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“LUI AVEVA SEMPRE VOGLIA DI FARE SESSO E SE RIFIUTAVO MI INSULTAVA” - IN PROVINCIA DI VITERBO UNA 44ENNE ROMENA HA PORTATO IN TRIBUNALE IL MARITO: “MI DICEVA CHE ERO UNA PUTTANA PERCHE’ SECONDO LUI AVEVO UN ALTRO E MI OFFENDEVA FINCHE’ NON CEDEVO. MI CONTROLLAVA IL CELLULARE E SI UBRIACAVA TUTTI I GIORNI E UNA VOLTA…”

Sil.Co. per http://www.tusciaweb.eu

 

VIOLENZA DOMESTICA

Capranica – “Mi ha fatto vivere 19 anni d’inferno”. A parlare così in tribunale dell’ex marito, sotto processo per maltrattamenti in famiglia e violenza sessuale, è una 44enne d’origine romena. “Lui aveva sempre voglia di fare sesso e se io mi rifiutavo mi dava della puttana, diceva che era perché avevo un altro, finché non cedevo”, ha detto la donna, parte civile con l’avvocato Luigi Mancini.

 

La donna – emigrata in Italia, a Capranica, nel 2008, assieme all’uomo (sposato nel 1998) e alle due figlie – sarebbe stata segregata in casa dal marito che, geloso e possessivo, le avrebbe messo le mani addosso tutti i giorni per futili motivi e l’avrebbe costretta a fare sesso tutte le sere. La figlia più grande, oggi diciottenne, ha testimoniato anche lei in aula. Contro il padre.

 

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La figlia più piccola, nel novembre 2013, quando la madre ha denunciato il marito, durante la sua festa di compleanno, sarebbe stata colpita violentemente dal padre a una mano con una forchetta, che le ha lasciato il segno: “Perché voleva a tutti i costi che mangiasse anche il pane, le ha detto ‘senza pane non si mangia’ e poi le ha infilato la forchetta nella mano”, ha spiegato la madre, che sarebbe stata insultata e picchiata quotidianamente davanti a entrambe.

 

Una testimonianza sofferta quella della vittima. Davanti all’ex coniuge, detenuto per altra causa e scortato in aula dalla penitenziaria, che per tutto il tempo non ha fatto che commentare e cercare di mettere in difficoltà la donna, facendosi riprendere duramente dalla presidente del collegio, giudice Silvia Mattei, che ha minacciando di farlo allontanare se avesse insistito a disturbare.

 

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L’imputato è però anche lui ammutolito di fronte alla toccante e commovente deposizione della figlia diciottenne, in lacrime mentre raccontava cosa faceva il padre alla madre fin da quando era piccola.

 

“Gli episodi erano tutti uguali – ha raccontato – tutti i giorni lui trovava il modo di scatenare litigi che nascevano dal nulla e che finivano sempre in botte. La mamma non poteva neanche rispondergli che lui passava alle mani. Schiaffi, spinte, la riempiva di lividi. La mamma era sempre a casa con noi, non le permetteva di avere amiche o amici. Era geloso. L’ultima volta, quando abbiamo chiamato i carabinieri, le urlava che l’avrebbe buttata dal balcone”.

 

“Ma la mamma alzava le mani verso suo padre'”, le ha chiesto il difensore Vincenzo Petroni. “Certo che no”, la risposta. “Quanti schiaffi e calci le ha dato?”. Una sola parola: “Troppi”. “Mi picchiava già in Romania, anche quando ero incinta. Poi in Italia è peggiorato. Sempre per la gelosia. Mi vietava di uscire, non voleva che lavorassi, mi diceva che andavo a fare la puttana. Voleva che facessi solo la moglie, come sua sorella e sua madre. Mi costringeva a fare sesso tutte le sere. Mi controllava il cellulare e si ubriacava tutti i giorni. Mi prendeva sempre a schiaffi sul viso. Una volta sono dovuta restare nascosta quindici giorni in casa per i lividi. Lui fuori era un’altra persona, ma in famiglia era un tormento”, ha detto l’ex moglie, mentre i vari episodi si accavallavano.

Il processo riprenderà il prossimo 6 novembre.