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UN INCIDENTE? MANGO PER NIENTE! SVOLTA SULLA MORTE DI ISAK ANDIC, IL FONDATORE DI MANGO, MARCHIO DI MODA SPAGNOLO: INDAGATO PER OMICIDIO IL FIGLIO JONATHAN – L’IMPRENDITORE È MORTO DOPO UNA CADUTA DURANTE UN’ESCURSIONE LO SCORSO 14 DICEMBRE. INIZIALMENTE ERA STATO CONSIDERATO UN INCIDENTE - A PESARE È STATA ANCHE LA TESTIMONIANZA DI ESTEFANIA KNUTH, UNA GOLFISTA PROFESSIONISTA COMPAGNA DI ISAK ANDIC, CHE AVREBBE PARLATO DI UN RAPPORTO DIFFICILE TRA PADRE E FIGLIO, INCRINATO DA TENSIONI FAMILIARI E DIVERGENZE SULLA GESTIONE DELL’AZIENDA
Massimiliano Jattoni Dall’Asén per corriere.it - Estratti
All’inizio sembrava un incidente. Una fatalità in montagna, come tante. Isak Andic, fondatore di Mango e uno degli uomini simbolo dell’imprenditoria spagnola, era precipitato per più di cento metri lungo un sentiero del Montserrat, il 14 dicembre 2024. Morendo praticamente sul colpo. Accanto a lui, quel giorno, c’era solo il figlio Jonathan, 44 anni.
Per mesi la vicenda era rimasta confinata nei contorni di una tragedia privata. Poi, lentamente, qualcosa ha cominciato a non tornare. E oggi, dieci mesi dopo, il tribunale di Martorell ha iscritto Jonathan Andic nel registro degli indagati per omicidio volontario.
I Mossos d’Esquadra, la polizia catalana, lo avevano ascoltato due volte, fra dicembre e gennaio, come testimone. Secondo la sua versione, Jonathan camminava «alcuni metri avanti» rispetto al padre, e solo più tardi si sarebbe accorto della caduta. Ora gli investigatori cercano risposte in ciò che resta: i dati del telefono, le tracce sul terreno e le versioni di Jonathan che non hanno retto. Il luogo in cui aveva detto di aver parcheggiato l’auto non corrisponde infatti a quello reale, mentre alcune fotografie che negava di aver fatto risultano invece scattate proprio dal suo telefono. Piccole incongruenze, certo, ma sufficienti, secondo la giudice istruttrice, a riaprire un fascicolo chiuso troppo in fretta.
La testimonianza della compagna di Isak
A pesare è stata anche la testimonianza di Estefania Knuth, una golfista professionista compagna di Isak Andic, che avrebbe parlato di un rapporto difficile tra padre e figlio, incrinato da tensioni familiari e divergenze sulla gestione dell’azienda. Da qui la decisione di disporre nuovi accertamenti sul cellulare di Jonathan e sulla dinamica della caduta.
La reazione della famiglia
La famiglia Andic ha scelto la via del silenzio, affidando ai portavoce poche righe: «Desideriamo mostrare rispetto per i procedimenti in corso e continueremo a collaborare con le autorità competenti come abbiamo sempre fatto. Siamo fiduciosi che questo processo si concluderà al più presto e che l’innocenza di Jonathan sarà dimostrata». Parole misurate, pronunciate mentre l’impero fondato da Isak Andic vive una delle sue ore più buie.
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