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"HO PORTATO LA COLAZIONE IN CAMERA A ILARIA SULA, POI HO VISTO IL SUO TELEFONO E I MESSAGGI DI UN ALTRO RAGAZZO. VOLEVA LASCIARMI, L’HO UCCISA" - LE PAROLE DEL 23ENNE FILIPPINO MARK SAMSON DAVANTI AL GIP. IL RAGAZZO HA RIVELATO DI AVER AMMAZZATO CON 3 COLTELLATE AL COLLO ILARIA LA MATTINA DEL 26 MARZO NELLA CASA DI ROMA, DOVE VIVE CON I GENITORI - LA GIOVANE ERA ANDATA DA LUI LA SERA PRIMA PER CHIUDERE LA LORO RELAZIONE - IL RAGAZZO SOSTIENE CHE I GENITORI NON L'ABBIANO AIUTATO A COMMETTERE L'OMICIDIO E A NASCONDERE IL CADAVERE DELLA GIOVANE DENTRO UNA VALIGIA GETTATA IN UN DIRUPO ALLE PORTE DI ROMA ("HO PULITO TUTTO IO"). COM'E' POSSIBILE CHE NON SI SIANO ACCORTI DI NULLA?
Estratto dell'articolo di Andrea Ossino, Luca Monaco per "La Repubblica"
"Le ho portato la colazione in camera, poi ho visto il suo telefono e i messaggi di un altro ragazzo. Voleva lasciarmi, l’ho uccisa". Tre coltellate letali alla gola. Sferrate la mattina del 26 marzo scorso. Così è morta Ilaria Sula. O almeno questo racconta il ragazzo che l’ha uccisa e ha gettato il suo corpo in un dirupo alle porte di Roma: Mark Samson. Ha confessato, l’arresto è stato convalidato.
Il 23enne, ieri, ha risposto per cinque ore alle domande del gip. Non a quelle sul ruolo dei suoi genitori, che rischiano di essere indagati nonostante il tentativo del figlio di proteggerli: «Ho fatto tutto da solo», dice nel carcere di Regina Coeli. Le sue parole non convincono gli investigatori coordinati dal procuratore aggiunto Giuseppe Cascini.
Ma è dalla versione di Mark Samson che si deve partire per cercare di capire i contorni di questa storia: inizia quando la studentessa in Statistica esce di casa senza salutare le coinquiline. Sono le 21.30 del 25 marzo. Qualche ora dopo, la 22enne arriva ai piedi della palazzina rosa in via Homs, in una zona residenziale di Roma, il Quartiere Africano.
«Era venuta per restituirmi i vestiti », sostiene l’indagato.
La loro relazione era agli sgoccioli. Mark Samson racconta che quella sera la discussione è andata avanti per ore. Lei voleva chiudere, lui no. Il tempo passava, i mezzi pubblici avevano già interrotto il servizio: «Per questo ha dormito da me». Il giorno dopo «le ho portato la colazione a letto, su un vassoio», dice. Il ragazzo piange, è scosso.
Gli viene concessa una pausa, beve. Si riparte, altre ore di domande. «Quando sono tornato ho guardato il suo cellulare: si vedeva con un altro», è il senso delle sue ammissioni. Poi le ferite, inflitte con il coltello che aveva portato in camera per la colazione. Tre alla gola, letali. Ilaria ha tentato di difendersi. Non ci è riuscita.
«Il tappeto era sporco», prosegue. Racconta di essere uscito a comprare degli stracci, di aver nascosto il corpo in un trolley, avvolto in due sacchi neri. «Ho pulito tutto io», assicura spiegando di aver gettato l’arma, il tappeto e gli stracci in un cassonetto. Poi, in pieno giorno, avrebbe caricato il corpo in auto, portandolo nella boscaglia di Capranica Prenestina, un luogo che conosceva [...]
Tre telecamere riprendono il percorso: andata su via Prenestina, ritorno seguendo la strada provinciale fino all’autostrada che riporta a Roma. Quindi i depistaggi: i messaggi inviati alle amiche con il cellulare della vittima, la messinscena davanti al padre di Ilaria e alle sue amiche, fingendo preoccupazione. Tutto falso.
dove e stato ritrovato il corpo di ilaria sula
Ulteriori elementi che, secondo i pm, rivelano la lucidità dell’indagato. Qualcosa non torna, a cominciare dall’orario della morte. L’auto di Mark Samson non era sporca di sangue, né lo erano il trolley o i sacchi neri. Difficile credere che un omicidio così recente non abbia lasciato tracce. Allora perché mentire? Forse, se così è stato, per proteggere i genitori: «Ero da solo in casa», ripete. Ma non convince.
Quindi è necessario verificare se davvero la madre fosse al lavoro. Se qualcuno lo abbia aiutato a nascondere il cadavere, o se i Samson avrebbero potuto salvare Ilaria. Mark tace. Non risponde alle domande che riguardano i genitori. Dunque occorre incrociare i tabulati telefonici per ricostruire le posizioni dei presenti, analizzare i messaggi per capire se l’omicidio fosse premeditato. E soprattutto, stabilire se Ilaria sia morta subito. Quelle ferite potrebbero averla uccisa all’istante, ma con un’arma così piccola non è detto.
Anche i genitori del ragazzo sono stati ascoltati dalla squadra mobile. «Era da tempo che non vedevamo quella ragazza. Non ci siamo accorti di nulla», assicura la madre, che si era detta contraria alla relazione: «Mio figlio doveva studiare, non volevo che perdesse tempo con lei». [...]
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