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Estratto dell’articolo di Paola Di Caro per il “Corriere della Sera”
Dice che «sospetti» veri e propri non ne ha, ma «qualche idea» se l’è fatta. Sul dossieraggio ai danni suoi — «Ma di me sai che mi importa, ci sono allenato» ripete — e dei suoi figli «il primo e l’ultimo», e quello sì che lo fa infuriare. […]
[…] «In Italia ormai chi non è dossierato neanche una volta non conta nulla...», scherza. Ma poi torna serio. E appunto, si sfoga sull’episodio delle intercettazioni che in effetti fanno piuttosto riflettere. La richiesta di ricerche sul presidente del Senato, infatti, ha una data precisa: il 19 maggio 2023.
ignazio la russa enrico pazzali carmine gallo - lapresse
Che, anche se La Russa dice in tivù che non vuole tornare sui fatti, è un giorno molto particolare, perché è la notte precedente a quella in cui il figlio Leonardo Apache trascorre la serata con una ragazza che poi lo denuncerà per stupro. E della denuncia, assicura, lui stesso e la sua famiglia erano venuti a conoscenza soltanto 40 giorni dopo, anche perché è la stessa ragazza ad averla presentata 40 giorni dopo il fatto.
In realtà, dalle intercettazioni, sembra che la richiesta di informazioni riguardasse più il figlio maggiore di La Russa, non Leonardo Apache, ma Geronimo, ma forse il presidente del Senato sa più di quello che finora è uscito. Da qui i sospetti su qualcosa che va oltre il semplice dossieraggio, quasi l’ipotesi — che lui non evoca ma che è probabile pensi — che il caso che riguarda suo figlio sia stato montato da qualcuno.
ignazio la russa presentazione del libro perche l italia e di destra gnam
Ma chi? Il fondatore di Fratelli d’Italia parla appunto di «data molto sospetta», che «non può essere una semplice coincidenza». Per questo pretende che «chi ha fatto questa ricerca (peraltro il suo vecchio amico Enrico Pazzali, la cosa che lo sorprende di più, ndr ) mi dica chi gli ha commissionato quelle ricerche, lo dica ai magistrati». Secondo lui infatti, è ancora più importante sapere chi ha chiesto di muoversi per spiare i suoi figli che il fatto in sé: «Sì, è più importante delle loro responsabilità».
ENRICO PAZZALI ATTILIO FONTANA
E qui quasi l’urlo: «A chi non ha potuto dire no quando gliel’hanno commissionato quel dossieraggio? Chi è il mandante?». Del Debbio gli chiede se, trattandosi di una società, l’Equalize, della quale La Russa aveva detto di non conoscere nemmeno l’esistenza, non esistano fatture, carte, qualcosa che dimostri appunto per chi si è svolto quel «lavoro». E il presidente del Senato replica: «C’è anche il nero... Però sì , qualche fattura ci può essere, ci può essere il nome». Infine la domanda sui sospetti, che non ha una risposta netta: «Qualche idea me la sono fatta, ma diciamo che non è un sospetto...». […]
Leonardo Apache La Russa in Procura a Milano per l interrogatorio - 1
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