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LA FAMIGLIA IN FONDERIA: INDAGATI I NIPOTI E DUE OPERAI DI MARIO BOZZOLI, L'IMPRENDITORE BRESCIANO FORSE BUTTATO NELL'ALTOFORNO - BOZZOLI DISSE ALLA MOGLIE DI AVER PAURA DEL FRATELLO E DEI FIGLI, CHE DICEVANO DI VOLERSI METTERE IN PROPRIO

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1. GIALLO BRESCIA: INDAGATI SALGONO A QUATTRO

l arrivo di giacomo bozzoli alla caserma dei carabinieril arrivo di giacomo bozzoli alla caserma dei carabinieri

 (ANSA) - Ci sono altri due indagati nella vicenda dell'imprenditore Mario Bossoli, sparito l'otto ottobre scorso dalla sua fonderia a Marcheno, nel Bresciano. In tutto quindi sono quattro le persone indagate: si tratterebbe di due operai e dei due nipoti. Tutti vengono sentiti con i loro avvocati, mentre gli investigatori non commentano.

 

 

2. BRESCIA, IMPRENDITORE SCOMPARSO: INDAGATI IL NIPOTE GIACOMO E UN OPERAIO DELLA FONDERIA BOZZOLI

 

Wilma Petenzi per www.corriere.it

 

giacomo bozzoligiacomo bozzoli

A due mesi di distanza dalla scomparsa dell’imprenditore bresciano Mario Bozzoli c’è una svolta nel giallo di Marcheno. Le forze dell’ordine hanno eseguito perquisizioni nelle case dei nipoti dell’industriale e hanno iscritto due uomini al registro degli indagati: si tratta del nipote Giacomo e di Oscar Maggi, operaio della fonderia Bozzoli di Marcheno di cui Mario era co proprietario insieme al fratello Adelio e dove l’imprenditore è scomparso l’8 ottobre. La svolta è arrivata dopo una perquisizione in Val Trompia. L’operaio è stato portato alla caserma dei carabinieri di Brescia, in piazza Tebaldo Brusato dove è in corso l’interrogatorio.

 

ghirardinighirardini

In caserma si è presentato con il suo avvocato in tarda mattinata anche Giacomo Bozzoli, uno dei due nipoti con cui l’imprenditore scomparso aveva screzi. In azienda c’era odore di divorzio e i rapporti erano tesi. Giacomo, 30 anni, sulla sua Porche Cayenne, ha fatto degli spostamenti nelle vicinanze della fonderia tra le 19 e le 20 dell’8 ottobre. Il fratello Alex, 36 anni, è stato invece immortalato dalle telecamere mentre stracciava alcuni documenti in ufficio. Adelio Bozzoli, proprietario della fonderia insieme al fratello Mario e padre di Alex e Giacomo, ha sempre proclamato l’innocenza della sua famiglia.

shadow carouselSvolta nel caso Bozzoli: interrogato un dipendente, il nipote Giacomo in caserma

 

fonderia bozzolifonderia bozzoli

IL GIALLO DELLA FONDERIA, I RAPPORTI FAMIGLIARI

Mario Bozzoli era stato visto l’ultima volta la sera dell’8 ottobre. Una telefonata alla moglie Irene attorno alle 19.30, poi il nulla. Probabilmente è stato gettato nel forno della fonderia di cui è proprietario insieme al fratello Adelio e l’operaio Giuseppe Ghirardini. Presente la sera della scomparsa e addetto proprio al forno,Ghirardini è morto dieci giorni dopo per avvelenamento da cianuro. Il cadavere è stato ritrovato a Ponte di Legno. L’operaio era addetto al forno che alle 19.40 dell’8 ottobre ebbe una fumata anomala come spiegato dall’operaio Oscar Maggi, indagato per la scomparsa. Anche Irene Zubani, nel denunciare la scomparsa del marito Mario, ha fatto mettere a verbale che «gli operai dicevano di aver riavviato un sistema che era andato in allarme».

alex e adelio bozzolialex e adelio bozzoli

 

La moglie ha denunciato anche «la situazione molto tesa in azienda» tra suo marito, il fratello Adelio e i nipoti, che stanno aprendo un’altra fonderia gemella di quella di Marcheno a Bedizzole, sempre nel bresciano. Suo marito aveva paura. Temeva «per i propri figli». Stava pensando ad una denuncia. Ma non ne parlava per vergogna. Accuse respinte dal fratello Adelio, che dichiara l’«innocenza» propria e dei figli. Ha parlato di qualche «screzio» con il fratello ma anche della volontà di proseguire il lavoro insieme. Secondo un artigiano che ha eseguito alcuni lavori nella nuova fonderia di Bedizzole, alcune delle fatture sarebbero state pagate da Mario.

 

IL MISTERO DELLA MORTE DI GHIRARDINI

adelio bozzoliadelio bozzoli

Ghirardini, sentito il 9 ottobre dai carabinieri aveva dichiarato che la sera precedente in azienda non era successo nulla di strano, avrebbe dovuto essere interrogato ancora il mercoledì successivo, ma quella mattina si è allontanato da casa facendo perdere le sue tracce. L’ipotesi suicidio non ha mai convinto i familiari dell’operaio: «Se Beppe avesse voluto farla finita, da buon cacciatore, poteva provvedere in maniera diversa, senza soffrire inutilmente».

 

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Le sorelle dell’uomo hanno affidato un commento a un amico di famiglia, che ha poi inviato un comunicato alla stampa. «Non crediamo al suicidio sapendo che Beppe era un uomo solare pieno di vita e non vedeva l’ora che arrivasse il Natale, visto che avrebbe riabbracciato il figlio dopo 5 anni,le telefonate intercorse infatti con la moglie, che vive in Brasile, avvenivano proprio per la preparazione dei documenti per far tornare in Italia il figlio».

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