austria lockdown

DA IERI IN AUSTRIA NEGAZIONISTI, NO VAX E NO GREEN PASS NON POSSONO PIÙ FREQUENTARE LOCALI PUBBLICI - NIENTE NEGOZI, RISTORANTI, BAR, PALESTRE, CINEMA, CONCERTI, PARTITE DI CALCIO. POSSONO USCIRE PER ANDARE AL LAVORO, MOSTRANDO UN TAMPONE MOLECOLARE. OPPURE MUOVERSI PER FARE LA SPESA E PER RAGIONI DI SALUTE: "È GIUSTO COSÌ. CHI METTE IN PERICOLO LA SALUTE DEGLI ALTRI DEVE STARSENE AGLI ARRESTI DOMICILIARI" - IL PROVVEDIMENTO RIGUARDA 2 MILIONI DI AUSTRIACI SU 8,9 MILIONI DI RESIDENTI…

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Niccolò Zancan per "la Stampa"

 

in austria lockdown per i non vaccinati 3

A Vienna sono finiti i giri di parole. «Lei è vaccinato?». Il signore mostra un certificato medico e si infervora. Il cameriere chiama la polizia, arrivano gli agenti in Singerstrasse, fra la cattedrale, il McDonald's e l'Hotel Royal, caricano quel signore in auto e se ne vanno. «È già successo tre volte questa mattina», dice Alexander Danet, il cameriere in questione. Così ci ritroviamo tutti al «Caffè Aida» con una nuova consapevolezza: i clienti di questo bar sono vaccinati o guariti dal covid, tertium non datur.

 

Da ieri negazionisti, no vax e no green pass non possono più frequentare locali pubblici in Austria. Niente negozi, ristoranti, bar, palestre, cinema, concerti, partite di calcio. Possono uscire per andare al lavoro, mostrando un tampone molecolare. Oppure muoversi per fare la spesa e per ragioni di salute.

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«Oggi Vienna è più vuota», dice l'ingegnere Wolfang Mayer mangiando lentamente una fetta di torta. «Ma è giusto così. Chi mette in pericolo la salute degli altri deve starsene agli arresti domiciliari». Ecco, dicevamo: fine dei giri di parole. Per esempio, il cancelliere Alexander Shallenberg ha definito «vergognosa» la percentuale degli austriaci che hanno ricevuto almeno la prima dose di vaccino: 67% (in Italia, 87%). Ha spiegato la necessità di questo nuovo lockdown rivolto esclusivamente ai No Vax in modo chiaro: «Il mio obiettivo è far vaccinare i non vaccinati».

 

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Il provvedimento riguarda 2 milioni di austriaci su 8,9 milioni di residenti. E il ministero dell'Interno Karl Nehammer ha subito annunciato il nuovo corso: «Potrà succedere in ogni momento. Non importa dove o quando. Ogni cittadino austriaco deve aspettarsi di essere controllato dalla polizia». Poi ha dato mandato ai 32 mila agenti in servizio di chiedere il certificato vaccinale in qualsiasi contesto. Schiamazzi notturni. Incidenti stradali. Controlli di routine. Ogni singolo intervento di pubblica sicurezza comprenderà anche quella fatidica domanda: lei è vaccinato? Te la fanno al ristorante Führich.

 

Così come al mercatino di Natale Am Hof, dove si beve vino caldo o birra gelata all'aperto. Ma gli ingressi sono controllati. Ed lì che una donna di nome Melani, con l'uniforme di una security privata, chiede vaccinazione e documento d'identità: «Oggi abbiamo già dovuto litigare troppe volte. Sono stata costretta a chiamare altri colleghi per far tornare la calma. Non è facile spiegare le nuove regole».

 

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Le multe per chi organizza un evento illegale - cioè con i No Vax - arrivano a 30 mila euro. Per un cittadino refrattario ai controlli si parte da 1450 euro. Per usare la frase più abusata del momento, l'Austria sta cercando di «salvare il Natale» con il dubbio di non riuscirci. Il Paese è definito «zona a alto rischio».

 

I controlli all'aeroporto sono diventati stringenti. È stato introdotto l'obbligo di mascherina FFP2 per tutti i viaggiatori, vaccinati o meno. E da ieri anche gli studenti delle scuole elementari austriache dovranno indossarla durante le ore di lezione. Proprio per i bambini dai 5 agli 11 anni è partito un progetto pilota di vaccinazione. Ma saranno duecento somministrazioni al giorno: una piccola goccia nel mare di questa nuova grande paura.Anche il ministro della Sanità non ha usato sofismi.

 

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«I non vaccinati si infettano sei volte più dei vaccinati», ha detto Wolfgang Mückestein. «Questo lockdown è stato necessario perché la situazione nelle terapie intensive è drammatica». Aggiungendo poi una frase che ha gettato tutti nello sconforto: «Ulteriori restrizioni per le uscite notturne sono già in discussione».

 

E le restrizioni riguarderebbero tutti i cittadini austriaci. Ecco perché forse è già troppo tardi. Ieri in Austria ci sono stati 11.746 nuovi contagi. La media settimanale di 15 mila infezioni al giorno sta salendo: quasi 850 casi ogni centomila abitanti. Adesso vaccinati e non vaccinati faranno esistenze separate, almeno per quindici giorni, in quello che è il primo lockdown europeo dedicato a chi non vuole prendersi cura di se stesso e della collettività. Così si spiega questa città mezza vuota. Ecco perché due signore scappano via con poca voglia di parlare: «Comunque la si pensi, è una bruttissima situazione».

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I commercianti hanno paura di perdere incassi. Ovvio: tre viennesi su dieci non possono più uscire di casa e quindi spendere. Il governo promette sostegni. Ma nessuno pensava di ritrovarsi di nuovo a questo punto. A rendere persino grottesco il novembre viennese, c'è la notizia che uno dei più famosi No Vax del Paese, Herbert Kickl, il segretario del partito dell'ultra destra negazionista, da ieri ha il covid. Consigliava vermicidi e medicine astruse. Ora dovrà stare in quarantena e saltare la manifestazione prevista per sabato.

 

Alexander Schallenberg

Ai piedi della cattedrale di Santo Stefano, uno dei simboli della città, hanno già acceso le luminarie di Natale e montato le casette delle feste. Non c'è un solo turista in visita a Vienna che non arrivi fino a qui per scattare una fotografia. «Io non lo so perché ci siamo ridotti in questo maniera», dice sconsolata la signora Margareta Pohler dietro al bancone del suo chiosco di liquori. Oggi non si ferma nessuno. «A me non piacciono i lockdown, mi piace la libertà, mi piace la città piena di vita. Ecco cosa devono fare gli austriaci. Che vadano tutti a vaccinarsi! Ma subito! Prima che sia troppo tardi».