adesso, secondo i detrattori, sono nudi davanti alla mancanza di un reale talento. «L’empatia per Markle, intrappolata in una gabbia di design, arriva solo fino a un certo punto», ha scritto Maureen Dowd sul New York Times. Notando come i duchi al momento della “separazione” da Londra avessero richiesto il trademark per centinaia di articoli, dai calzini alle felpe con cappuccio, con il logo Sussex Royal, la magnifica penna di Dowd affondava il colpo: «(tutto questo) fa sembrare l’esilio di Wallis Simpson alle Bahamas, trascorso ad abbinare il colore dei muri alla sua cipria, un’esperienza monastica». […]

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