COME MAI ALLA DUCETTA È PARTITO L’EMBOLO CONTRO PRODI? PERCHÉ IL PROF HA MESSO IL DITONE NELLA…
Giacomo Amadori e Giuseppe China per “la Verità”
Il 22 settembre scorso anche un altro giocatore della Juventus, il colombiano Juan Cuadrado, ha sostenuto l'esame d'italiano. Ma anziché attendere mezz' ora o poco più per avere certificazione e diploma come il collega Luis Suarez, dovrà aspettare quasi un mese. L'esame si è svolto alla scuola Ciao Italy di Torino, convenzionata con l'università per stranieri di Siena per lo svolgimento del test B1 d'italiano, quello che consente di ottenere la cittadinanza. Anche il suo colloquio è durato pochi minuti, causa Covid-19.
Il rettore dell'Unistrasi, Pietro Cataldi, ci spiega: «La valutazione è centralizzata a Siena, dove due valutatori indipendenti tra loro giudicheranno l'esame del giocatore che è stato videoregistrato. Per completare la valutazione ci vorranno venti o trenta giorni. Occorre seguire un protocollo molto rigoroso, poi se ci sono state eccezioni (a Perugia, ndr) verrà accertato. Il test consisteva nella somministrazione di domande orali registrate. La prova è stata poi inviata a Siena come fanno le scuole di tutto il mondo convenzionate con noi».
Ma torniamo all'inchiesta perugina sul test «farsa» di Suarez. Sul monte Subasio, a pochi chilometri da Assisi, venivano a meditare San Francesco e i suoi seguaci. Adesso, nella stessa zona, e precisamente nei boschi sopra Valtopina vive Lorenzo Rocca, il professore che ha esaminato all'università degli stranieri di Perugia il bomber uruguaiano. Come ha rivelato ieri La Verità Rocca è indagato anche per corruzione.
Una contestazione condivisa con la rettrice Giuliana Grego Bolli e il dg dell'ateneo Simone Olivieri. Invece la direttrice del Centro per la valutazione e certificazione linguistica dell'ateneo, Stefania Spina, e l'impiegata Cinzia Camagna non rispondono di questa accusa, ma solo per altri reati (falso e rivelazione di segreto). Qual è la differenza? Che cosa hanno trovato sul conto di Rocca gli inquirenti che consente di contestargli la corruzione? Abbiamo provato a chiederlo al diretto interessato, ma si è barricato in casa.
Allora ci siamo rivolti al suo avvocato, il romano Cristiano Manni: «Io immagino che l'accusa di corruzione sia solo un'ipotesi investigativa perché poi nell'atto di perquisizione non era indicata. Nell'interrogatorio non è emerso nulla». Perché alla Spina non viene contestata la corruzione? «Dovrebbe chiedere a lei. A Rocca no, perché non sa proprio niente». Qualcuno ha promesso al suo cliente un abbonamento alla Juve o qualche altra utilità? «Rocca è romano e tifa per la Roma. È l'unico romanista di questa storia. A prescindere dalle battute per quel che riguarda Rocca non c'è stata nessuna promessa. Lui si è limitato a fare il suo lavoro. Non ha avuto contatti con nessuno della Juventus e all'università ha un contratto a tempo indeterminato».
Ieri a Perugia girava voce che stesse per essere sentito in Procura il rettore dell'università statale Maurizio Oliviero, l'uomo che ha fatto da ponte tra la Vecchia signora e l'università degli stranieri di Perugia, l'istituto dove Suarez ha superato l'esame. «Non mi ha convocato nessuno» ha smentito con noi il diretto interessato. Mi sembra di vivere il più grande incubo della mia vita. Per aver fatto una cosa, la più normale del mondo. Mi hanno chiamato per avere contatto e io l'ho dato. Posso aver fatto qualche battuta, ma ci sarà ancora la libertà di scherzare un po'». La persona che ha contattato Oliviero è il vicecapo dell'area sportiva bianconera, Federico Cherubini.
«Cherubini non è un mio amico, non ci sono mai andato a cena. Lo conosco perché è umbro, qualche volta mi è capitato di chiacchierarci. È proprio una conoscenza così. Se mi chiede quando l'ho conosciuto, non glielo so dire. In questi anni l'avrò visto quattro, cinque volte, perché lui scende ancora in Umbria. Qualche volta mi sarà capitato di vederlo nel bar dove normalmente prendo il caffè. A Torino allo stadio? No, mi pare proprio di no». Dicono che lei fosse il capo dell'allora moglie di Cherubini, C.C., all'Agenzia per il diritto allo studio universitario della Regione Umbria (Adisu).
«C.C.? Ma che c'entra questa roba qui? Non so manco se lavori più all'agenzia. L'utilità quale sarebbe? Io non sto più in quell'agenzia da anni. Adesso mi parla della moglie di Cherubini, ma che ne so io? A Perugia ci conosciamo tutti. Io non ce la faccio più, guardate. Sono esausto». Oliviero è stato commissario straordinario e, per un periodo, amministratore unico dell'Adisu dal 2005 al 2016. C. C., che è di Foligno come Cherubini, risulta essere istruttore direttivo amministrativo della stessa agenzia, dove, in base al curriculum, dal dicembre 2013 è una dipendente a tempo indeterminato di categoria D1.
Nell'agenzia era entrata nel 2011 come B3, dopo aver iniziato una collaborazione coordinata e continuativa nel 2005.Il cinquantatreenne rettore di origine avellinese ci ha anche raccontato che dopo l'esame di Suarez Cherubini l'ha contattato per ringraziarlo e poi gli ha passato Paratici, il capo dell'area sportiva: «Gli ho parlato qualche frazione di secondo. Mi ha rivolto poche parole: "L'entourage di Suarez ha detto che la città l'ha accolto bene e volevo ringraziarla per la disponibilità, visto che lei ci aveva messo in contatto con l'università".
È stata una telefonata di un garbo è stata la prima e unica volta nella mia vita in cui ho potuto scambiare una parola con il dottor Paratici. Non conosco nessun altro alla Juve». Torniamo a possibili utilità (Oliviero non è indagato). Lei è mai stato ospite della Juventus? «Sarò andato una o due volte allo stadio e nessuno della Juve mi ha mai chiamato per invitarmi. Anzi no. Una cosa la ricordo benissimo. Quando sono andato a vedere la finale di Coppa Italia contro il Napoli all'Olimpico ho chiesto e ho pagato i miei biglietti».
Oliviero è distrutto: «Maledetto il giorno (lo ripete più volte, ndr). Vorrei solo uscire da questa vicenda. Se i magistrati hanno da chiedermi qualcosa lo facciano. Dopodiché per favore lasciatemi tornare ad occuparmi della mia vita. Ho sentito in televisione che c'era l'interrogatorio programmato del rettore, adesso in questo istante. Non è vero. Sono mortificato, non so come difendermi. Lei capisce che da questo momento allo Stadium non ci andrò mai più. Secondo lei è giusto? Io che non ho fatto nulla».
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