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ASSENTEISMO SENZA LIMITISMO - I TASSI DI ASSENZA DEI DIPENDENTI DELLE AZIENDE DI TRASPORTI PUBBLICI DELLE GRANDI CITTÀ ITALIANE SONO IN COSTANTE AUMENTO - A TORINO, TRA IL 2019 E IL 2022 I GIORNI MEDI DI ASSENZA PRO CAPITE SONO PASSATI DA 28,5 A 34,7 - IL PROBLEMA E' PIU' PRESENTE TRA QUELLI CHE LAVORANO PER L'AZIENDA DA PIU' TEMPO: SI PASSA DAI 7-8 GIORNI NEL PRIMO ANNO, AI 15-16 NEL SECONDO E GLI OLTRE I VENTI DAL TERZO IN POI - PER FAR FRONTE AL FENOMENO L'AMMINISTRATORE DELEGATO DELLA "GTT", HA DECISO DI LEGARE IL PREMIO DI PRODUZIONE A…
Estratto dell'articolo di Claudia Luise per “la Stampa”
Gtt, l'azienda di trasporto pubblico torinese, ha un problema sempre più grave di assenteismo. Tanto che la società ha deciso di legare il premio di produzione ai giorni di presenza effettivi: un incentivo, oltre allo stipendio, per andare a lavorare. Nell'ultimo trimestre del 2022 si è arrivati a un tasso di assenza del 12,3%, un incremento costante nel tempo […] nello stesso periodo del 2019 era dell'11% e nel 2018 del 10,1%. All'Atac di Roma, dove spesso si è urlato allo scandalo, il tasso è poco più alto (13,5%). Mentre non è possibile fare un paragone con l'Atm (Milano) perché i dati pubblici si fermano al 2019 e allora era dell'8,13%.
Percentuali che, per Gtt, vogliono dire, in pratica, che tra il 2019 e il 2022 i giorni medi di assenza pro capite sono passati da 28,5 a 34,7. Questo se si considerano tutte le mansioni, ma in alcuni ambiti sono molto più alti. Un esempio? Nei parcheggi si è passati da 47,6 giorni a 59,8 e i controllori hanno raggiunto i 71,4 giorni di assenza media annua. […] Eppure per i neo assunti non è così: in generale si passa dai 7-8 giorni nel primo anno, ai 15-16 nel secondo schizzando oltre i venti dal terzo in poi.
Come fare? L'amministratore delegato, Serena Lancione, nominata a giugno dello scorso anno, ha deciso di provare con la strada dei soldi in più per stanare gli assenteisti cronici […] La logica è che, se si migliorano gli indici di produttività e redditività, si possono ottenere le agevolazioni fiscali previste dalla legge con l'applicazione dell'aliquota fiscale del 5% anziché del 35%. L'obiettivo, come si legge nell'accordo, è arrivare a 217,5 giorni di presenza media nel 2023. Così si recupererebbero 6 giorni di lavoro pro capite che su 4mila dipendenti vuol dire, in termini di produttività, circa 4,7 milioni in più.
Una «sfida» come ammettono gli stessi sindacati. In alternativa, per applicare l'aliquota fiscale ribassata, bisogna incrementare del 10% i ricavi da vendite di biglietti ed abbonamenti[…]
Prima di questo accordo i soldi arrivavano indistintamente a tutti. «È un buon compromesso - sostiene Giuseppe Santomauro, segretario generale Filt Cgil Piemonte - ma bisognerebbe valutare i dati sull'assenteismo anche alla luce degli straordinari che vengono fatti. Così risulterebbero coperte tutte le giornate previste per il premio». L'obiettivo, aggiunge Antonio Mollica, segretario della Uil Trasporti, «è ridurre l'assenteismo ma non è scontato riuscirci. Crediamo che i lavoratori accetteranno la sfida, sono soldi in più in un momento in cui ottenere aumenti è praticamente impossibile».
E Antonio Costanza della Fit Cisl conclude: «Gli accordi sui premi di risultato vanno nella direzione di incentivare chi lavora di più e sono sempre legati al recupero della produttività. Quello che non va bene, è il racconto di una azienda piena di fannulloni. Così non è».
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