RIUSCIRÀ SALVINI A RITROVARE LA FORTUNA POLITICA MISTERIOSAMENTE SCOMPARSA? PER NON PERDERE LA…
Michelangelo Borrillo per il "Corriere della Sera"
Uno «scudo penale» per tutelarsi da rischi - indesiderati e imprevedibili - della somministrazione dei vaccini. Lo chiedono i medici, dopo gli eventi degli ultimi giorni: l' iscrizione dei vaccinatori nel registro degli indagati quando si manifesta, appunto, un evento avverso in chi ha ricevuto il vaccino.
La richiesta - partita dalla Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e odontoiatri per bocca del suo presidente Filippo Anelli - ha trovato terreno fertile anche tra i rappresentanti sindacali e in tantissimi singoli medici. Che in coro chiedono una tutela da responsabilità penali di carattere colposo. In pratica, in caso di effetti collaterali imprevedibili nei pazienti a cui è stato somministrato il vaccino al Covid-19, i medici dovrebbero risponderne penalmente solo in caso di dolo o colpa grave.
Torna, quindi, l' ipotesi di uno «scudo penale», strumento che nei mesi scorsi ha rischiato di far saltare un accordo da 4 miliardi di euro - quello Ilva-ArcelorMittal (lo chiedevano i nuovi gestori per tutelarsi dalle inchieste sull' inquinamento degli anni precedenti) - e che di recente era stato richiesto anche dai presidi, alla riapertura delle scuole, e dai bancari che volevano tutelarsi quando il governo si impegnò a garantire particolari forme di finanziamento concesse dalle banche alle imprese senza imporre agli istituti di credito approfondite analisi per le richieste dei prestiti.
centro vaccinazione coronavirus roma termini
I medici adesso chiedono al governo Draghi e a tutte le forze politiche un decreto legge ad hoc «senza sconvolgere i principi democratici», per questa fase emergenziale e cruciale per il Paese. «Un medico - spiega Silvestro Scotti, segretario della Fimmg, il sindacato dei medici di base - non può essere ritenuto colpevole di omicidio colposo in una vaccinazione ritenuta facoltativa. Lo scudo penale deve proteggere tutti gli operatori sanitari coinvolti rispetto a questa evenienza, poiché ci ritroviamo di fronte a vaccini nuovi che sono sicuri, ma se dovesse succedere qualcosa la colpa non può essere del medico».
Ma si può adottare uno strumento del genere, ad hoc, per i medici? Secondo gli esperti legali, sì. Ma serve anche buonsenso. «Lo scudo penale per i medici - spiega Gaetano Scalise, avvocato esperto di responsabilità professionale medica e vice presidente della Camera penale di Roma - si può fare con un provvedimento emergenziale legato alla pandemia.
E serve non solo sul fronte vaccino ma su diverse questioni legate al Covid. Bisogna far sì che i medici rispondano penalmente solo in caso di dolo o colpa grave nei confronti dei pazienti: è un passaggio indispensabile». Altrimenti la disponibilità dei medici a somministrare i vaccini potrebbe venir meno.
C' è anche, però, chi non la pensa così. «Non vi è alcuna ragione per chiedere uno scudo penale per chi effettua le vaccinazioni se queste vengono compiute attuando scrupolosamente le linee guida sanitarie del caso - sottolinea Luca Marco Comellini, segretario generale del sindacato dei Militari - e ciò significherebbe ammettere che ci sono problemi irrisolti o che riguardano i vaccini o le fasi della somministrazione.
«Comprendo molto bene la sensazione di sgomento dei medici di fronte alla possibilità di andare incontro a responsabilità penali - aggiunge Vittorio Manes, professore ordinario di Diritto penale dell' Università di Bologna - ma in realtà questo rischio non dovrebbe neanche sussistere». Manes, pur ritenendo comprensibile la richiesta dei medici di uno scudo penale per tutelarsi dai rischi della somministrazione dei vaccini, pensa che uno scudo del genere non sia necessario.
«Non solo perché è difficile ricostruire la dinamica causale, in particolare sulle responsabilità penali tra la somministrazione del vaccino e gli eventuali effetti collaterali indesiderati che dovessero verificarsi. Ma soprattutto perché mi sembra implausibile che si possa muovere un rilievo colposo nei confronti di un medico che applichi direttive delle autorità amministrative su cui ricade questa responsabilità».
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