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Mirko Molteni per “Libero quotidiano”
La crisi militare fra Ucraina e Russia, che si confrontano sulla fascia del Donbass, rischiamo di pagarla, e salata, noi europei. Nell'ambito delle sanzioni che gli Stati Uniti e l'Unione Europea stanno mettendo a punto contro Mosca, in ritorsione per l'invio delle truppe russe a Donetsk e Lugansk, proprio dalla Germania arriva una decisione che danneggia in primis essa stessa.
Il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha deciso di sospendere la certificazione del nuovo gasdotto North Stream 2, che potrebbe portare ai tedeschi 55 miliardi di metri cubi di metano all'anno. Così il proclama di Scholz: «Sembra tecnico, ma è il passaggio amministrativo necessario affinchè nessuna certificazione del gasdotto possa avvenire in questo momento. Senza questa certificazione il North Stream 2 non può entrare in funzione».
meme sulla rottura tra francesco totti e ilary blasi
In realtà il North Stream 2, completato nel 2021, è di fatto già bloccato fin da settembre dall'agenzia tedesca delle reti Bundesnetzagentur, che «indaga sulla posizione monopolista di Gazprom».
I tedeschi fanno finta di nulla invece sul North Stream 1, la prima tratta che funziona fin dal 2011 e che seguita a pompare sotto il Baltico, fino alle caldaie germaniche, altri 55 miliardi di mc l'anno. Del resto, lo stesso presidente russo Vladimir Putin ha promesso ieri che «la Russia è orientata a continuare la fornitura senza interruzioni del gas sui mercati globali».
Più caustico l'ex-presidente ed ex-premier russo Dimitri Medvedev, che su Twitter ha così "gelato" (in tutti i sensi) l'Ue: «Il cancelliere tedesco ha emesso un ordine per interrompere la certificazione del gasdotto Nord Stream 2. Bene. Benvenuti nel nuovo coraggioso mondo in cui gli europei pagheranno molto presto 2.000 euro per 1.000 metri cubi di gas naturale».
Certo, se l'inverno dura ancora a lungo, e con cali bruschi di temperatura, l'Ue può davvero soffrirne. Ieri la crisi militare ha fatto aumentare il prezzo del gas sulla piazza di Amsterdam, di circa il 9%, non a livelli eccezionali solo perché siamo in giorni relativamente miti. Nella giornata il prezzo è oscillato fra 79,67 euro al Mwh a 81,45 e poi a 79,005. Prezzi ancora lontani dal picco del 21 dicembre 2021, quando da 139 euro arrivò a 174 e poi si stabilizzò a 166,81.
Ma se il clima dovesse irrigidirsi ancora, non sono improbabili impennate come quelle di due mesi fa. Oltretutto è sempre reale il rischio che la stessa Ucraina sottragga gas destinato all'Europa Occidentale approfittando dei gasdotti che attraversano il suo territorio e che assicurano 40 miliardi di metri cubi annui all'Ue.
Un primo allarme in tal senso era risuonato già a fine gennaio, quando Gazprom aveva affermato che l'Ucraina ha riserve strategiche quasi dimezzate, solo 12,1 miliardi di metri cubi, rispetto ai 21,8 miliardi di mc di gennaio 2021. Ma il colosso russo del gas faceva presente che anche l'Ue ha assottigliato le sue riserve, pari a 42,4 miliardi di mc, mentre un anno fa erano a 57,3 miliardi.
Il prezzo è influenzato anche dall'aspettativa di scarsità futura, quindi anche dall'entità delle riserve. E se si aggiunge il rischio di uno scontro armato diretto Russia-Ucraina, la "tempesta perfetta" è dietro l'angolo. Anche per non esasperare gli animi, pare per ora difficile che fra le sanzioni venga prevista l'esclusione totale della Russia dal sistema SWIFT che permette i pagamenti del commercio internazionale.
VLADIMIR PUTIN OLAF SCHOLZ schroeder gazprom 1vladimir putin truppe russe vladimir putin soldati russi carri armati russi. mappa donbasssoldato russo DOVE PASSA IL GASDOTTO Nord Stream 2vladimir putin 2 leonid pasechnik 4 VLADIMIR PUTIN vladimir putin a 16 annivladimir putin negli anni 80 2vladimir putin adolescenteputin in classe nel 1964vladimir putin con la futura moglie lyudmila shkrebneva nel 1983
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