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Mia De Graaff e Ollie Gillman per “Daily Mail”
In queste ore Twitter si sta domandando: “Ma Sean Penn è una spia della CIA?”. L’attore ha incontrato nella giungla El Chapo, signore della droga, per fargli domande hollywoodiane tipo: «Ma tu sogni?», «Come ti definiresti?». E poi, appena l’evaso è stato arrestato, la rivista Rolling Stone ha pubblicato il resoconto dell’incontro. L’intero show clandestino dovrebbe essere parte del progetto per sviluppare una serie in stile Netflix su Guzman.
i marines uccidono gli uomini di el chapo
In molti hanno paragonato la vicenda al film “Argo”, dove agenti della CIA inventavano una produzione cinematografica per poter entrare in Iran e liberare ostaggi americani. Una storia vera. La vita imita l’arte? Non sarebbe la prima volta. Ad Hollywood la CIA ha arruolato diverse spie, e ha anche influenzato direttamente le sceneggiature.
Sean ha potuto incontrare El Chapo grazie alla attrice messicana Kate del Castillo, con il permesso del cartello di Sinaloa. Nell’intervista il boss ha ammesso di essere il trafficante più grande al mondo e di aver mandato ingegneri in Germania per imparare a costruire il tunnel che avrebbe usato per fuggire dal carcere di massima sicurezza.
uomini di el chapo uccisi dai marnes
Penn ha dichiarato: «La fiducia del signore della droga non poteva essere tradita. Non sono orgoglioso di mantenere segreti che altri percepiscono come protezione di criminali, ma tutto quello che dico agli altri deve essere la verità. Ora El Chapo è dietro le sbarre e lì deve restare». Molti si sono lamentati per il comportamento dell’attore, che non ha avvisato le autorità, pur sapendo che stavano cercando il boss, però è stata proprio la sua incredibile intervista di ottobre ad aiutare i marines messicani a localizzare il fuggitivo.
Nel raid di venerdì i marines messicani hanno ucciso cinque uomini di El Chapo e ne hanno arrestati altri sei, ma El Chapo ha fatto la sua ennesima fuga nel sistema fognario, solo per essere catturato qualche ora dopo al motel Doux di Los Mochis. Secondo Il “Guardian” si tratta di un albergo a ore e, mentre gli agenti attendevano i rinforzi, lo hanno ammanettato al letto della stanza 51, tutta rosa e con le lenzuola beige, con un vasto menu di sex toys, condom e lubrificanti. I padroni del motel ammettono che oggi i clienti chiedono esplicitamente di poter usare la stanza 51.
Madonna, intanto, mostra tutta la sua solidarietà all’ex marito. I due sono arrivati insieme sul red carpet della serata di beneficenza organizzata dall'associazione Sean Penn and Friends, che da anni raccoglie fondi per Haiti. La popstar dal palco ha anche ribadito il suo affetto: «Sean, ti amo, dal primo momento in cui ho messo gli occhi su di te, e ti amo ancora allo stesso modo».
DA CHAVEZ A "EL CHAPO" GLI STRANI INCONTRI DI SEAN PENN
Paolo Mastrolilli per “la Stampa”
Adesso la polizia cerca pure lui, per interrogarlo e forse incriminarlo, e la Casa Bianca ha dichiarato ufficialmente che la sua «cosiddetta intervista» col re del narcotraffico «El Chapo», pubblicata su Rolling Stone, «manda su tutte le furie». Per Sean Penn, però, questo è solo un altro giorno in ufficio.
Combinare guai, provocare, anche alzare le mani, sono infatti da sempre gli ingredienti quotidiani della sua vita, oltre a un attivismo politico che lo ha portato dall' Iraq ai matrimoni gay, passando per il terremoto ad Haiti, l' uragano Katrina a New Orleans, Chavez, Castro, la pena di morte, e qualunque altro argomento controverso che gli desse la possibilità di suscitare choc, oltraggio e applausi, a seconda dei punti di vista.
i marines messicani uccidono gli uomini di sinaloa
Il primo contatto fra l'attore e il capo del cartello di Sinaloa era avvenuto a settembre, dopo la rocambolesca fuga dal carcere dove era detenuto, tramite l' attrice messicana Kate del Castillo che comunicava con «El Chapo» da oltre tre anni. Lui voleva girare un film sulla propria vita e lei doveva produrlo.
