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RIO, LA GRANDE CLOACA! - INQUINAMENTO, STUPRI, IL VIRUS ZIKA, FOGNE: A 2 MESI DAI GIOCHI OLIMPICI DELLA “CITTA’ MERAVIGLIOSA” NON RESTA QUASI TRACCIA - IL CONSIGLIO DEL BIOLOGO: “GLI ATLETI IMPEGNATI NELLE REGATE E NELLE GARE DI NUOTO DI FONDO SI VACCININO CONTRO L’EPATITE A”

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rio de janeirorio de janeiro

Rocco Cotroneo per il “Corriere della Sera”

 

Un' onda. Solo un' onda, anche se gigantesca. La pista ciclabile a picco sull' oceano è saltata come uno stecchetto di legno in un castello di sabbia e due poveracci si sono sfracellati sulle rocce finendo in acqua.

 

Uno faceva jogging, l' altro andava in bici. Morti per il privilegio di essere carioca, vivere nella città più spettacolare al mondo e subirne gli effetti collaterali. Incuria, approssimazione, bugie, corruzione. E anche sfortuna, perché tutto quel che andava benissimo fino a pochi anni fa - e aveva fatto di Rio de Janeiro una delle metropoli più trendy - sta svanendo a poco a poco.
 

GIOCHI RIOGIOCHI RIO

In una accelerazione preoccupante, mentre mancano una manciata di settimane all' apertura delle Olimpiadi. Assegnate a Rio, ironia della sorte, quando il Brasile era al top: boom economico, riduzione della povertà, un leader icona mondiale (Lula) e persino un inedito senso di responsabilità nazionale sugli obiettivi. Premio e incentivo a non fermarsi, si disse. Non è andata così.
 

RIO INQUINAMENTO ACQUERIO INQUINAMENTO ACQUE

Ex capitale, oggi scenario di telenovelas, Rio resta lo specchio del Brasile. Nella buona e nella cattiva sorte. I suoi eterni guai si chiamano violenza, disgregazione sociale, promesse mancate, mancanza di soldi. Un progettista che si dimentica di calcolare l' impatto di un' onda oceanica un po' più forte della media.
 

Una amministrazione che lascia crescere una città attorno ad un sistema di lagune, senza preoccuparsi di dove andranno a finire le sue fogne. Sarà, ancora una volta, questione di sorte. Se durante i Giochi ci saranno mareggiate, gli atleti non potranno nemmeno aprire le finestre nella cittadella olimpica perché la puzza sarà insopportabile. Il biologo Mario Moscatelli, figlio di italiani, lo spiega da anni.
 

RIO ZIKARIO ZIKA

«Tutto il sistema delle acque dolci attorno a Barra da Tijuca è in coma profondo. Un milione di abitanti e nessun sistema completo di fogne». Se le onde del mare (eccolo il colpevole, di nuovo!), smuoveranno troppo il fondo putrido delle lagune, si alzeranno nuvole di gas irrespirabile. «Gli atleti ne risentiranno e noi faremo una pessima figura nel mondo - lamenta Moscatelli -. Ad agosto 2015, stessi giorni dei Giochi, vennero raccolte sei tonnellate di pesci morti per asfissia sulle rive della cittadella olimpica».
 

RIO ZIKARIO ZIKA

Era una promessa di tanti anni fa, risolvere il problema delle fogne di Barra, così come Rio si era solennemente impegnata con le autorità olimpiche a ripulire «all' 80 per cento» la baia di Guanabara, dove si svolgeranno le regate e le gare di fondo acquatico. E' il golfo interno della città, anch' esso ridotto ad una grande cloaca. Questa meta non è stata nemmeno sfiorata e la preoccupazione ha già fatto il giro del mondo. Diversi nuotatori e velisti si sono già lamentati, qualcuno ha chiesto di spostare le gare in acque più pulite. Ma la gran macchina dei Giochi ormai non si può fermare.
 

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«Troppo tardi, agli atleti in acqua consiglio di vaccinarsi contro l' epatite A», dice il biologo. Così come è stato accolto con un sorriso il recente appello di 100 scienziati a rimandare tutto a causa della febbre Zika, altra calamità caduta da queste parti di cui tanto si è parlato.
 

Almeno in questo caso, la natura si sta rivelando benigna. Con la fine dell' estate e la diminuzione delle zanzare, l' epidemia sembra sotto controllo. Resta sconsigliato venire a Rio soltanto alle donne incinte, che infettate potrebbero passare ai loro neonati le malformazioni.
 

L' Oms, che pure della Zika si occupa a fondo, ha ritenuto eccessiva la richiesta di sospendere i Giochi. Rio ha una tradizione di grandi eventi, dove tutto poi fila liscio nonostante il catastrofismo della vigilia.

RIORIO

 

E' stato così anche ai Mondiali di calcio. I mendicanti e i tossici di crack che sono tornati numerosi a dormire in strada e in spiaggia verranno fatti sloggiare senza troppe cerimonie nei giorni della «vetrina», questo è sicuro. Ma uno dei fiori all' occhiello degli anni del boom, la nuova politica di pacificazione e di risanamento delle favelas, ha fatto giganteschi passi all' indietro.

 

I narcos stanno riguadagnando il terreno perduto, la polizia è tornata a sparare come ai vecchi tempi. Al secondo anno di recessione pesante lo Stato non ha più i soldi per mantenere quello che il deputato di sinistra Marcelo Freixo, candidato a sindaco a fine anno, chiama «un modello classista di sicurezza pubblica legato ai grandi eventi». «E' una concezione di città che è naufragata completamente, e proprio alla vigilia del gran finale, i Giochi olimpici», spiega Freixo.

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«Le casse a Rio sono vuote perché hanno fatto i budget sul prezzo del barile di petrolio, che è crollato, e sugli appetiti delle grandi imprese di costruzioni. La città è amministrata da anni dallo stesso partito, il Pmdb, che è alla testa del golpe contro Dilma Rousseff a Brasilia. La politica di ordine pubblico non è stata seguita da azioni sociali».
 

ROUSSEFF ROUSSEFF

Le fogne di Barra, le sparatorie e i morti ammazzati hanno la stessa origine. Vengono dai quartieri invisibili, ma premono sulla città meravigliosa del mare e delle spiagge, l' unica che vedranno gli atleti e il 99 per cento dei turisti. A qualche chilometro da qui, dietro la grande foresta tropicale urbana, una ragazzina di 16 anni è stata violentata da un gruppo di criminali. Ha già un bimbo di 3, ci andava di proposito a passare le notti con quelle bestie.
 

Ora è in un programma di protezione della polizia. Anche questa è la Rio del dopo boom che non c' è mai stato. E che farà anch' esso il giro del mondo.

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