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INDOVINATE QUALE SUBLIME COMPOSITORE SI FIRMAVA “CODA DI PORCO” E SI ESPRIMEVA COSÌ: “TI FACCIO LA CACCA SUL NASO, CHE TI COLI SUL MENTO. IL MIO CULO BRUCIA COME IL FUOCO! COSA VORRÀ DIRE? FORSE VUOLE USCIRE LA MERDA?” - “I PETI? LA MAMMA MI DICE: SCOMMETTO CHE TE NE SEI LASCIATO SCAPPARE UNO. FACCIO LA PROVA, MI METTO UN DITO NEL CULO, POI LO PORTO AL NASO, E ECCE PROVATUM EST, LA MAMMA AVEVA RAGIONE”
Mattia Rossi per “il Giornale”
Si deve concordare con Sandro Cappelletto, il prefatore: «Mozart non è stato un poeta, ma uno scrittore sì, e il suo lascito letterario sono le lettere». La ciclopica impresa portata a termine dall' editore Zecchini è l' edizione integrale dell' epistolario completo della famiglia Mozart 1755-1791: al timone delle quasi 2mila pagine di Tutte le lettere di Mozart (pagg. 1.892, euro 129) c' è Marco Murara che, per la prima volta in Italia, cura la pubblicazione in tre volumi di oltre 800 missive di Wolfgang Amadeus e dei suoi familiari - genitori, sorella, cugina, moglie - e quanti vi gravitavano attorno.
Nelle pagine, come scrive il curatore, emerge un Mozart «libero, fantasioso, imprevedibile, arguto». Infatti, se da un lato non mancano lettere eleganti, come quella reverenziale a padre Giovanni Battista Martini (4 settembre 1776), o vette poetiche, come in occasione della morte della mamma (3 luglio 1778), o quelle in cui parla dei musicisti che incontra, o le accorate lettere all'«ottima mogliettina», il Mozart che colpisce è quello sopra le righe, irriverente e sboccato che scrive lettere oscene alla cugina, come il 5 novembre 1777, firmandosi «Codadiporco» e sfoderando la sua coprolalia: «Ti faccio la cacca sul naso, che ti coli sul mento. Il mio culo brucia come il fuoco! Cosa vorrà dire? Forse vuole uscire la merda?»; e poi gli immancabili peti: «La mamma mi dice: scommetto che te ne sei lasciato scappare uno. Faccio la prova, mi metto un dito nel culo, poi lo porto al naso, e Ecce provatum est, la mamma aveva ragione».
Con il padre, invece, è tutto un parlare di musica, di concerti, di opere, di appuntamenti. Ma anche in questo campo Wolfgang non risparmia battute e giudizi spietati.
Come il 17 ottobre 1777, quando Mozart è ad Augusta, in Sant' Ulrico, dove incontra padre Emilian, professore di Teologia, le cui competenze musicali, non furono granché apprezzate: «P.E., oh coglione, leccami il culo. Mi disse: se solo potessimo rimanere insieme più a lungo, mi piacerebbe discutere con voi dell' arte del comporre. Avremmo ben presto finito di discutere, risposi.
Prendi questa, cretino».
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