Però Sean, vecchio amico dello scrittore Hunter Thompson che aveva inventato lo stile «gonzo», aveva prima un' altra idea: intervistalo.
Perché? Lo ha spiegato lui stesso: «Per dare una versione diversa del ritratto che le autorità americane fanno dei loro nemici». Così è nato il progetto di volare con un charter in Messico, per poi farsi bendare, trasportare in volo per un paio di ore, correre dentro un Suv nella foresta per sette ore, e finalmente bersi una tequila col re del narcotraffico nel suo nascondiglio nello Stato di Durango .
Il risultato è stato un video amatoriale, con le galline sullo sfondo, dove «El Chapo» ammette con orgoglio: «Io fornisco più eroina, metanfetamina, cocaina e marijuana di chiunque altro nel mondo. Ho una flotta di sottomarini, aerei, camion e navi». Questo perché «nella regione dove sono nato non c' era altro modo di sopravvivere». Naturalmente «la droga distrugge. Ma se non ci fossi io, qualcun altro continuerebbe il traffico». Quasi un onesto contadino: «Non sono violento. Devo difendermi, ma non sono mai io a cominciare le liti».
Le autorità messicane hanno detto all' AP che sapevano dell' incontro che le ha aiutate a scoprire il nascondiglio del «Chapo», nonostante i complicati meccanismi descritti da Penn per non farsi beccare. Sean dice che conosceva i suoi reati, ha simpatia per i famigliari delle vittime, e non voleva proteggerlo. Però sentiva il dovere di sapere e raccontare, fondamentalmente perché non si fida di quello che racconta il governo americano.
La sua vita da cattivo ragazzo, cresciuto in California da padre regista e madre attrice, è stata tutta così. All' inizio lo conoscevano solo perché aveva sposato Madonna, e lo accusavano di picchiarla. Lui rispondeva che menava solo i paparazzi che li pedinavano, e in effetti ha fatto pure qualche giorno di prigione per questo.
Poi però nel 1995 il film «Dead Man Walking» ha cambiato la sua vita portandogli la prima di cinque nomination all' Oscar, vinto poi con «Mystic River» e «Milk», e soprattutto la fama di attore impegnato adatto ai ruoli difficili. L' abolizione della pena di morte è solo la prima causa per cui si è battuto. «Milk», la storia del primo gay eletto per una carica pubblica in California e poi ucciso, gli ha permesso di rovesciare la sua scorrettezza politica su chi si opponeva a riconoscere i diritti degli omosessuali: «Chi è contro i loro matrimoni - ha detto ricevendo il premio - dovrebbe vergognarsi».
sean penn el chapo
intervista el chapo sean penn
gli uomini di el chapo dopo intervista con penn
Da allora in poi è stato un continuo. Di Bush ha detto che era «una vergogna nazionale», per l' invasione in Iraq, dove è andato di persona a protestare.
Ha stretto la mano a Chavez e poi a Maduro, assicurando che «la rivoluzione venezuelana sopravviverà», e ha incontrato Raúl Castro prima che diventasse di moda farlo. È andato a New Orleans per soccorrere le vittime dell' uragano Katrina, con tanto di polemiche perché si è portato dietro il fotografo, e ha fondato la J/P Haitian Relief Organization per costruire un campo per i terremotati del 2010.
Ha preso posizione contro la fobia xenofoba, porgendo l' Oscar per il film «Birdman» al regista amico messicano Alejandro Inarritu con queste parole: «Chi ha dato la carta verde a questo figlio di puttana?».
Sean è fatto così, ma stavolta il perché dovrà spiegarlo all' Fbi.
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