lorena alessandro venier marilyn castro monsalvo

ALESSANDRO VENIER NON È STATO UCCISO SOLO PER NON AVER APPARECCHIATO LA TAVOLA – INIZIA A EMERGERE IL VERO MOVENTE CHE HA SPINTO LORENA VENIER, 61ENNE DI GEMONA, IN PROVINCIA DI UDINE, A UCCIDERE E FARE A PEZZI IL FIGLIO CON LA “COLLABORAZIONE” DELLA NUORA: L’UOMO SAREBBE PARTITO IL GIORNO DOPO, CON LA COMPAGNA E LA FIGLIA DI SEI MESI, PER LA COLOMBIA – LA RAGAZZA NON AVEVA INTENZIONE DI TORNARE NEL SUO PAESE E LA MADRE NON VOLEVA SEPARARSI DALLA NIPOTINA E DALLA NUORA, CHE PER LEI ERA DIVENTATA UNA “FIGLIA” – PER IMPEDIRE LA PARTENZA, LE DUE AVREBBERO PENSATO AL PIANO DIABOLICO: STORDIRLO CON DEI FARMACI, SOFFOCARLO CON UN CORDINO E FARLO A PEZZI PER POI RIPORRE I RESTI IN UN BIDONE PIENO DI CALCE – SEMBRAVA IL PIANO PERFETTO FINO A QUANDO…

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1. UCCISO PERCHÉ VOLEVA TRASFERIRSI IN COLOMBIA CON COMPAGNA E FIGLIA

Estratto dell’articolo di Domenico Pecile per il “Corriere della Sera”

LORENA MADRE DI ALESSANDRO VENIER

 

Sarebbe partito il giorno dopo, portando con sé la compagna e la figlioletta nata a gennaio. La destinazione era la Colombia, dove aveva avviato in passato una piccola attività di ristorazione. Ma né la compagna, Maylin Castro Consalvo, né sua madre, Lorena Venier, condividevano questa scelta. E in quel momento sarebbe nata la decisione di fare qualcosa di «inevitabile».

 

Maylin non aveva intenzione di fare ritorno nel suo Paese, mentre per la madre il distacco dalla nuora — definita ieri nel corso dell’interrogatorio «la figlia che non ho avuto» — e dalla nipotina, sarebbe stato insopportabile. E per questo le due donne — proprio alla vigilia del viaggio — avrebbero deciso di uccidere Alessandro, farlo a pezzi, occultarne i resti in un bidone ricoperto di calce viva. […]

 

ALESSANDRO VENIER

Il delitto sarebbe dunque l’orribile epilogo di una situazione familiare difficile, conflittuale e a tratti probabilmente violenta. Il progetto di quel viaggio definitivo avrebbe fatto da detonatore. A entrambe le donne sarà contestata la premeditazione. La madre — ha riferito il legale, Giovanni De Nardo — è apparsa «lucida», ma anche «visibilmente scossa per la crudeltà della sua azione, di cui è consapevole […]

 

Posso solo commentare che è la conseguenza di un atto abominevole e ingiustificabile, ma che in qualche modo riesce a far comprendere la vicenda». Si attende oggi l’interrogatorio della nuora che dopo il parto è stata colpita dalla sindrome post partum e ora è seguita dal Sert. Il magistrato dovrà anche per capire se la sua versione combacia con quella della suocera.

[…]

 

2. IL FIGLIO A PEZZI NELLA CALCE "HO FATTO UNA MOSTRUOSITÀ"

Estratto dell’articolo di A.Can. per “la Repubblica”

 

LOREDANA VENIER - ALESSANDRO VENIER - MARYLIN CASTRO MONSALVO

Provata ma lucida. Consapevole del suo gesto, «una cosa mostruosa» ha ammesso, ma preoccupata soprattutto di non poter più vedere la nipotina di sei mesi, con cui ha un rapporto viscerale.

 

Per più di tre ore Lorena Venier, la 61enne di Gemona (Udine) arrestata con l'accusa di aver ucciso e fatto a pezzi il figlio Alessandro insieme alla nuora Maylin Castro Monsalvo, ha risposto alle domande dei pm. E ha confessato: è stata lei, ha ammesso, ad ammazzarlo. L'uomo è stato stordito con dei farmaci, soffocato con un cordino e poi tagliato a pezzi. «Una cosa innaturale — ha detto — ma necessaria». E premeditata.

ALESSANDRO VENIER

 

Quel delitto — è la tesi della procura di Udine […] - è stato pensato, progettato, preparato. Alessandro Venier è stato ucciso il 25 luglio, alla vigilia della sua partenza per la Colombia, dove aveva in programma di trasferirsi definitivamente, portando con sé la figlia e la compagna Mayilin.

 

Ma lei di tornare indietro, nello stesso Paese da cui era fuggita via, non ne voleva sapere e dei poco chiari affari che Venier aveva laggiù aveva timore. Anche la madre del trentacinquenne era contraria al progetto. […]

 

Entrambe avrebbero provato a far tornare il trentacinquenne sui suoi passi, ma Venier ha sempre detto di no, così come in casa si era sempre rifiutato di dare una mano o di trovare un lavoro diverso dai piccoli espedienti con cui tirava a campare. In passato, la vendita di pericolosi residuati bellici della Seconda guerra mondiale che spacciava tra appassionati, gli aveva anche provocato qualche guaio con la giustizia. Il timore — avrebbe spiegato la madre durante l'interrogatorio — era che in Colombia potesse fare di peggio. Da qui, il progetto di fermarlo. Ad ogni costo.

 

ALESSANDRO VENIER

La cena del 25 luglio […]sarebbe stata l'occasione per portare a termine un piano da tempo concordato. Tutto sarebbe stato preparato, inclusa la provvista di calce con cui coprire i resti dell'uomo per evitare che i miasmi allarmassero i vicini.  […] Ogni traccia di quel delitto è stata cancellata, Lorena Venier ha continuato anche a presentarsi regolarmente al lavoro per non destare sospetti. Cinque giorni dopo Mayilin, che da mesi combatte con una seria depressione post partum, è crollata. È passata davanti al bidone in cui erano nascosti i resti del compagno e ha chiamato i carabinieri, confessando tutto.

 

Al momento, non è chiaro quale sia stato precisamente il suo ruolo.

ALESSANDRO VENIER

[…]