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Giuseppe Guastella per il “Corriere della Sera”
È un'assoluzione piena quella che Mario Mantovani ottiene in appello con una sentenza che cancella la condanna a 5 anni e mezzo del luglio 2019 per concussione, corruzione e turbativa d'asta e cozza violentemente contro i 40 giorni di carcere e gli oltre quattro mesi di arresti domiciliari che ha subito a fine 2015 nell'inchiesta su una serie di gare d'appalto che, secondo l'accusa, sarebbero state pilotate quando, tra il 2010 e il 2015, è stato sindaco di Arconate, senatore Pdl-FI, sottosegretario al ministero delle Infrastrutture nel governo Berlusconi, assessore alla Sanità e vicepresidente della Regione Lombardia.
Assolto, ma per lui è una conferma della sentenza di primo grado, anche il ministro leghista del Turismo Massimo Garavaglia, coinvolto come ex assessore al Bilancio lombardo. Il collegio della seconda sezione penale della Corte d'appello di Milano, presieduto da Maurizio Boselli, ha assolto con la stessa formula del «non aver commesso il fatto» anche gli altri otto imputati dai tredici capi di imputazione dell'inchiesta, chiusa nel 2015 dal sostituto procuratore milanese Giovanni Polizzi. Tra loro, c'erano l'ex braccio destro di Mantovani, Giacomo Di Capua, e Francesco Errichiello, ex provveditore alle Opere pubbliche della Lombardia.
massimo garavaglia ministro del turismo foto di bacco (3)
Alla richiesta del sostituto procuratore generale Massimo Gaballo di confermare la condanna al carcere per Mantovani, difeso dall'avvocato Roberto Lassini, e di infliggere un anno e mezzo di reclusione a Garavaglia, imputato per una gara d'appalto da 11 milioni del 2014 sul servizio di trasporto di dializzati e difeso dagli avvocati Jacopo e Gaia Pensa, i giudici hanno risposto con l'assoluzione che, per Mantovani, è stata anche nel merito anche per un reato che nel frattempo è andato in prescrizione. «La Corte d'appello ha ridicolizzato l'indagine per come è stata fatta e per il taglio che era stato dato. Sette anni e mezzo di sofferenze e processi per una vicenda che per il mio assistito non doveva neppure cominciare», afferma l'avvocato Jacopo Pensa mentre il ministro Garavaglia esce emozionato dall'aula.
Mario Mantovani è impassibile, apparentemente. «Finalmente ho incontrato la buona giustizia dopo anni di sofferenze e dolori. Ricomincio a vivere», dichiara. Da tempo è approdato in FdI dopo aver lasciato Forza Italia dove «non ho sentito - afferma - il calore che meritavo dopo tanti anni di battaglie per la giustizia e di sofferenza, che non escludo sia stata in parte dovuta al fatto di aver difeso il presidente Silvio Berlusconi di fronte ai tribunali». Mantovani organizzava le manifestazioni in occasione dei processi al leader.
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