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IN SARDEGNA RESTANO CONSENTITE LE SERATE IN DISCOTECA O ALTRI LOCALI NOTTURNI ALL'APERTO, RISPETTANDO IL DIVIETO DI ASSEMBRAMENTO E L'OBBLIGO DI ALMENO UN METRO DI DISTANZIAMENTO (CHE DIVENTANO 2 SE SI ACCEDE ALLA PISTA DA BALLO) - LO HA DECISO IL GOVERNATORE SOLINAS CHE HA RINNOVATO L’AUTORIZZAZIONE REGIONALE DOPO LA PROTESTA DEI GESTORI DEI LOCALI: “ABBIAMO GIÀ ORGANIZZATO EVENTI PER MILIONI DI EURO, SIAMO PRONTI A LICENZIARE CENTINAIA DI DIPENDENTI”
1 - CORONAVIRUS: DISCOTECHE RESTANO APERTE IN SARDEGNA
(ANSA) - In Sardegna restano consentite le serate in discoteca o altri locali notturni all'aperto, rispettando le misure anti covid come il divieto di assembramento e l'obbligo di distanziamento interpersonale di almeno un metro (due se si accede sulla pista da ballo) "a seconda della capienza massima del locale". Lo ha deciso il governatore Christian Solinas con un'ordinanza firmata a tarda sera. Nel provvedimento di legge che la scelta di tenere aperti questi locali è dettata dall'"attuale situazione epidemiologica del contagio da Covid-19 nel territorio sardo".
2 - SERATE SOLD OUT, DISCOTECHE CHIUSE LA COSTA SMERALDA NON BALLA PIÙ
Nicola Pinna per “la Stampa”
Con le ragazze immagine che distribuiscono inviti lungo la spiaggia di Capriccioli non si può parlare di Dpcm, di ordinanze regionali o di indice Rt. Loro hanno da far circolare un messaggio e ci provano in tutti i modi, nonostante le troppe domande di chi ha già saputo della decisione delle ultime ore: «Il nostro locale non chiuderà, d'altronde le sale da ballo all'aperto possono continuare a funzionare. Se comprate ora la prevendita potete usufruire anche dello sconto». Le pr la questione la liquidano così, ma alla vigilia di Ferragosto la Costa Smeralda è alle prese con una situazione paradossale.
La Sardegna era tra le regioni che all'inizio di luglio avevano deciso di autorizzare le danze: solo nei locali all'aperto e nel rigoroso rispetto delle solite - e spesso trascurate - regole sul distanziamento. A metà stagione, nel cuore dell'estate più incerta e più rischiosa di sempre, si cambiano le carte in tavola: l'ultimo Dpcm firmato dal premier continua a non menzionare le discoteche tra le attività che possono ripartire e a 3 giorni dal momento di massimo afflusso anche la Regione sarda decide (ma senza metterlo nero su bianco) che le luci dei locali si devono abbassare.
La novità che fa tremare la movida smeraldina è la scadenza di un'ordinanza che il governatore sardo Christian Solinas per il momento sembra intenzionato a non rinnovare. Era solo quello il documento che autorizzava i locali a far partire il grande circo del divertimento notturno, ma senza la proroga la musica si spegne. Scaduta l'autorizzazione regionale, dunque, l'unica regola da rispettare è quella nazionale. Discoteche chiuse: tutte e subito. I gestori che protestano, chiedendo chiarezza e provando a difendere il popolo della notte, per il momento non mandano via i clienti: «Le autorità ci dicano subito cosa dobbiamo fare - dicono a Porto Cervo -. Abbiamo già organizzato eventi per milioni di euro, siamo pronti a licenziare centinaia di dipendenti».
Mentre i ragazzi in spiaggia provano a organizzarsi la serata, tra chi tenta ancora di prenotare un tavolo e chi spera di non perdere il biglietto già pagato, arrivano i dati dei contagi delle ultime 24 ore. E molti dei casi che fanno lievitare il bilancio dei positivi arrivano proprio dalle discoteche. Il caso più preoccupante è in Sardegna, sull'isola di Carloforte, dove venti ragazzini (alcuni hanno appena 14 anni) sono stati contagiati durante una serata a molti decibel. In 500 sono già stati sottoposti al tampone e l'esito delle prime analisi rischia di far diventare la piccola isola di San Pietro una specie di zona rossa.
Di eventi annullati e di locali chiusi si parla anche in altre zone d'Italia, da Catania a Marina di Pietrasanta, per arrivare fino a Vercelli. Dei rischi della movida folle i virologi parlano da settimane e riascoltati oggi i loro appelli sembrano profetici: «I ragazzi che vogliono divertirsi rispettino le precauzioni: molti dei nuovi positivi sono giovanissimi». A Carloforte turisti e residenti tremano.
Le ultime notizie sui contagi hanno convinto il governatore a mettere in pausa la musica a stagione già avviata: «In realtà non abbiamo mai detto di voler chiudere le discoteche - sottolinea Christian Solinas, scaricando subito la responsabilità sul governo -. L'unica certezza è che esiste un Dpcm che impedisce l'apertura delle discoteche e lascia alle Regioni la possibilità di prendere decisioni diverse. Dopo Carloforte, stiamo facendo valutazioni per capire come arrivare a una sintesi». I tempi delle decisioni tecniche e scientifiche non sembrano compatibili con i programmi delle prossime serate.
Al Phi Beach di Baja Sardinia, diventato una specie di tempio del divertimento made in Costa Smeralda, questa settimana arrivano molti dei deejay più famosi d'Europa: «Abbiamo già speso 600 mila euro per pagare gli artisti e incassato altrettanto dai clienti per il biglietto: come dobbiamo comportarci? - chiede il titolare Luciano Guidi -. Rispettiamo il distanziamento, a tutti viene misurata la temperatura e i 140 dipendenti hanno fatto corsi sulla sicurezza. Questa situazione assurda rischia di creare un danno pazzesco. Si faccia chiarezza e si smetta di colpevolizzare il divertimento. Gli assembramenti si creano anche nelle città o nelle spiagge».
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