DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Enrica Tesio per il suo blog, https://tiasmo.wordpress.com/
Il cinema.
Oggi. Esce il nuovo film della Disney e le mamme della chat si scatenano: “è adatto al mio bimbo di otto anni? No, perché Paolo è tanto sensibile, piange ogni volta che muoiono i pidocchi della pubblicità anti-pediculosi”.
Ieri. Il bambino anni Ottanta ha visto sprofondare il cavallo di Atreiu nelle paludi della tristezza. E ho detto tutto.
Oggi. Prima del film i genitori comprano pop corn e bevande varie e si dotano dell’alzatina per far godere il film al figlio. Nel caso l’alzatina non sia sufficiente decapitano gli astanti.
Ieri. Non mi è chiarissimo perché ma al cinema si entrava più o meno sempre a film iniziato e poi si aspettava lo spettacolo successivo per vederne l’inizio. Ci si sedeva sul cappotto di papà arrotolato sotto le chiappe con le chiavi di casa nella tasca che ti si conficcavano in una coscia.
Le minacce.
Ieri. “Marco conto fino a tre e poi vedi. Marco 1, Marco 2, Marco 3. Aggiudicato a Marco una scarica di legnate!”.
Oggi. “Marco conto fino a 3 e poi vediamo se 4 5 o 6 sono ancora lì dove immaginavamo che non si sa mai, ‘sti numeri burloni fanno certi scherzi…”.
Il medico.
Ieri. C’era il pediatra. Il mio fumava il sigaro mentre mi visitava, non scherzo. Il pediatra anni Ottanta aveva un solo grande nemico: l’acetone. L’acetone era diffuso e ne soffrivano molti bambini che alle dieci di mattina in classe vomitavano. Sul vomito delle 10 della mia compagna Rosalia pare ci regolassero il Big Ben.
Oggi. C’è wikipediatria! Perché rivolgerti a un medico quando hai le bufale di internet a disposizione?
Lo sport.
Ieri. Io ero cicciottella da piccola, l’idea di attività di mia madre fu andare a scuola e dire alle maestre di non darmi la pagnotta a mensa. Non aveva niente contro lo sport a patto che non si sudasse, il sudore era il male: “guai se ti asciughi il sudore addosso” o peggio “guai se ti si ghiaccia il sudore”, me lo ripeteva estate e inverno. Comunque lo sport per l’infanzia era roba da snob. Danza per le bambine, judo per i maschi. Nuoto se avevi la lordosi o la scoliosi. Grazie al cielo la mia schiena era dritta, tra la scoliosi e il rischio di farmi asciugare addosso il sudore mia madre avrebbe comunque preferito farmi mettere il busto.
Oggi. Il bambino moderno di attività sportive ne fa almeno tre, più che altro perché i genitori si sentano giustificati a scrivere lettere aperte sui compiti impossibili da finire se fai almeno tre attività pomeridiane e sei un bambino moderno.
La festa.
Ieri. I compleanni del bambino anni Ottanta erano in famiglia: si sospendeva la criogenesi alla bisnonna che presenziava al soffio delle candeline (usate), si scattava la foto seppiata vestiti con la salopette (in caso di compleanno di maschio) o la gonna scozzese (in caso di compleanno femminile) e via.
Oggi. I compleanni del bambino moderno partono dal Prediciottesimo (mese) con l’animazione dell’Aquafan a ferragosto.
Oggi. Alla materna fanno i pigiama party. Ai miei tempi non c’era quest’abitudine e meno male, io con i pigiama che mi faceva mettere mia madre avrei scatenato episodi di bullismo fino all’università.
La verità pedagogica.
Oggi. “Ai bambini bisogna spiegare le cose guardandoli negli occhi, dicendo loro sempre la verità”.
Ieri: “amore i Bambini in Africa muoiono di fame perché tu non hai mangiato le tue verdure”.
Gli integratori.
Oggi. Gocce di fluoro, vitamine a b c d, eleuterococco e uncaria, propoli, oscillococcinum…
Ieri. Lo zabajone al Marsala di nonno che fa crescere (alcolizzati) e, naturalmente, l’olio di palma. Ci siamo fatti fuori Palm Beach sotto forma di tegolini, crostatine, soldini, baiocchi e nutellame vario. Ah… io mangiavo la gommapane, che comunque era più buona dei buondì. Dei buondì vecchia ricetta era commestibile solo la calotta crostosa, il resto serviva a lucidare l’argenteria di nonna.
Non si può scordare poi la santissima trinità della salute rappresentata da: Olio di Fegato di Merluzzo, Vicks Vaporub e Mercurocromo. Un’infanzia a pois rossi alla Pimpa profumando come boschi di conifere.
Consapevolezza genitoriale.
Oggi. “Oddio sono un genitore imperfetto, forse non sono all’altezza di questo compito, sto facendo solo danni?”.
Ieri. Cosa ho fatto per meritare un figlio così stronzo? È tardi per scambiarlo con quello dei vicini?
I nonni.
Oggi. I genitori che lasciano i figli ai nonni pretendono che seguano corsi di aggiornamento a tema canzoncine, giochi montessoriani, tecniche di spinta dell’altalena.
Ieri. Mia nonna Luisa usava me e mia cugina Eleonora per pulire la casa. “Oggi giochiamo alle Signore?” diceva e noi giù a spolverare, asciugar piatti, lucidare l’argenteria con i buondì.
La festa a scuola.
Ieri. Per le feste le nonne si sbizzarrivano e preparavano dolci di ogni sorta da portare in classe. I dolci erano dolci, con burro, farina, uova, cioccolato, zucchero. Se contenevano mele valevano come frutta, naturalmente.
Oggi. Se la nonna fa un dolce per la scuola deve prima ospitare il RIS di Parma nella cucina e vedersi portare via la torta dentro il cellophan come una Laura Palmer qualunque.
Musica.
Oggi. Mozart da quando il piccolo è in pancia, perché la musica è fondamentale per l’equilibrio psicofisico.
Ieri. “E venne l’angelo della morte che prese il macellaio che uccise il toro (e poi c’era anche un bastone che picchiò il cane che morse il gatto, per non farsi mancare niente)”. Giusto per tenersi allegri.
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