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"HO PAURA DI ESSERE SPARATO" - I MESSAGGI ANONIMI DEGLI STUDENTI DELL’ISTITUTO "SERRA" DI NAPOLI, CHE SI TROVA TRA I QUARTIERI SPAGNOLI E CORSO VITTORIO EMANUELE - DURANTE L'INCONTRO CON IL PREFETTO, MICHELE DI BARI, SONO STATI LETTI I BIGLIETTI SU CUI GLI ALUNNI AVEVANO SCRITTO I LORO TIMORI: "HO AMICI CHE ESCONO CON I COLTELLI PER PROTEZIONE"; "NEL MIO QUARTIERE SI SPARA TROPPO. HO PAURA DI ESSERE COINVOLTO" - IL TERRORE DEGLI ADOLESCENTI DI FARE LA STESSA FINE DI FRANCESCO PIO MAIMONE, UCCISO A MERGELLINA...

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Estratto dell'articolo di Bianca De Fazio per "La Repubblica"

https://napoli.repubblica.it/cronaca/2025/02/14/news/napoli_violenza_quartieri_spagnoli_studenti_prefetto-424002126/#:~:text=Napoli%20%E2%80%94%20%C2%ABConto%20le%20dita%20delle,E%20mi%20passa%20la%20paura%C2%BB.

 

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«Conto le dita delle mie mani per non guardare in alto. Abbasso gli occhi per evitare di incrociare sguardi cattivi e mi catapulto giù per i Quartieri, fino a via Toledo, dove so che incontrerò i miei amici. Solo allora mi sento più serena. E mi passa la paura». Tutta la bellezza dei suoi esuberanti 15 anni Margherita la vive come un pericolo.

 

E la racconta solo dietro la promessa di usare un nome falso dopo aver parlato del suo disagio con il prefetto di Napoli Michele Di Bari, che ieri mattina, nell’Istituto superiore Serra — a cavallo tra i Quartieri Spagnoli e corso Vittorio Emanuele — ha incontrato gli studenti che gli hanno confidato le loro paure per i crescenti episodi di violenza giovanile, messe nero su bianco su 40 fogli scritti a mano.

 

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Margherita è in numerosa compagnia. Una recente indagine racconta che il 40 per cento degli adolescenti tra i 14 ed i 16 anni ha paura di uscire. È Napoli. Dove si può finire uccisi da un coetaneo per un nonnulla. Dove il diciottenne Francesco Pio, per esempio, diventa l’ignaro bersaglio di un altro Francesco Pio che si vendica per un pestone che ha sporcato la sua scarpa bianca. Una vicenda, non l’ultima, che ha segnato la psicologia di tanti ragazzi. «Io ho timore di essere accoltellato o sparato, che al giorno d’oggi se calpesti la scarpa a qualcuno non sai se domani ci sei» confida uno studente. «Ho paura di scendere la sera», scrive a caratteri grandi su un intero foglio un altro ragazzo.

 

Francesco Pio Maimone Francesco Pio Valda

La recrudescenza criminale che ha per protagonisti i giovanissimi ha mobilitato le scuole. Come il Serra, istituto di 650 studenti che offre dal liceo scientifico al tecnico al professionale. L’iniziativa del preside Giovanni Del Prete e della professoressa Susanna Califano è dentro un percorso per la legalità [...]

 

E allora ecco il prefetto. Preceduto, nei giorni scorsi, dalla decisione della docente di Diritto Maria Pullano, che ha chiesto ai ragazzi di esprimere, seppur in forma anonima, le loro paure al cospetto della crescente ondata di violenza giovanile. Le paure non sono facili da raccontare, infrangono la maschera di spavalderia e sicurezza di tanti adolescenti.

 

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Così l’anonimato li fa sentire garantiti e trasforma quelle decine di (fino a ieri) inconfessabili paure in Sos diritti al cuore delle istituzioni. E se il prefetto racconta loro l’impegno con cui, tra l’altro, si presidiano le piazze che erano diventate rodei, gli studenti, per quanto intimiditi, sostengono «non vediamo cambiamenti » o chiedono «dove sono le forze dell’ordine?», testimoniando in prima persona che ormai i coltelli li portano anche i ragazzini di 11 anni.

 

«Ho amici che escono con i coltelli per protezione» scrive un alunno. «Ho paura del mio compagno di squadra perché ha il coltellino nella tasca» è la frase di un altro. Non temono solo le lame: «Nel mio quartiere si spara troppo, ho paura di essere coinvolto». Il quartiere è quello su cui insiste la scuola, quello che il turismo è solo in alcunestrade trasformato in tourbillon di luci, drink e pizzette: i Quartieri Spagnoli.

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«Ho paura della gente bruta (una sola “t” non per errore) del mio quartiere, che non ha mai sviluppato empatia verso altre persone, ed è per questo che la mia più grande paura è che succeda qualcosa alla mia famiglia e alle persone a cui voglio bene».

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