DOMANDE SPARSE SUL CASO ALMASRI – CON QUALE AUTORIZZAZIONE IL TORTURATORE LIBICO VIAGGIAVA…
Sara D'Ascenzo per "www.corriere.it"
«In questi mesi ho pensato tanto a Enzo Ferrari, a cui ho dedicato il mio libro “La cena degli dei”. Lui diceva che a 70 anni pensava al futuro. Ecco, mi sono appropriato di questa sua frase, perché anche io, a 70 anni suonati, voglio pensare al futuro». Marino Bartoletti è uno di quei volti amati che hanno fatto la storia della televisione e del giornalismo. Suo il baffo placido inquadrato nella mitica prima stagione di «Quelli che il calcio» fino al 2001 come sparring partner di Fabio Fazio. Sua la conoscenza enciclopedica da vero appassionato di Sanremo cui periodicamente la televisione attinge per carpirne le curiosità ogni volta diverse. L’altro giorno a “Oggi è un altro giorno” su Rai1, ha confessato a Serena Bortone di essere nel pieno di una battaglia importante, contro un tumore «scoperto facendo tutt’altri controlli».
Bartoletti, come sta?
«Tutto sommato bene. Ho fatto tutto il mio percorso di radioterapia e controlli tra febbraio e marzo e agli inizi di giugno dovrebbero dirmi se ne sono fuori».
Dove è stato curato?
«Mai come in questo periodo ho pensato di essere stato fortunato a essere nato e a essermi ammalato in Emilia-Romagna. Ho fatto tutto il mio percorso di cura tra Villa Toniolo e Bellaria. La speranza è che l’operazione non serva».
Come spesso accade nella vita, questo è pero un suo periodo lavorativo pieno di soddisfazioni.
«Sì, sto vivendo un doppio binario. A fine ottobre dell’anno scorso ho saputo di essere stato malato e mi sono buttato nella scrittura del mio libro “La cena degli dei”, che ora è in finale al premio Selezione Bancarella. Ho consegnato il libro con rabbia, ma anche con orgoglio perché mi ci sono impegnato in un momento difficilissimo. Poi pensavo di essermi iscritto al Campionato di Serie B e invece mi sono ritrovato nelle Final Four di Champions: non vado per accontentarmi»
Il libro racconta di un’ipotetica cena in Paradiso in cui si riuniscono mostri sacri che sono stati anche suoi amici, da Dalla a Pavarotti, a Senna. Ci sarà una “cena 2”?
«Io sono molto sui social e devo dire che a furor di popolo mi toccherà farne un’altra! I lettori vorrebbero Napoleone e Giulio Cesare. Appena l’ho pubblicato sono mancati Paolo Rossi, Maradona, Gigi Proietti, Stefano D’Orazio e tanti altri ce ne sarebbero, non ho che l’imbarazzo della scelta. Mi sa che a Ferragosto mi toccherà sistemare il condizionatore in studio!».
Chi ha sentito più vicino in questo periodo?
«Tutto e tutti mi sono stati vicini a cominciare dalle mie due figlie e dai miei nipoti Filippo e Alice che sono la mia medicina. Sui social sono stato travolto da un’onda emotiva. Vorrei però lanciare un messaggio: sono stato abbastanza fortunato e ho scoperto cosa avevo facendo tutt’altro esame. Voglio ringraziare il personale sanitario chiamandolo per nome e non per cognome. Grazie agli specialisti che mi hanno curato: Eugenio, Giovanni, Carlo, Marinella, Damiano, poi i tecnici paramedici che ogni giorno
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