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Guardate che schifo! È davvero rivoltante! Ditemi se questi possono essere definiti esseri umani! #Hamas non potrà mai più controllare #Gaza, questo è chiarissimo. Questi terroristi dovranno sparire e #Netanyahu fa bene ad andare fino in fondo, per il bene della popolazione… pic.twitter.com/WHk4u72mZe
— Mariano Giustino (@MarianoGiustino) January 30, 2025
Estratto dell’articolo di Fabio Tonacci per “la Repubblica”
ARBEL YEHOUD SPINTONATA E CIRCONDATA DAI MILIZIANI DI HAMAS DURANTE IL RILASCIO A GAZA
Il palco montato tra le rovine di Gaza, come un patibolo al contrario dove Hamas non uccide ma concede la grazia. L’ostensione degli ostaggi, il badge personalizzato con foto che pende dal collo delle soldate, la farsa della firma dei documenti di liberazione cui è obbligata la Croce Rossa, le torme di incappucciati di Hamas che impugnano le armi sottratte all’esercito israeliano, la folla istruita a un caos organizzato.
Sono i dettagli a definire l’oscena coreografia del rilascio dei rapiti: un rito mediatico pensato per essere insieme spettacolare e latore di messaggi, ideato e diretto da al-Lelam al Harbi, il dipartimento media delle brigate al Qassam. È una struttura speculare all’unità di comunicazione dell’esercito israeliano, interna all’ala militare del movimento islamista palestinese e con un riconosciuto portavoce, Abu Obaida, vero nome di Hudayfa Samir Abdallah al Kahlout, nato 40 anni fa nel campo rifugiati di Jabalia.
il ritorno in israele degli ostaggi
Come il portavoce dell’Idf Daniel Hagari che è un generale, anche Abu Obaida è un graduato. «Non è solo un volto coperto dalla kefiah che diffonde comunicati e videomessaggi su canali telegram e tv come Al Quds e al Jazeera », sostiene Guy Aviad, ex ufficiale dell’Idf e autore del libro “La politica del terrore — Lessico essenziale di Hamas”. «Credo che abbia un ruolo nella regia degli eventi mediatici».
Tutti i gruppi jihadisti hanno unità dedicate alla propaganda, ultimamente si servono anche dell’intelligenza artificiale per saturare la Rete con immagini fake. Al-Lelam al Harbi, incardinato nelle brigate al Qassam, ha però un vantaggio ulteriore: si può servire dei mezzi, delle telecamere, dei montatori, dei creativi e dell’expertise dell’Ufficio informazioni governativo di Hamas, un apparato civile che impiega decine di giovani e ha consistenti risorse economiche.
Il capo si chiama Salama Maarouf. «La sceneggiata del palco e della sfilata nella folla è stata concepita da al-Lelam al Harbi in collaborazione con l’Ufficio informazioni, dunque da soggetti come Abu Obaida e Salama Maarouf», spiega a Repubblica una fonte qualificata a conoscenza dell’organigramma del movimento islamista. «Devono però aver avuto l’autorizzazione del consiglio politico di Hamas. Uno che si occupa di questo genere di cose è Basem Naim».
il rilascio della soldatessa israeliana , ostaggio di hamas
[...] «Persino l’agitazione della folla è fasulla», ritiene Michael Milshtein, attento analista dell’area palestinese. «I miliziani sembrano proteggere gli ostaggi da un linciaggio, ma è tutto preparato. Non c’è niente di autentico, è come vedere un pessimo film». Dal centro della propaganda jihadista è venuta fuori anche l’idea di tappezzare con immagini dei leader uccisi Sinwar, Haniyeh, al Arouri, e con inni al massacro del 7 ottobre, Rashid street, la via costiera percorsa da centinaia di migliaia di sfollati per tornare nel nord della Striscia.
ARBEL YEHOUD SPINTONATA E CIRCONDATA DAI MILIZIANI DI HAMAS DURANTE IL RILASCIO A GAZA
È sempre al-Lelam al Harb a girare e post-produrre i filmati degli ostaggi durante la prigionia, su cui si basa la strategia del terrore psicologico. «Utilizzano solo alcuni sequestrati e li fanno parlare in un contesto costruito ad arte», spiega Guy Aviad. «Per esempio, perché hanno scelto Matan Zangauker? Perché sanno che i suoi genitori sono tra i più influenti nel forum delle famiglie». Nella storia di Hamas c’è un momento preciso in cui i miliziani hanno capito che le guerre non le avrebbero vinte sul campo ma su tv e giornali: 17 dicembre 1992. Quel giorno l’esercito israeliano arrestò e deportò a Marj al Zuhur, nel sud del Libano, 415 islamisti.
[...] La coreografia del palco così come le finte pratiche burocratiche, in fondo, rispondono alla medesima logica: dimostrare ai palestinesi che Hamas è un elemento d’ordine, che sa gestire, organizzare e governare. [...]
il rilascio degli ostaggi israeliani traali di folla gaza MIGLIAIA DI PERSONE CIRCONDANO I VAN DELLA CROCE ROSSA - RILASCIO DI BRITON EMILY DAMARI - ROMI GONEN - DORON STEINBRECHER miliziani di hamas controllano il rilascio di briton emily damari romi gonen doron steinbrecher MIGLIAIA DI PERSONE A GAZA CIRCONDANO IL VAN CON BRITON EMILY DAMARI - ROMI GONEN - DORON STEINBRECHER la soldatessa israeliana agam berger con il certificato di liberazione in mezzo ai miliziani di hamas 1
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