DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Noemi Penna per la Stampa.it
Tremila «laghi» salati incastonati in una valle sacra. Le saline di Maras, in Perù, regalano un colpo d'occhio davvero spettacolare. Siamo nella cosiddetta Valle Sagrado e queste pozze esistono già dal Tahuantinsuyo, ovvero dal periodo di dominio Inca.
Si tratta di pozze in cui l'acqua salina fuoriesce dal sottosuolo. Qui il sole fa ciclicamente evaporare gli specchi d'acqua lasciando in superficie un delicatissimo sale rosa. La lavorazione viene eseguita ancora come nella notte dei tempi, e i turisti possono assistere anche alla «raccolta» che precede la vendita. Uno spettacolo nello spettacolo sulle Ande peruviane, a 3.300 metri di quota, proprio dove scorre il fiume Urubamba.
Ma non è da lì che arriva il sale. L’acqua sgorga grazie a un sistema idraulico che attinge da una fonte di acqua salata sotterranea, chiamata Qoripujo. Un lavoro ingegneristico datato 200 dopo Cristo, che si è perfettamente conservato nel corso dei secoli.
Ogni vasca è grande quattro metri quadrati con una profondità che non supera i trenta centimetri. Tanti piccoli laghi che creano suggestivi riflessi che vanno dal bianco all'azzurro, dal giallo al rosa, soprattutto all'alba e al tramonto, quando la collina si trasforma in un quadro cubista.
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