DAGOREPORT - L’ASSOLUZIONE NEL PROCESSO “OPEN ARMS” HA TOLTO A SALVINI LA POSSIBILITA’ DI FARE IL…
Giulia Veltri per la Stampa
Lui 47 anni, divorziato e con due figli e insegnante di violino in un liceo. Lei 23 anni, allieva pianista e aspirante compositrice. Una storia d’amore nata sotto il segno della musica classica e che va avanti da un anno, nelle aule del conservatorio Torrefranca di Vibo Valentia sotto gli occhi di tutti e a dispetto, soprattutto, della forte opposizione della famiglia di lei. Un amore difficile macchiato di sangue.
Ieri mattina, infatti, la madre della ragazza decide di provare a fermare definitivamente una relazione giudicata «scandalosa». Alle 11.20 - nel pieno delle lezioni al Conservatorio - si presenta nell’aula in cui l’insegnante e la figlia si trovano da soli ed esplode sei, sette colpi di pistola contro l’uomo. Lo colpisce all’addome, al volto, agli arti superiori. La vittima, Domenico Lombardo, originario di Arena, in provincia di Vibo Valentia, prima è trasportato all’ospedale del posto, ora lotta fra la vita e la morte dopo essere stato condotto d’urgenza a Palermo.
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La donna, invece, Caterina Cananzi, 50 anni, casalinga di Rizziconi (Reggio Calabria), è stata arrestata dalla squadra mobile e, dopo l’interrogatorio, è formalmente accusata di tentato omicidio, anche se l’accusa potrebbe trasformarsi in omicidio volontario nel caso Lombardo dovesse morire. «La subcultura della violenza - questa la riflessione di Mario Spagnuolo, procuratore capo del capoluogo calabrese - si appropria di ogni ambito. Non sparano solo i mafiosi. Purtroppo vige la legge del “mi faccio giustizia da solo e a ogni costo».
Ma cosa è accaduto ieri mattina a Vibo Valentia? La ragazza, come ogni mattina, da Rizziconi - paese nella piana di Gioia Tauro ma vicinissimo a Vibo - si reca al Conservatorio Torrefranca per fare lezione e incontrare l’amante, che non insegna nel conservatorio bensì in un liceo musicale della città. Si vedono e si appartano in un’aula del palazzo storico che ospita la scuola. A metà mattinata, arriva la madre della giovane. È una madre di famiglia, giudicata dai conoscenti come una signora irreprensibile. Non ha mai accettato la relazione della figlia con un uomo di quasi 25 anni più grande, con un matrimonio alle spalle e figli grandi.
Ha una pistola nascosta nella borsa, gira aula per aula fino a quando non trova la figlia. Ingaggia una discussione animata con l’insegnante, ribadisce la sua contrarietà alla relazione e in un lampo estrae l’arma, legalmente detenuta - scopriranno in seguito gli agenti della squadra mobile che seguono il caso. Spara la donna, spara quasi all’impazzata contro l’uomo. L’insegnante è a terra in una pozza di sangue, la ragazza in un angolo sotto shock.
«È una vicenda molto triste - dice ancora Spagnuolo - Crediamo ci siano molti aspetti da chiarire in ordine alla relazione tra la persona ferita e la figlia della donna arrestata dalla polizia».
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