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Andrea Ossino per www.repubblica.it
Dovranno scontare tutta la vita dietro le sbarre per aver massacrato e ucciso il ventunenne Willy Monteiro Duarte. E le giornate in carcere potrebbero non essere semplici. I fratelli Bianchi lo sanno bene. Del resto il trattamento a base di insulti, sputi, minacce riservato mesi fa nel carcere di Rebibbia potrebbe essere la diretta conseguenza di dinamiche criminali più ampie, come già rivelato da Repubblica lo scorso 16 aprile.
Perché i due fratelli di Artena avevano riscosso le attenzioni di malacarne di alto rango come Elvis Demce, 36enne albanese a capo di uno spietato gruppo di criminali. Le intercettazioni carpite dall'Antimafia di Roma lo rivelano chiaramente: "Stanno al G9 (reparto del penitenziario romano ndr), magari a pizzicarli", dicono i sodali dell'albanese pensando di sguinzagliare tale "Ciccillo", detenuto nello stesso penitenziario. La circostanza si inserisce in una conversazione sul controllo delle piazze di spaccio tra Prenestino, litorale Pontino, i Castelli Romani e Velletri. Demce non accettava che altri potessero inserirsi nei suoi affari.
Per questo motivo ha iniziato una guerra contro il connazionale Ermal Aramaj. Non solo. "Bigis", all'anagrafe Francesco Bastianelli, aveva informato Demce di "un'operazione di polizia nei confronti di soggetti dei Castelli Romani - scrivono i carabinieri nell'informativa dell'indagine Aquila Azzurra - e in particolare nei confronti di due fratelli, i Bianchi, coinvolti nell'omicidio del giovane Willy Duarte Monteiro".
Un affronto, per il criminale albanese, che "invita Bigis ad informarsi sulle persone che sono state tratte in arresto e che spacciavano droga a 'casa loro'", annotano gli uomini del Nucleo Investigativo.
"Vedi mpò chi so ste spie di merda che spacciavano a casa nostra", ordina il capo. Gli scagnozzi commentano: "Mamma mia quei daun de Colleferro hanno fatto i danni a colori co quel ragazzino che hanno ammazzato", dicono.
FRATELLI BIANCHI NEL MIRINO DEGLI ALBANESI - INTERCETTAZIONI DELL ANTIMAFIA
E vogliono intervenire. "Stanno al G9 primo piano", vengono a sapere. Poi la conferma: "Gia? sti cessi infami (....)Si hai visto tutte foto da coatti(..).Sti schifosi". Le intenzioni sono chiare: "magari a pizzicarli quei cessi veri". Per realizzarle hanno già pensato a un nome: "Poesse che stanno co Ciccillo (un altro detenuto ndr)", dicono prima di ricordare la fine fatta fare all'ultima persona che avevano deciso di punire.
FRATELLI BIANCHI NEL MIRINO DEGLI ALBANESI - INTERCETTAZIONI DELL ANTIMAFIAgabriele bianchi un giorno in pretura gabriele bianchi
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