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Irene Famà per "la Stampa"
BIGLIETTI CONTRO COPPIA GAY IN UN CONDOMINIO TORINO
«Quelli come voi non sono graditi». Quelli come voi chi? «Gli omosessuali». Minacce e volantini omofobi: in uno stabile di Torino una diatriba di condominio, una delle tante che accadono tra vicini di casa, diventa il pretesto per mettere alla gogna una coppia. E i volantini comparsi il 29 settembre sulle scale, sull'ascensore e sulla porta d'ingresso del palazzo in un quartiere periferico della città, lo spiegano bene. Ogni riga è un insulto, ogni riga trasuda livore omofobo.
«Chiarimenti rivolti alle fate ignoranti. Con riferimento all'ultimo pizzino affisso dai diversamente sessuati». E ancora: «Siete affetti da un'ignoranza che è seconda solo alla vostra sete di riscatto sociale che non avverrà mai! Ci fate pena!». Il resto sono volgari insulti a sfondo sessuale. Irripetibili. Nessuna firma, solo poche righe aggiunte a mano: «Si propone una riunione "interparte" allo scopo di raccogliere le firme per mandarli via. Estirpiamo questo cancro!».
Alex, 44 anni, insieme con il compagno, abita lì dal 2018. «Da settembre sono iniziati i problemi» racconta. Questioni di perdite d'acqua, di ordinanze mancanti per alcuni lavori, di assemblee di condominio non convocate. Alex vuole cambiare l'amministratore, si spende in prima persona e per la revoca intraprende vie legali: qualcuno è d'accordo, qualcun altro no. A luglio, nell'androne compare una prima lettera.
Tre pagine di recriminazioni su questioni della casa, dove si fanno nomi e cognomi e c'è la firma di due inquilini. Alex e il compagno vengono definiti «truffatori». Scatta la denuncia. Poi compaiono gli altri volantini, questa volta anonimi. «Minacce, insulti perché sono omosessuale. Frasi vergognose su fogli A4 affissi anche sulla porta di casa mia» spiega il 44enne, che torna a rivolgersi ai carabinieri. E con sé porta anche una registrazione. Lui è sul pianerottolo e parla con un'amica.
«Chi è salito in ascensore mi ha detto che avevo finito di vivere». Lo stesso che a un'inquilina avrebbe spiegato che «quello lì, prima o poi, l'avrebbe fatto sistemare da suo nipote che è grande e grosso». Pochi giorni fa un nuovo episodio. Alex trova la sua auto danneggiata: «Mi hanno spaccato i nottolini». La minaccia viene messa nero su bianco su un biglietto infilato nella buca delle lettere: «Per ora ci limitiamo alla macchina. Presto vi manderemo via da questo condominio. Quelli come voi non sono graditi».
Paura di rientrare a casa? «No, ma c'è tanta amarezza. Un conto è avere dei dissidi con chi abita nello stesso palazzo o con chi lo amministra, un conto è essere minacciati e insultati per il proprio orientamento sessuale. Non mi era mai successo». Alex è battagliero. «Trasferirmi? Assolutamente no. Questa vicenda mi dà ancora più ragione di stare lì. Nella speranza che cambi qualcosa».
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