DAGOREPORT - BENVENUTI AL “CAPODANNO DA TONY”! IL CASO EFFE HA FATTO DEFLAGRARE QUEL MANICOMIO DI…
Margherita De Bac per il "Corriere della Sera"
Le dosi non arrivano, la campagna vaccinale è a rischio?
«Non disperiamo. Abbiamo il tempo per riprenderla. La pianificazione della campagna vaccinale è stata effettuata sulla base di una potenziale disponibilità di dosi in un dato momento. Purtroppo non tutti i vaccini sono stati approvati nei tempi previsti. Inoltre, quando le quantità attese non vengono, come sta accadendo, consegnate è necessario rimodulare i programmi e l'Italia lo sta facendo».
Per Giuseppe Ippolito, componente del Comitato tecnico scientifico, la situazione si può riprendere in mano: «Sono difficoltà che andavano messe in conto. Ci troviamo in uno scenario di emergenza. I vaccini di Moderna e Pfizer, gli unici due approvati in Europa, utilizzano tecnologie innovative. I ritardi erano preventivabili»
E adesso?
«Il commissario Arcuri ha comunicato che oltre alle mancate dosi di questa settimana, la prossima saranno rese disponibili da Pfizer ancora il 20% di dosi in meno. È evidente che questo ritarderà la distribuzione del vaccino, che ha già visto una riduzione di due terzi delle dosi iniettate al giorno. Spero che la promessa di riprendere le consegne regolarmente il 1° febbraio verrà rispettata».
Quali sono le prospettive?
«L'agenzia Ema potrebbe approvare il vaccino di AstraZeneca che dovrebbe fornire all'Italia 8 milioni di dosi nel primo trimestre. L'azienda ha comunicato che le prime consegne nella regione europea potrebbero non rispettare i volumi previsti a causa di un problema tecnico di produzione.La speranza è che sia presto disponibile anche il vaccino Johnson & Johnson che ha il vantaggio di poter essere somministrato in una unica dose».
Il ritardo si può recuperare?
«Il Paese, anche se con differenze da regione a regione, è stato in grado di attivare una macchina per vaccinare nei tempi dovuti tutte le popolazioni previste dal piano. Speriamo che questo consenta di recuperare il tempo perduto a causa dei ritardi che rendono molto arduo l'obiettivo fissato dalla Commissione Europea di vaccinare in tutti i Paesi il 70% della popolazione in età adulta».
Acquistare vaccini da altri mercati, ad esempio il russo Sputnik nel caso l'Ema lo autorizzasse?
«Al mondo ci sono al momento 68 vaccini in fase clinica, di cui 20 hanno raggiunto la fase finale dei test, due approvati da Ema e Fda. Altri cinque hanno avuto approvazione in singoli Paesi, ma solo per pochi sono disponibili dati pubblicati dopo una revisione tra pari. Tra questi anche lo Sputnik V, per il quale non mi sembra esistano altri dati oltre i risultati di 2 studi di fase 1-2 in aperto. L'Ema ha avuto recentemente un incontro con i russi per discutere il loro piano di sviluppo e le relazioni con l'agenzia. L'agenzia non ha avviato la "revisione continua" dei documenti depositati dal Fondo russo per gli investimenti diretti. Informazioni di stampa riportano che il vaccino avrebbe una efficacia superiore al 90%.Credo che come per gli altri vaccini occorre aspettare il risultato della valutazione dell'Ema».
roberto speranza giuseppe conte giuseppe ippolito
È da scartare la strategia britannica di somministrare al maggior numero di persone possibile la prima dose posticipando la seconda?
«I vaccini finora approvati danno una copertura dopo almeno una settimana dalla seconda dose. I Cdc americani e l'Oms raccomandano che la seconda dose deve essere somministrata il più vicino possibile all'intervallo raccomandato. Fino a prova contraria rimango convinto che le vaccinazioni vadano completate secondo lo schema utilizzato nelle sperimentazioni cliniche».
coronavirus vaccinazione al pio albergo trivulzio
Le nuove varianti rischiano di compromettere le vaccinazioni?
«Al momento non ci sono evidenze che le varianti recentemente identificate abbiano un impatto negativo sulla campagna vaccinale o rendano i vaccini inefficaci. Come per altre infezioni alcune varianti potrebbero eludere le risposte immunitarie innescate da vaccini e precedenti infezioni.
Giuseppe Ippolito e il ministro Speranza
Per questo sono necessari studi di laboratorio su popolazioni numericamente consistenti valutando, non solo la capacità degli anticorpi sviluppati dopo il vaccino di neutralizzare le varianti in vitro, ma anche gli effetti sul sistema immunitario. Bisognerà indagare. Anche per questo occorrono ricerche. In ogni vaso l'utilizzo di una strategia vaccinale che dia una copertura limitata espone sicuramente al rischio di mutazioni, un altro motivo a supporto della necessità di cicli vaccinali completi».
GIUSEPPE IPPOLITOgiuseppe ippolitoCORONAVIRUS - VACCINAZIONI A ROMAcoronavirus vaccinazione al niguarda di milanoIppolito e Branca
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