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1 - «BASTA IL NOSTRO COGNOME A METTERVI PAURA» COSÌ RICATTAVANO L' EX DJ BALDINI E ZEFFIRELLI JR
Alessandra Camilletti per “il Messaggero”
«Simone io sono... non alla frutta, di più. Cioè nel senso io non so cosa fare, credimi. Io Simone non posso più campare, sono assediato da venti persone, a tutti ho detto di aspettare un po', nessuno aspetta». Marco Baldini, conduttore radiofonico, già volto noto anche della tv, è al telefono con Consiglio Casamonica, detto Simone, conosciuto in una sala giochi.
In ballo, secondo quanto ricostruito nel corso dell' indagine sul clan, fatta anche di intercettazioni, che ha portato ad una raffica di arresti, c' è un prestito di 10mila euro ricevuto dallo showman tra il 2011 e il 2012. Debito che, sommati gli interessi, ha raggiunto negli anni la cifra di 600mila euro. Una cifra spalmata sul periodo 2011-2017. Un tasso di interesse di almeno il mille per cento su base annua, calcolato in linea teorica.
Aggiunge Baldini - che in passato ha pubblicamente parlato del suo rapporto con il gioco d'azzardo e di debiti -, in quella stessa conversazione: «Non c' ho più nessuno e mi vengono tutti addosso Simone, tutti una violenza, impossibile e immaginabile». Consiglio Casamonica, si sottolinea negli atti, si presenta in genere come intermediario, esposto a presunte pressioni di altri, che lo avrebbero rimproverato di fronte ad una mancata restituzione del prestito. Un tono telefonico di solito soft che si indurisce però strada facendo, di fronte ai ritardi nei pagamenti, rispetto ai ratei usurari scaduti.
Una sorta di gioco psicologico che, si sottolinea, spinge il debitore a non mettere in difficoltà l'intermediario e ad adoperarsi, invece, per risolvere la restituzione dei soldi. Ci sono vittime con nomi illustri, nelle azioni del clan ricostruite nelle carte dell' indagine. Baldini, come anche quello di uno dei figli di Franco Zeffirelli. Si parla di un prestito di 20mila euro, in questo caso, su cui è stato applicato un interesse del 30 per cento su base annua, il 2,5 per cento mensile per dieci mesi (secondo una durata calcolata ipoteticamente rispetto alle dichiarazioni fatte).
IL SISTEMA
Il modo di operare, da parte del clan, che si trova nei riscontri dei carabinieri e negli atti dell'autorità giudiziaria, ha un unico denominatore: un comune sentire, nella collettività e nelle vittime, caratterizzato da una sorta di soggezione di fronte alla forza intimidatrice del gruppo.
Sostiene un test che il clan incute timore, che nessuno denuncia mai i suoi componenti, al punto da non esserci bisogno alcuno di usare la violenza, nelle azioni: basta mettere avanti il nome della famiglia. «Un gruppo molto forte anche per il marchio di origine particolarmente significativo sul territorio romano», ha proprio sottolineato ieri il procuratore aggiunto della Dda di Roma, Michele Prestipino. Di fatto, si ricostruisce nell'indagine, i Casamonica non chiedono favori ad amici, ma impongono doveri alle vittime.
2 - MARCO BALDINI IL DJ GLISSA SULLE INTERCETTAZIONI IN CUI RISULTA VITTIMA: "NON RICORDO I RICATTI E L' USURA MI CAMBIAVANO SOLO ASSEGNI"
Edo.Izzo per “la Stampa”
«Non mi sono mai sentito minacciato da Consilio Casamonica», giura il dj Marco Baldini. «Usura? Estorsioni? Voi siete matti, non è accaduto nulla», assicura il conduttore amico di Fiorello. «Io sono alla frutta, non ce la faccio più. Sto assediato da venti persone a tutti gli ho chiesto di aspettare un po'. Io non ce la faccio.. non ce la posso fare...», dice però in un' intercettazione a un membro del clan, che risponde: «Così stiamo proprio impicciatissimi. Io quello che potevo fa ho fatto, mica li posso mettere io i soldi».
Una conversazione che il conduttore ora dice di non ricordare, ammettendo solo che gli aveva cambiato un assegno. Nelle carte si parla di 10 mila euro prestati e di un tasso d' interesse annuo del mille per cento: quindi 600 mila indietro in 6 anni... «È accaduto tre anni fa, avevo bisogno di cambiare un assegno da 10 mila euro che avevo ricevuto da una persona di cui non ricordo il nome. E ho chiesto a Consilio se poteva cambiarmelo, lui ha acconsentito e mi ha dato 10 mila euro. Non mi ha chiesto interessi».
Da come lo descrive appare un benefattore. Possibile? «Non ho detto che è un benefattore, ma con me si è comportato da amico a differenza di altre persone. Ripeto che non mi sono mai sentito vittima di usura. È stato strumentalizzato il mio cognome, si è voluto fare notizia». Scusi, ma ci sono diverse intercettazioni. In una di queste addirittura il suo manager, Enrico Migliarini, a Casamonica dice che lei stava meditando il suicidio...
«Non farei mai una cosa del genere. Non so perché siano uscite queste cose: ai giudici non ho mai parlato di minacce ma non mi credono e neanche lei». Ci provo, ma le faccio notare che in un' altra intercettazione dice al suo manager, Migliarini, di essere a Milano per lavorare in una trasmissione di Barbara D' Urso; e che appena la vedranno in video cominceranno a chiamarla... e bum bum... A chi si riferiva? «Non ricordo. Ripeto, Casamonica non mi ha minacciato e non mi ha chiesto soldi, anzi: tra i due, se c' è qualcuno che deve qualcosa, sono io». Ma lei non è che non parla perché ha paura? «Si sbaglia, io ho paura di Consilio Casamonica quanta ne ho di lei: nessuna».
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