DAGOREPORT – SE C’È UNO SPIATO, C’È ANCHE UNO SPIONE: IL GOVERNO MELONI SMENTISCE DI AVER MESSO…
1 - VERONICA TENTÒ IL SUICIDIO CON UNA FASCETTA DI PLASTICA
Giusi Fasano per il “Corriere della Sera”
Anni fa, quando tentò di uccidersi per la prima volta, Veronica Panarello cercò di farlo con una fascetta da elettricista. Era poco più che una ragazzina, tormentata da un’infelicità perenne e mille insicurezze che avevano a che fare in buona parte con il rapporto conflittuale fra lei e sua madre.
DAVIDE E VERONICA STIVAL GENITORI DEL PICCOLO ANDREA LORIS
Oggi quel dettaglio del tentato suicidio — la fascetta — sembra quasi un particolare da libro giallo e, com’è ovvio, è diventato importante per l’inchiesta. Perché certo non può sfuggire la strana coincidenza di una madre che vuole togliersi la vita in quel modo e di suo figlio che, a distanza di anni, viene ritrovato morto in un canale ucciso «verosimilmente» proprio da una fascetta da elettricista, come dice l’autopsia.
Se Veronica fosse davvero la protagonista di un racconto giallo, quelle stringhe di plastica sarebbero la chiave di tutto. Ma anche se qui siamo nella realtà, i fatti sembrano suggerire la stessa cosa. Perché è sempre sulle fascette che l’inchiesta per l’omicidio di Loris ha registrato nei giorni scorsi un altro passaggio ritenuto «un po’ strano».
veronica panarello stival con uno dei figli
E cioè la consegna di un mazzo di quegli stessi lacci plastificati alle maestre che erano andate a trovarla per le condoglianze. «Queste le aveva Loris per il compito di scienze. Saranno della scuola, ve le restituisco» ha detto Veronica alle insegnanti. Ma a nessuna maestra verrebbe mai in mente di utilizzare fasce come quelle, potenzialmente pericolose per i bambini. Così quel sacchetto è passato dalle mani di Veronica a quelle della polizia che ritiene compatibili le fascette consegnate con quella (mai trovata) che sarebbe stata usata per strangolare Loris.
veronica panarello mamma di loris stival
«Sono offesa da chi diffonde sul mio conto informazioni false» si difende lei, barricata in casa da una settimana e protetta dal marito e dalla famiglia che non hanno mai avuto dubbi sulla sua innocenza. Con un filo di voce, sfinita dal pianto e dalla tensione, Veronica affida il suo sfogo all’avvocato Francesco Villardita. «Mi hanno già processata e condannata. Ma io sono innocente e ho detto la verità. L’ho detto e lo ripeto: quella mattina ho portato Loris a scuola. E confermo anche il tragitto che ho spiegato di aver fatto, la vigilessa mi ha vista, chiedete a lei».
Sulla storia delle fascette conferma invece che «ne ho parlato io stessa alle maestre. E quando mi hanno detto che non erano della scuola sono stata io a chiedere di chiamare la polizia perché potevano essere utili per le indagini».
santa croce di camerina loris stival
La mattina del delitto una telecamera ha ripreso il passaggio della sua Polo nera a 50 metri dall’inizio della stradina che porta dove suo figlio è stato ritrovato morto. Doveva avere un motivo misterioso per andare fin laggiù, hanno interpretato gli inquirenti. «Quale mistero?», se la prende lei, «sono stata io ad avvisare la polizia di essere passata in quel punto, ma era per buttare via la spazzatura perché lì ci sono i cassonetti. E loro lo sanno che è andata così e che non è una sorpresa, anche perché abbiamo fatto due sopralluoghi assieme passando proprio da quel punto».
andrea loris stival e la mamma
«State esagerando» aggiunge l’avvocato Villardita riferendosi ai giornalisti. «La signora non è indagata ed è sostenuta da suo marito e da tutta la famiglia. La sola cosa che vogliono tutti in questo momento è riavere Loris e trovare chi l’ha ucciso».
Loris aveva otto anni.
È morto strangolato e, forse, non ha nemmeno potuto provare a difendersi perché piccoli segni trovati sui suoi polsi potrebbero voler dire che le mani erano legate con delle fascette. E chissà, forse quelle fascette sono nello zainetto del bimbo che non si trova da nessuna parte. Ieri lo hanno cercato anche con gli elicotteri di polizia e carabinieri. Sparito. Come sparì il piccolo quella mattina, l’ultima della sua vita.
2 - IL PAPÀ DI LORIS: “UNA MAMMA SPECIALE” LEI SI DIFENDE: “SONO TUTTI CONTRO DI ME”
la scientifica entra a casa di andrea loris stival
Francesco Grignetti per “la Stampa”
Il giorno dopo la pubblica crocifissione, Veronica Stival tira fuori tutta la sua rabbia. «Sono innocente. Là fuori c’è chi ha ucciso mio figlio, lo cercassero». Uno sfogo che trapassa i muri dove si è rifugiata. Il suo avvocato, Francesco Villardita, anche ieri ha parlato a lungo sia con lei che con il marito Davide.
