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I METODI MAFIOSI? SI TRAMANDANO DI PADRE IN FIGLIO - NEI QUARTIERI SPAGNOLI DI NAPOLI UN GRUPPETTO DI RAGAZZINI (DI 17, 20 E 22 ANNI) CAPEGGIATO DAL FIGLIO DEL BOSS DEL CLAN DI BIASI, (ORA IN CARCERE) CREAVA DEI POSTI DI BLOCCO IN PIENA NOTTE PER "PERQUISIRE" E CONTROLLARE I PASSANTI - ARMATI, SPINGEVANO LA GENTE SPALLE AL MURO E NESSUNO TRA I CITTADINI LI HA MAI DENUNCIATI - I FATTI RISALGONO AL 2022 E ORA I TRE SONO FINITI IN GALERA...

NAPOLI - GUERRA DI CAMORRA

(ANSA) - Controllavano tutto e tutti. Armati, volto coperto dal passamontagna, mettevano in atto dei veri e propri posti di blocco. Chiunque passava, di notte, lungo Vico Lungo San Matteo, a pochissimi metri dalla centralissima via Toledo di Napoli, veniva sottoposto a vere e proprie perquisizioni: spalle al muro, anche semplici cittadini, venivano controllati.

 

Fermati, come ad un alt delle forze dell'ordine, anche motorini, auto. Ma a mettere in atto questi controlli erano tre criminali, giovani di 17, 20 e 22 anni che avevano un obiettivo ben chiaro: scalare i vertici criminali di una parte dei Quartieri Spagnoli. Tre che oggi sono stati arrestati. I fatti risalgono al 2022. Molto probabilmente il gruppo si è composto intorno alla figura del figlio del vertice del clan Di Biasi, che negli anni '90 controllava quella zona dei Quartieri.

 

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Il padre in carcere, il figlio ha voluto in qualche modo farsi riconoscere dagli altri clan e mettere in atto una vera e propria mira espansionistica. E' per questo, che insieme agli altri due, i tre ferirono nel 2022 Vincenzo Masiello, allora reggente dell'omonimo clan. Da allora hanno 'militarizzato' Vico Lungo San Matteo con controlli a tappeto.

 

Nessuno, però, ha mai denunciato nulla: né i cittadini che hanno subìto le perquisizioni e nemmeno lo stesso Masiello che fu raggiunto da diversi colpi di arma da fuoco e che si fece curare privatamente.

 

Le indagini della Squadra Mobile di Napoli hanno, però, fatto luce, su tutto. Su delega del procuratore di Napoli e del procuratore per i Minorenni di Napoli, la Polizia di Stato ha eseguito un'ordinanza di custodia cautelare che ha disposto la misura carceraria nei confronti dei tre indagati. A loro carico diverse accuse: lesioni personali, porto e detenzione di armi da fuoco, violenza privata, rapina, tutti aggravati anche dalle modalità mafiose.

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