VIDEO-FLASH! - L’ARRIVO DI CECILIA SALA NELLA SUA CASA A ROMA. IN AUTO INSIEME AL COMPAGNO, DANIELE…
Alle 5:00 inizio della giornata con cena al Palaplip di #Mestre per sostenere ristoratori ed esercenti ??
Cultura, ristorazione, sport: chiediamo al #Governo che riveda il #Dpcm e dia fiducia alle persone che hanno investito in sicurezza e che si sono comportate correttamente. pic.twitter.com/O3lZ5CWyCr
— Luigi Brugnaro (@LuigiBrugnaro) October 27, 2020
Alberto Mattioli per “la Stampa”
In piazza non ci sono soltanto i teppisti.
Mezza Italia protesta, ma civilmente. Tutti a manifestare, da Nord a Sud, ambulanti e studenti a Milano, tassisti e ristoratori a Napoli, e da Ovest a Est, negozianti a Ventimiglia ed esercenti a Trieste. In mezzo, a Roma, flash mob di commercianti e tassinari. Domani protesterà la Confcommercio, venerdì i lavoratori dello spettacolo.
Poi c' è la ribellione, diciamo così, istituzionale, guidata dagli amministratori di centrodestra ma non solo da loro. Anche con qualche protesta creativa. Come quella del sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, che è andato a mangiare in un' osteria di Mestre che ieri ha aperto alle cinque del mattino, a coprifuoco appena finito, per una cena molto ritardata o per una colazione molto anticipata. Poi si sa che l' Italia è e resta il Paese del melodramma.
L' ha ricordato l' idea di Anna Maria Cisint, sindaca leghista di Monfalcone, provincia di Gorizia, che non si è limitata a scrivere a Conte per protestare contro le chiusure ma gli ha anche spedito un fazzoletto umido, «bagnato dalle lacrime» degli imprenditori piangenti. Sempre in Friuli, anzi a Trieste, i manifestanti sono stati raggiunti in piazza Unità d' Italia dal sindaco di Forza Italia, Roberto Dipiazza, e dal governatore leghista della Regione, Massimiliano Fedriga, che avverte che «è a rischio la tenuta sociale del Paese» (e annuncia un fondo regionale di 12 milioni per sostenere le attività produttive «penalizzate dalle ultime restrizioni del Governo»).
In trincea anche Alberto Cirio, presidente del Piemonte, che «fa sua la rabbia» di Torino, ovviamente non quella dei casseur che aiutano il commercio saccheggiando i negozi ma «della gente perbene che urla legittimamente».
Un capitolo a parte è quello delle regioni a statuto speciale, le uniche che hanno la possibilità di rettificare un po' i diktat di Conte. L' esempio l' ha dato la provincia autonoma di Bolzano, spostando in avanti l' inizio del coprifuoco (quindi, per inciso, a orari in cui a quelle latitudini non c' è già più in giro nessuno, anche senza lockdown).
Così il governatore di centrodestra della Sardegna, Christian Solinas, annuncia un' ordinanza che permetterà a bar e ristoranti di restare aperti fino alle 23, ridurrà gli ingressi sull' isola e porterà al 100 per cento la didattica a distanza alle superiori. Altra isola, stessa appartenenza politica, in Sicilia il presidente, Nello Musumeci, promette un decreto per rivedere la chiusura alle 18 dei locali, anche con dettagli antropologici (o gastronomici): «In Sicilia se uno entra al ristorante alle 19,30 gli fanno il Tso», peraltro con difficoltà perché il sistema sanitario regionale è in affanno. Pittoresco il sindaco di Messina, l' altro De Luca, Cateno, che gioca all' ala indipendentista: «Ribadisco che la nostra Regione è uno Stato nello Stato».
christian solinas e flavio briatore
Intanto il sindaco leghista di Pisa, Michele Conti, spiega che contro il Dpcm contiano pende, è il caso di dirlo, «un ricorso al Tar», che però «non è l' unica arma». Dalla Spezia, il sindaco Pierluigi Peracchini, del partito di Toti, ricorda che «moltissime famiglie e attività aspettano ancora le risorse promesse dallo scorso lockdown». Invece a Sanremo il primo cittadino di centrosinistra, Alberto Biancheri, si appella al governatore Toti perché riapra almeno il Casinò, che dallo stop precedente ci ha già rimesso 13 milioni e mezzo di euro.
Anche a sinistra, in effetti, c' è chi non è del tutto allineato su coprifuoco e chiusure. Il neopresidente della Toscana, Eugenio Giani, fa notare che, se la curva dei contagi migliorasse, già «fra una decina di giorni», quindi prima del fatidico 24, di potrebbe concedere «una maggior apertura».
E l' assessore alla Cultura di Bologna, Matteo Lepore, chiede al governo pur amico una legge per tutelare il settore dello spettacolo, in effetti uno dei più massacrati. A proposito di assessori: quelli alle Attività produttive di cinquanta città, da Pordenone a Siracusa e da sinistra a destra, scrivono a Conte per chiedere «un' armonizzazione tra Stato e Comuni sulle strategie da adottare per evitare scenari critici».
Infine, c' è lo strano caso di Alessandria. Il presidente del Consiglio comunale, Emanuele Locci, civico di destra, ha partecipato alla festa di compleanno organizzata da un privato su un autobus comunale, visto che, come ha proclamato il festeggiato, «per il governo sui bus il Covid non c' è». Il tutto rigorosamente dopo le 18 e in diretta Facebook, anche se poi il video è stato fatto sparire. Va bene manifestare, ma esageruma nen.
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