La coppia resta compatta in questa bufera. Lui non ha dubbi. Veronica è «una mamma speciale» e prova timidamente a esprimere il «grande, immenso dolore» di entrambi. Il giovane padre non riesce a trovare molte parole per esprimere la tragedia che sta vivendo, lei è un fiume in piena. «Avvocato - ha detto al legale - sono offesa per come mi stanno trattando. Offesa contro chi fa uscire tutte queste notizie false».
Veronica Stival è indignata perchè ritiene che su di lei si stia rovesciando un mare di falsità. Le telecamere la riprendono qui, poi lì, ma poi non inquadrano mai il bambino, e nessuna offre certezze assolute. Gli investigatori scrivono però che è passata a 50 metri dall’imbocco della strada di campagna che conduce al canalone dove è stato trovato il corpo di Loris. E ci sarebbe pure il mistero di 6 minuti in cui scompare dalle telecamere, impiegando 9 minuti per percorrere un tragitto che si copre normalmente in 3.
Ruggito: «Ma quale mistero... L’ho detto io alla polizia di essere passata di lì, davanti a quel bivio, davanti a quel distributore di benzina. Certamente, perché quello è stato il mio tragitto e la polizia lo sa dal primo giorno. Sono passata davanti a quel bivio perché dovevo buttare la spazzatura e i cassonetti del comune stanno lì. Ma non ho imboccato la stradina di campagna che porta al Mulino Vecchio».
IL CACCIATORE CHE HA TROVATO LORIS STIVAL
Chiosa l’avvocato Villardita: «Non soltanto l’ha detto, ma addirittura ha fatto il percorso assieme alla polizia ben due volte. Sono passati e ripassati anche per il famoso curvone. Tanto è vero che il marito non ha dato il minimo peso a queste presunte rivelazioni. Davide Stival queste cose le sa da sempre».
Già, ma c’è anche il giallo delle fascette da elettricista. Lo strumento della morte. I medici legali hanno trovato tracce di legature sul collo e pure sui polsi. Segni inequivocabili. Ed è inquietante quella storia che proprio la madre del bimbo abbia consegnato alle maestre un mazzo di fascette, o no? «Le cose - qui è il discorso di Veronica - sono andate molto diversamente da come è stato raccontato. O meglio, le maestre sono state oneste e hanno detto anche in tv la verità. E la verità è che sono stata io, non loro, a dire: avvertiamo la polizia».
il ritrovamento di andrea loris stival foto lapresse 6
Ed ecco come sarebbe andata, secondo quanto la signora ha riferito all’avvocato: fu lei, che da sette giorni e sette notti s’interroga su quanto accaduto, si macera, confonde ormai incubi e realtà, quando le maestre di scuola sono andate a trovarla, ed era lunedì scorso, ad avere chiesto informazioni sulle fascette. Loris le aveva detto che servivano a scuola per un compito di scienze, era vero? Nossignore, hanno risposto le maestre, mai parlato di fascette, tantomeno è stato chiesto di portare in classe un oggetto così pericoloso.
«E allora potrebbero essere utili alle indagini! Chiamiamo la polizia»: questo avrebbe esclamato la signora. Aggiunge l’avvocato Villardita: «Chiedete pure alla maestra Teresa, vi confermerà che le cose sono andate esattamente come dice la mamma di Loris».
il ritrovamento di andrea loris stival foto lapresse 5
Infine i dubbi sulla scomparsa. Il famoso rapporto di polizia sostiene che il bimbo non è mai salito in macchina e che alle 8,32 del mattino di sabato è rientrato in casa; la signora è andata ad accompagnare l’altro figlio alla ludoteca ed è rientrata 16 minuti dopo.
«Telecamere o non telecamere, io non posso che confermare quello che ho sempre detto. Quella mattina ho portato Loris a scuola in macchina e l’ho lasciato all’angolo. Non mi credono? Dicono che non ci sono andata? Alla polizia ho detto che la vigilessa mi ha sicuramente visto, che chiedessero a lei se è vero oppure no che c’ero».
LO SLIP TROVATO A SANTA CROCE DI CAMERINA E COMPATIBILE CON QUELLO DI LORIS STIVAL
Se da una parte c’è un diluvio di sospetti e insinuazioni nei confronti di una persona che non è formalmente indagata, e che anzi è ancora parte lesa, ora dall’altra si alza un muro di smentite e precisazioni. E l’avvocato Villardita conclude: «Vi prego, restituite un briciolo di dignità alla signora, che nel giro di qualche giorno è stata virtualmente condannata a pena definitiva senza nemmeno essere passata per un processo». Ma la signora ha qualche sospetto su chi è stato a uccidere suo figlio e perchè? «No. Non sa spiegarselo. E si dispera. Nell’attesa che la magistratura le restituisca il corpo di Loris».
il ritrovamento di andrea loris stival foto lapresse 4
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