DAGOREPORT - TONY EFFE VIA DAL CONCERTO DI CAPODANNO A ROMA PER I TESTI “VIOLENTI E MISOGINI”? MA…
Estratto dell’articolo di Giordano Stabile per “La Stampa”
BOMBARDAMENTI ISRAELIANI IN LIBANO
[…] La tregua fra Israele e Libano lascia macerie, vincitori e perdenti. Vince la linea Donald Trump, che aveva chiesto a Benjamin Netanyahu di «finire la guerra» prima del 20 gennaio. “King Bibi” avrà la sua ricompensa, importante, un via libera a nuove annessioni in Cisgiordania, quanto ampie dipenderà dalla sua capacità di negoziatore e manipolatore.
Hezbollah, decapitato, dissanguato, potrà rivendicare di aver ripetuto l’impresa del 2006, seppure a un prezzo molto più alto. Aver impedito l’invasione del Libano, fermato a pochi chilometri dalla Linea Blu uno degli eserciti più potenti del Medio Oriente.
Dovrà ritirarsi a Nord, oltre il fiume Litani. Ma mantiene un residuo arsenale missilistico, conserva il suo prestigio all’interno degli equilibri politici libanesi. Il Libano ne esce devastato ma è anche un Paese diverso, più unito, più orgoglioso del suo esercito, pur privo di mezzi, scalcinato, ma che è rimasto sulle sue posizioni al Sud e adesso dovrà sostituire i miliziani sciiti lungo la linea di tregua.
[…] […] L’Iran. E qui la lettura è più difficile. Teheran, spiazzata dal 7 ottobre, ha deciso di entrare nella guerra al fianco di Hamas. Ha cercato però di non pagare un prezzo troppo alto per questa scelta ed è riuscita per quasi un anno a preservare le sue milizie, in primis Hezbollah.
Ma il micidiale blitz israeliano di settembre, i cercapersone esplosivi che hanno mutilato i ranghi del Partito di Dio, poi la decapitazione dei vertici politici, a cominciare dal carismatico Hassan Nasrallah, hanno rovesciato il tavolo da gioco della “deterrenza”.Il prezzo è diventato esorbitante.
La guida suprema Ali Khamenei era davanti a una scelta difficile. Salvare quel che restava di Hezbollah o rimanere ancorato al ruolo di difensore in ultima istanza della causa palestinese.
Un episodio getta luce sulle sue priorità. L’ex ministro della Cultura libanese Tarik Mitri, cristiano ortodosso, ricorda un incontro, nel marzo del 2010. Khamenei lo riceve e gli chiede: «Hai letto Il gobbo di Notre Dame?». E poi continua: «Esmeralda è una bellissima ragazza che tutti vogliono. Ecco, il Libano è l’Esmeralda del Medio Oriente. È indifesa, è la preda più ambita, ma ha un segreto, la sua spada magica. Ecco, la spada del Libano, è Hezbollah». Per l’Iran il Libano va oltre i miliziani a sua disposizione. È la porta sul Mediterraneo che giustifica le sue ambizioni di potenza regionale. L’accordo conferma che agli occhi degli ayatollah vale ben più della Palestina.
IL PRESUNTO CADAVERE DI YAYA SINWAR
Israele, infine. Ottiene la messa in sicurezza del Nord, la Galilea, e aspetta Trump. Ma non raggiunge i suoi obiettivi strategici: la distruzione di Hezbollah e l’archiviazione nei libri di storia della causa palestinese. In Libano hanno combattuto per 55 giorni 80 mila uomini, cinque divisioni, e hanno raggiunto il Litani solo nel punto più vicino al confine, di fronte alla città israeliana di Metulla. La limitata penetrazione, a ridosso della linea delle basi avanzate dell’Unifil, circoscrive l’indebolimento di Hezbollah all’efficacia dei raid aerei. Manca la verifica diretta, sul territorio.
bombardamenti israeliani a beirut 2 foto lapresse
Il gigantesco apparato di tunnel, bunker, depositi sotterranei è stato eroso ai margini. Le forze israeliane hanno affrontato le prime linee di Hezbollah. Le perdite fra i miliziani sono stimate dai mille ai duemila uomini, su una forza complessiva di almeno 60 mila. Non ci sono ancora cifre definitive sui caduti israeliani, da cinquanta a cento, né sul numero dei carri Merkava distrutti o danneggiati, una quarantina.
[…] Israele ritirerà le sue truppe dal Libano, ma non da Gaza. Hamas perde un secondo fronte di alleggerimento e si avvia al suo destino di distruzione. La Striscia è ridotta a una serie di isole urbane rase al suolo, assediate dall’esercito, conquistate pezzo a pezzo dalla debordante potenza di fuoco israeliana, con la popolazione stremata dalla fame e dalla mancanza di medicine e acqua potabile.
baci e abbracci tra ismail haniyeh e yahya sinwar 3
La punizione per il 7 ottobre proseguirà implacabile fino al suo epilogo. I fratelli Sinwar hanno portato Gaza nell’abisso. […] Con l’orrore del 7 ottobre i Sinwar hanno però riportato la questione palestinese al centro del dibattito mondiale. I mandati di arresto della Corte dell’Aja lo dimostrano.
Yahya Sinwar khamenei, pezeshkian e i vertici dell iran pregano per nasrallah foto di yahya sinwar durante la manifestazione pro palestina a milanoYahya Sinwar BOMBARDAMENTI ISRAELIANI A BEIRUT - 5- FOTO LAPRESSE - attacco dell esercito israeliano al quartier generale unifil 4
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