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I FAMILIARI DI PASOLINI CHIEDONO LA RIAPERTURA DELL’INCHIESTA SULLA MORTE DEL POETA - SULLA MAGLIA DI PINO PELOSI SONO STATI TROVATI ALTRI DUE DNA. E QUESTO CONFERMA CHE SULLA SCENA DEL DELITTO C’ERANO ALTRE PERSONE. CHI ERANO? E PERCHE’ ERANO LÌ?

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Rory Cappelli per “la Repubblica - Edizione Roma”

 

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A Piazzale Clodio, all' attenzione del procuratore capo Giuseppe Pignatone e del pm Francesco Minisci, è arrivata la richiesta ufficiale di riapertura delle indagini sulla morte di Pier Paolo Pasolini, avvenuta all' Idroscalo di Ostia, proprio nella notte tra il 1° e il 2 novembre di 41 anni fa.

 

A sollecitarla è, ancora una volta, Stefano Maccioni, legale di Guido Mazzon, cugino del poeta. Lo stesso avvocato che si era battuto affinché il fascicolo sull' assassinio di Pasolini, aperto su sua iniziativa nel 2009, non venisse archiviato. Come poi invece è stato, nel maggio del 2015, nonostante le evidenze scientifiche messe in luce dalla relazione del Ris che, analizzando i reperti conservati nel museo di criminologia, aveva estrapolato altri profili genetici oltre a quelli di Pino Pelosi, il ragazzino arrestato e poi ritenuto colpevole del crimine, e Pasolini stesso.

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Che il diciassettenne Pelosi, peraltro fermato dai carabinieri mentre scappava a bordo della macchina dello scrittore, senza evidenti macchie di sangue sui vestiti, quanto meno senza tracce compatibili con un pestaggio a morte di quel tipo, non fosse solo si è sempre se non saputo, immaginato e supposto.

 

Le evidenze scientifiche lo hanno anche dimostrato. Come ha sottolineato la genetista forense Marina Baldi, il cui parere è stato richiesto dall' avvocato Maccioni su consiglio della criminologa Imma Giuliani, «sul reperto 7, maglia di lana a maniche lunghe (l'intimo di Pelosi, ndr), ci sono altri due Dna, di cui quello del "2° soggetto ignoto", misto al Dna di Pasolini (riscontrato anche su altri reperti)» ma anche quello «appartenente a "3° soggetto ignoto"» un profilo «singolo, estrapolato da una traccia verosimilmente ematica». Dunque una traccia ematica che attesta che sulla scena del crimine era presente almeno una terza persona di cui esiste il profilo genetico.

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La richiesta di riapertura delle indagini si fonda proprio sulle «novità in campo tecnico» come spiega la dottoressa Baldi, che consentirebbero di individuare a chi appartenga il profilo biologico di "ignoto 3", ma anche quello degli altri Dna rimasti a oggi sconosciuti. Tra queste "novità tecniche" si sarebbe «la Next Generation Sequencing (NGS) che, consentirebbe analisi inimmaginabili fino a qualche anno fa».

 

Analisi che, come spiega l'avvocato Maccioni, potrebbero provare un'ipotesi che rimbalza da tempo: quella del coinvolgimento di componenti della neonascente Banda della Magliana, come Maurizio Abbatino, peraltro fotografato all'Idroscalo davanti al corpo del poeta. La procura ha fatto sapere «che valuterà tutti i documenti presentati».

 

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Intanto l'infaticabile avvocato, dopo l' ordinanza di archiviazione disposta il 25 maggio 2015 dalla gip Maria Agrimi, aveva richiesto l' istituzione di una Commissione parlamentare d' inchiesta, presentando 11mila firme. L'istanza è stata raccolta da Serena Pellegrino di Sel e da Paolo Bolognesi del Pd, che hanno presentato due proposte di legge che pendono presso la prima commissione affari costituzionali della Camera dei Deputati.

 

Intanto continuano a rimanere aperti e senza risposta mille interrogativi, che fanno di questa vicenda una delle più torbide degli anni Settanta. Come quella visita della polizia, la notte stessa del delitto, a Graziella Chiarcossi, cugina di Pasolini con cui il poeta conviveva: le dissero che avevano trovato la macchina di lui in via Tiburtina. Un mistero nel mistero.

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