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TRUMP, MISSIONE FALLITA – IL “NEW YORK TIMES” RIVELA CHE NEL 2019 “THE DONALD” MANDÒ UN GRUPPO DI NAVY SEALS IN NORD COREA: L’OBIETTIVO ERA PIAZZARE UN APPARATO PER INTERCETTARE LE COMUNICAZIONI DEL LEADER KIM JONG UN – MA QUALCOSA ANDÒ STORTO: I SOMMERGIBILI VENNERO AVVISTATI DA ALCUNI PESCATORI CHE GLI AMERICANI SCAMBIARONO PER MILITARI. I NAVY SEALS FECERO FUOCO, LI UCCISERO E AFFONDARONO LA BARCA – GLI STATUNITENSI FURONO COSTRETTI A RIPIEGARE MENTRE NEI GIORNI SUCCESSIVI I NORDCOREANI, INSOSPETTITI, SETACCIARONO LA ZONA…
Estratto dell’articolo di Guido Olimpo per www.corriere.it
Una missione ad alto rischio in Nord Corea affidata ai Navy Seals, un’operazione fallita e conclusasi con l’uccisione di alcuni pescatori. Una storia rimasta segreta svoltasi nel 2019 e svelata solo ora da uno scoop del New York Times.
La prima parte del racconto riguarda la diplomazia. La Casa Bianca, nel 2018, cerca un dialogo con Pyongyang, ma gli americani sono «ciechi». Hanno poche informazioni sulla controparte ed allora decidono una mossa pericolosa autorizzata dal presidente in persona viste le possibili ripercussioni.
Il Pentagono prepara un’incursione affidata al Seal Team 6 Red Squadron: i commandos dovranno sbarcare sulla costa nord coreana e piazzare un apparato per intercettare le comunicazioni del leader Kim Jong un. I militari si addestrano per mesi, sono consapevoli delle difficoltà, improbabile che abbiano sponde all’interno di un Paese chiuso e sorvegliato. L’ordine arriva ai primi di febbraio, qualche settimana prima del summit ad Hanoi tra Kim e Donald Trump.
Un sommergibile d’attacco si avvicina, nell’oscurità, alla penisola, dagli hangar sul ponte vengono rilasciati due mini-sub, ognuno trasporta 4 incursori. In appoggio, al largo un’unità di rinforzo e un elicottero con caratteristiche stealth: sono le «riserve» pronte ad intervenire in caso di emergenza.
missione segreta dei navy seals in nord corea voluta da donald trump
I minisub arrivano sotto costa ma uno dei due è posizionato male, un po’ distante dalla posizione prevista. Secondo il New York Times sorge qui il primo nodo. I commandos «sbarcano» e sono pronti ad eseguire il loro compito.
Ma ecco il secondo guaio. Imprevisto. Appare un piccolo battello nord coreano, chi è a bordo forse si è accorto di qualcosa di strano. Infatti, i marinai usano le torce e uno di loro si lancia in mare: è molto probabile che il secondo minisub costretto a spostarsi per raggiungere la posizione prestabilita abbia fatto scattare i sospetti.
I Seals – prosegue la ricostruzione – non possono comunicare con il comandante sul sottomarino e l’operatore più alto in grado apre il fuoco contro il battello, subito imitato dai compagni. Poi i commandos raggiungono lo scafo e dopo una rapida perquisizione scoprono di aver ucciso un pugno di pescatori e non dei soldati. A quel punto li gettano in mare dopo aver provocato ferite profonde ai polmoni – in modo da non farli riemergere -e affondano la barca.
L’inserimento è andato male (questa la versione), il team rientra sul sommergibile d’appoggio senza ulteriori guai. Nei giorni seguenti i satelliti spia annoteranno un’intensa attività da parte di mezzi nord coreani nella zona ma il regime non darà alcuna notizia. A fine novembre ci sarà poi il colloquio dei due presidenti in Vietnam, un contatto diretto finito senza esito.
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navy seals 7
il terzo incontro tra donald trump e kim jong un 2
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