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Alessio Ribaudo per il “Corriere della Sera”
Due facce della stessa medaglia: il cambiamento climatico. Da una parte gli Stati Uniti orientali che sono in ginocchio per la tempesta artica che ha provocato oltre 60 morti e dall'altra parte c'è l'Italia che archivierà il 2022 come il più caldo degli ultimi 222 anni, ovvero da quando esistono le rilevazioni nel nostro Paese.
Un record che è stato svelato da un monitoraggio dell'Istituto per le scienze dell'atmosfera e del clima (Isac) del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr). Per i ricercatori il primato sarà doppio: sia per le temperature massime che per le medie. Al 2018, che deteneva il record, resterà solo quello delle minime più alte.
«Il trend delle temperature dei primi 11 mesi dell'anno sembra essere confermato da dicembre - spiega il climatologo Giulio Betti di Lamma-Cnr -. Tra gennaio e novembre, rispetto alla base climatologica del periodo 1991-2020, l'anomalia a livello nazionale è stata in media di +1,06 gradi con punte di 1,38 a Nord, 1,01 al Centro e 0,85 al Sud». Sino a San Silvestro non ci saranno inversioni di tendenza: per i meteorologi la colonnina di mercurio resterà sopra la media in tutto il Paese.
Un innalzamento continuo delle temperature che - per le analisi dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) - va avanti dal 2000. Da allora, spiegano da Ispra, «le anomalie rispetto alla base climatologica 1991-2020 sono state sempre positive a eccezione del 2004, 2005, 2010 e 2013».
Questa situazione ha comportato anche gravi perdite economiche. Coldiretti stima che, solo nel 2022, il nostro settore agricolo ha subito danni per sei miliardi di euro. Per gli esperti ci sono delle spiegazioni. «L'Italia si è riscaldata di 1,8 gradi negli ultimi 40 anni - ricorda Betti - e mai come quest' anno sono "dimagriti" i ghiacciai sulle Alpi. Il 2022 è stato particolare per via di fenomeni come La Niña che ha prodotto un effetto rinfrescante e di rallentamento del riscaldamento globale ma ha generato eventi estremi persino all'interno degli stessi cambiamenti climatici.
Non escludo che quando tornerà a sprigionare i suoi effetti El Niño, il fenomeno opposto alla Niña , l'aumento delle temperature, su scala globale, potrà essere maggiore del 2022». Nel resto del mondo, però, l'anno più caldo rimane il 2016. Anzi, negli ultimi giorni ci sono state diverse morse di gelo fra cui una pesante in Giappone dove ci sono state almeno 17 vittime e centinaia di feriti a causa delle forti nevicate.
«La differenza - evidenzia Betti - avviene perché l'Italia e l'Europa, sono un hot spot dei cambiamenti climatici: siamo prossimi a zone favorevoli a grandi flussi di calore. Per questo si sono avuti anche eventi estremi che storicamente capitano nel Nord America».
«Sono le conseguenze - dice Bernardo Gozzini, direttore del Lemma-Cnr - del jet-stream , la naturale circolazione d'aria ad andamento sinuoso che a 9-12 km di altitudine attraversa il Pianeta, influenzando il posizionamento dei sistemi di alta e bassa pressione. Nel caso specifico, l'intensità del jet-stream può essere stata influenzata, a sua volta, dai cambiamenti climatici, determinando temperature molto basse negli Usa o nella penisola scandinava e miti nel bacino del Mediterraneo a causa del richiamo d'aria di origine nordafricana».
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