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TOGHE NEL MIRINO – SONO STATE INNALZATE LE MISURE DI PROTEZIONE PER MARIA FRANCESCA MARIANO, GIP DEL TRIBUNALE DI LECCE, CHE SI È VISTA RECAPITARE A CASA UNA TESTA DI CAPRETTO INSANGUINATA INFILZATA DA UN COLTELLACCIO E CON LA SCRITTA «COSÌ» – AUTO BLINDATA E SCORTA RAFFORZATA PER LA GIUDICE – L’ORIGINE DELLE MINACCE SAREBBE DA RICERCARE NEL BLITZ “WOLF” CONTRO IL CLAN LAMENDOLA-CANTANNA…
Estratto dell’articolo di Claudio Tadicini per https://lecce.corriere.it/
Dopo le minacce epistolari dei mesi scorsi, rivolte pure ad una collega giudice antimafia, il ritrovamento davanti casa della testa mozzata di un capretto, trafitta da un coltello da macellaio. Ed anche un cartone con su scritto a penna «Così», per esplicitare ancor di più il messaggio minatorio – con modalità tipica dell’agire mafioso – recapitato sull’uscio.
Il terzo episodio intimidatorio ai danni della giudice Maria Francesca Mariano, gip del Tribunale di Lecce, già sotto protezione dalla scorsa estate, non può che essere interpretato – per modalità e gravità delle minacce - come un «attacco frontale» alla magistratura.
TESTA DI CAPRETTO INFILZATA RICEVUTA DALLA GIUDICE MARIA FRANCESCA MARIANO
[…] La polizia sta setacciando i filmati delle telecamere in zona, alla ricerca degli autori, entrati in azione nottetempo forse consapevoli che la giudice disponesse solo di una scorta «diurna». Il Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica, convocato l’indomani in prefettura, ha già innalzato le misure di sicurezza, tra le quali ci sarebbero l’utilizzo di un’auto blindata, di un agente di scorta in più e l’intensificazione della vigilanza sotto casa.
Divenuta a 24 anni la più giovane magistrata d’Italia, per la gip Mariano (ex giudice di Corte d’Assise) si tratta della terza intimidazione in pochi mesi, dopo la lettera minatoria di novembre scorso recapitata in ufficio, firmata col sangue e contenente riferimenti a riti satanici e propositi di morte, nonché la missiva con minacce intercettata in estate – in uscita dal carcere – rivolte anche alla collega Carmen Ruggiero, pubblico ministero della Direzione distrettuale antimafia, quest’ultima vittima ad agosto 2023 pure di un tentativo di aggressione con coltello durante un interrogatorio.
L’origine dei gravi avvertimenti sarebbero da ricercare nel blitz «Wolf» contro il clan Lamendola-Cantanna, ritenuto organico alla Scu, che ha visto sia Mariano che Ruggiero protagoniste rispettivamente nelle vesti di magistrato giudicante e requirente. I vertici del presunto sodalizio, però, avrebbero preso le distanze dalle minacce alle magistrate, da allora assegnatarie di una sorveglianza. […]
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