FLASH! - FERMI TUTTI: NON E' VERO CHE LA MELONA NON CONTA NIENTE AL PUNTO DI ESSERE RELEGATA…
Giovanni Bernardi per www.corriere.it
«Avevo paura di lui: avevo paura che mi uccidesse». Elena Scaini, 53 anni, ha confessato e spiegato ai carabinieri l’omicidio del marito, il 51enne Stefano Giaron. Ora la donna, che aveva dato l’allarme nel pomeriggio di venerdì da un b&b di Zocca, nel Modenese, si trova nel carcere di Mantova in stato di fermo per omicidio volontario. La Scaini è stata trasferita dall’ospedale di Modena, dove si trovava, qualche ora dopo il rinvenimento del cadavere del marito: prima l’interrogatorio al comando provinciale dei carabinieri, poi l’arrivo nella casa circondariale di via Poma. Il quadro che si delinea è quello di un forte disagio che da tempo permeava l’appartamento di via Mozart dove è stato commesso l’omicidio.
Tra i due coniugi era scoppiata una guerra, acuita anche dal fatto che i due per lungo tempo erano rimasti senza lavoro e vivevano nella casa dove abita anche la madre di lui, una 79enne affetta da una pesante forma di demenza senile. Una situazione complicata, tra litigi e tensioni. Nemmeno il fatto che l’uomo, dopo essere rimasto senza un’occupazione per circa un anno, avesse da qualche settimana trovato lavoro come operaio in una cooperativa aveva reso più distesi i rapporti tra i due. Come riferito da alcuni vicini di casa, lo scorso Ferragosto era dovuta intervenire anche la polizia per sedare un’accesissima lite tra i due.
Nel frattempo proseguono le indagini dei carabinieri del Nucleo investigativo e del Reparto Operativo, che erano intervenuti venerdì sera con il supporto del colonnello Carmelo Graci e del sottotenente Claudio Zanon. I militari hanno eseguito un sopralluogo al bed & breakfast di Zocca da dove è partita la chiamata della donna, senza tuttavia trovare elementi di rilievo. Così come finora non è stato trovato nemmeno il coltello con cui il 51enne è stato ucciso. La donna era arrivata nel paese sulle colline modenesi nella giornata di mercoledì: l’omicidio quindi sarebbe stato commesso tra martedì e mercoledì stesso. A chiarirlo sarà l’autopsia, prevista per domani. Sempre domani anche l’interrogatorio di garanzia.
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