INCHINO A NICK MANO FREDDA – PER RADDRIZZARE LA CONCORDIA UN DREAM TEAM DI 11 SUPERTECNICI GUIDATI DAL NUOVO EROE DEL GIGLIO: UN SUDAFRICANO CACCIATORE DI RELITTI PERFETTI

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Da "La Stampa"

È il cuore dell'operazione Concordia. L'hanno chiamata «control room», una manciata di container blu posizionati sulla piattaforma Polluce vicino alla prua della nave. Dentro, undici super tecnici della Titan Micoperi guidati dal «Senior Salvage Master», Nick Sloane. Undici uomini d'oro, come li ha chiamati Franco Gabrielli.

La «control room» serve a trasmettere tutti i comandi e ricevere segnali da questa posizione remota, ad esempio attivare i martinetti idraulici, aprire e chiudere le valvole dei cassoni, ricevere informazioni sulla posizione del relitto, attraverso due cordoni ombelicali installati (uno di back-up all'altro) per garantire il collegamento fra la «control room» e il relitto.

Ogni componente del team ha una propria specializzazione: un tecnico dedicato al controllo della zavorra, piloti di Rov (robot subacquei), ingegneri specializzati nel funzionamento degli strand jack, un ingegnere informatico, un ingegnere progettista. C'è anche un architetto navale: Inken Fruehling, 29 anni, di Amburgo. Lavora con Titan Micoperi al Giglio dal maggio dello scorso anno: è l'unica donna del team.

Sloane, polo bianca e giubbetto salvagente, dispensa ordini secchi in inglese, «Right now», «Another 100 per cent», ai tecnici in tuta grigia o polo bianca con la scritta «Titan Micoperi Determination & Love».

A partire dalle 9, quando scatta il «parbuckling», i tecnici inviano dai computer i comandi remoti a tutti i sistemi, controllando l'andamento delle operazioni attraverso 8 schermi. Cinque telecamere con 5 microfoni disposti sul ponte più alto della Concordia consentono di monitorare immagini, suoni e rumori durante la fase di rotazione, mentre alcuni robottini battono palmo a palmo il fondale: il tutto per fornire ai tecnici ogni indicazione utile sull'andamento dell'operazione e sui movimenti del relitto.

L'uomo delle missioni impossibili non ha per nulla l'aspetto da Rambo. Biondo, cinquantadue anni, non più alto di un metro e 75, perennemente in maniche corte, una rassicurante pancetta da commendatore e un'allegria contagiosa: tutto ti aspetteresti, piuttosto che di vederlo alle prese con petroliere in fiamme, navi affondate, piattaforme semidistrutte e mercantili assaltati dai pirati.

Eppure, dove nel mondo c'è un problema da risolvere in mezzo al mare, ecco che arriva lui: Nick Sloane, sudafricano di residenza (Somerset West, Città del Capo), nato in Zambia (l'ex Rhodesia), una moglie, Sandra, sposata 24 anni fa, e tre figli Nicola e Johnathan (17 anni) e Julia (10 anni). È appassionato di golf (con risultati modesti), pratica la vela e ama l'escursionismo. Adora il buon vino, ma non credetegli quando dice di bere Brunello e Chianti: si fa spedire casse di vino rosso sudafricano. Nel ristretto club di chi deve affrontare e risolvere determinati disastri, il giudizio su di lui è unanime: il comandante Nick è il migliore.

Così lo troviamo protagonista dal Pakistan all'Arabia Saudita, dal Golfo Arabo agli Usa, dall'Australia al Brasile, dall'Africa a Hong Kong, a bordo del Jolly Rubino, della Tasman Spirit e della Sealand Express, o sulle piattaforme petrolifere Rowan Houston, Coastal Constructor e Jupiter 1.

Quando, quasi due anni fa è stato raggiunto dalla chiamata per la Concordia era in Nuova Zelanda. Il doversi cimentare in un'impresa mai tentata prima, lo ha subito stuzzicato. La moglie, però, non voleva saperne di lunghi soggiorni in Italia. Ma poi la signora Sandra è rimasta rapita dalle bellezze della Toscana ed ecco Nick sbarcare al Giglio e mettersi alla testa di 500 tecnici di 26 nazionalità diverse.

Al porto, nonostante parli poco l'italiano e usi un inglese dalla pronuncia impossibile, ha ben presto conquistato i ruvidi e diffidenti abitanti dell'isola. Ieri, quando all'alba ha lasciato l'hotel Demos per entrare nella «control room» che ospita il centro di comando delle operazioni di raddrizzamento della Costa Concordia, sembrava una corsa a ostacoli: il barista che gli dava una pacca sulla spalla, il panettiere che urlava «Dai», la commessa che sospirava «Coraggio», il passante che gli porgeva la mano. Sloane salutava tutti con un sorriso. Ormai si considera uno del posto.

Agli amici del bar Monti, dove al calar della notte è solito offrire da bere, il comandante Nick ha però confidato: «Quando avremo finito, se tutto va bene, voglio stare per un po' in giro per il mondo con la mia famiglia. Due anni, almeno».

 

RECUPERO DELLA COSTA CONCORDIA NICK SLOANE CHE COORDINA IL RECUPERO DELLA COSTA CONCORDIA CONTROL ROOM RECUPERO CONCORDIA CONTROL ROOM RECUPERO CONCORDIA