scontri tra pro pal e polizia a londra - 5 shabana mahmood

IN ITALIA LA SINISTRA SI SCHIERA COMPATTA CON I PRO-PAL. NEL REGNO UNITO INIZIA A PRENDERNE LE DISTANZE – IL MINISTRO DELL’INTERNO INGLESE, SHABANA MAHMOOD (MUSULMANA E FIGLIA DI DUE PAKISTANI), BOLLA LE MANIFESTAZIONI VIOLENTE “DISONOREVOLI E ANTI-BRITANNICHE”. LE PROTESTE CONTRO ISRAELE NON SI SONO FERMATE NEMMENO DI FRONTE ALL’ATTENTATO ALLA SINAGOGA DI MANCHESTER, DOVE UN JIHADISTA HA UCCISO DUE EBREI DURANTE LE CELEBRAZIONI DI YOM KIPPUR – ISRAELE ACCUSA IL GOVERNO DI STARMER DI AVER ALIMENTATO L’ANTISEMITISMO CON IL RICONOSCIMENTO DELLO STATO DI PALESTINA…

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Sintesi dell’articolo di Ciaran Foreman, Trainee Reporter e Tom Cotterill per https://www.dailymail.co.uk/

 

scontri tra pro pal e polizia a londra 2

Il Regno Unito è sotto shock dopo l’attentato alla sinagoga di Heaton Park, a Manchester, in cui il 35enne Jihad Al-Shamie ha investito e accoltellato fedeli ebrei durante Yom Kippur, uccidendo Adrian Daulby, 53 anni, e Melvin Cravitz, 66, e ferendo altre persone.

 

L’attentatore, cittadino britannico di origini siriane naturalizzato nel 2006, è stato ucciso dalla polizia sette minuti dopo l’inizio della strage. Indossava un giubbotto sospetto, rivelatosi poi non esplosivo, e avrebbe tentato di entrare nella sinagoga, respinto dall’intervento coraggioso del rabbino Daniel Walker e di alcuni fedeli, tra cui Yoni Finlay, rimasto ferito nel caos dello scontro a fuoco con gli agenti.

 

 

Shabana Mahmood

L’episodio ha innescato un acceso dibattito politico e sociale. La comunità ebraica britannica, già colpita da un’ondata di antisemitismo dopo l’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023, denuncia che le continue manifestazioni pro-Palestina alimentano un clima di odio.

 

Il Rabbino capo del Regno Unito, Ephraim Mirvis, ha invitato il governo a “prendere il controllo” delle proteste, ritenute pericolose e fonte di incitamento. Secondo il rabbino, vi è un legame diretto tra la retorica ostile in piazza e atti terroristici come quello di Manchester.

 

attentato sinagoga di manchester

Le marce di solidarietà con la Palestina, infatti, non si sono fermate nemmeno dopo la strage. A Londra centinaia di attivisti hanno manifestato davanti a Downing Street gridando slogan come “Free Palestine”, con momenti di tensione e scontri con la polizia che hanno portato a 40 arresti.

 

A Manchester, a pochi chilometri dal luogo dell’attacco, altri cortei hanno accusato Israele di genocidio e pulizia etnica, mentre una manifestante ha urlato di “non fregarsene nulla della comunità ebraica”.

 

scontri tra pro pal e polizia a londra 3

Le tempistiche, coincidenti con il lutto della comunità ebraica, hanno suscitato sdegno bipartisan: la ministra dell’Interno Shabana Mahmood ha definito simili raduni “disonorevoli e anti-britannici”, chiedendo una pausa delle proteste “per lasciare spazio al dolore delle famiglie colpite”.

 

La Metropolitan Police ha chiesto al gruppo Defend Our Juries di annullare la prevista manifestazione di sabato in Trafalgar Square, temendo disordini e carenza di forze per proteggere le comunità vulnerabili. L’organizzazione ha rifiutato, replicando in modo provocatorio: “Non arrestateci allora”. La polizia ha accusato i promotori di voler incoraggiare la violazione di massa della legge e di sottrarre risorse preziose alla sicurezza.

 

 

attentato sinagoga di manchester 3

La vicenda ha riacceso le polemiche politiche: esponenti come Robert Jenrick e Susan Hall hanno condannato i cortei come “vergognosi” e “irrispettosi”, mentre Sir Keir Starmer ha denunciato il riemergere dell’odio antisemita.

 

L’esecutivo israeliano, però, ha criticato Londra per il recente riconoscimento dello Stato di Palestina, considerato un segnale incoraggiante per chi odia Israele. Mahmood ha respinto l’accusa, ribadendo che “l’unico responsabile è l’attentatore” e che il governo continuerà a impegnarsi sul fronte diplomatico per due Stati.

 

proteste pro pal a londra

Intanto emergono dettagli sulla vita di Al-Shamie: cresciuto a Manchester da una famiglia residente da trent’anni, lavorava come tutor di inglese e informatica, padre di un bambino. Vicini lo descrivono come solitario, a volte in abiti tradizionali, altre in vesti occidentali. Non risultava segnalato ai servizi di sicurezza né al programma Prevent. Restano ignote le motivazioni precise del gesto, ma la paura nelle comunità ebraiche è tornata altissima.

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attentato sinagoga di manchesteraccoltellamento fuori una sinagoga a manchester 3

 

accoltellamento fuori una sinagoga a manchester 5attentato sinagoga di manchester 2

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