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“ITALIAN JOB” – COSI’ LA SUPER PROCURA EUROPEA HA DEFINITO L’AFFAIRE CHE HA PORTATO ALL’ARRESTO PER FRODE NEI PROGRAMMI EUROPEI DI FORMAZIONI DEI GIOVANI DIPLOMATICI L’EX ALTO RAPPRESENTANTE UE FEDERICA MOGHERINI E L’AMBASCIATORE STEFANO SANNINO (ENTRAMBI RILASCIATI DOPO L'INTERROGATORIO). IL CASO SARA' UN ALTRO BUCO NELL'ACQUA COME IL QATARGATE (CHE NON HA AVUTO GRANDE FORTUNA GIUDIZIARIA)? - SECONDO L’ACCUSA, SANNINO, CHE ALL’EPOCA DEI FATTI ERA SEGRETARIO GENERALE DEL SEAE, UNA SORTA DI MINISTERO DEGLI ESTERI DELL’UNIONE, AVREBBE FAVORITO IL COLLEGIO D’EUROPA DI BRUGES, DI CUI MOGHERINI ERA RETTRICE, DIROTTANDO CINQUE MILIONI DI SOLDI PUBBLICI PER L'ACCADEMIA DIPLOMATICA UE -QUELLO STRANO ACQUISTO DI UN PALAZZO…
Giuliano Foschini per repubblica - Estratti
Quando ieri mattina un investigatore italiano ha chiesto ai colleghi belgi dell’Eppo, la super procura europea, cosa stesse accadendo, la risposta è stata sprezzante: «Italian job». Come a dire, ci risiamo.
Dopo lo scandalo del Qatargate (che pure non ha avuto poi grandi fortune giudiziarie), la vicenda Huawei, l’Italia torna protagonista di uno scandalo che, almeno nei nomi dei protagonisti, non ha precedenti: l’ex Alto rappresentante e vicepresidente della Commissione Federica Mogherini. L’ambasciatore Stefano Sannino.
Una storia, al momento, fatta ancora di contorni poco chiari, che si potrebbe riassumere così: secondo l’accusa Sannino, che all’epoca dei fatti era segretario generale del Seae, una sorta di ministero degli Esteri dell’Unione, avrebbe favorito il Collegio d’Europa di Bruges, di cui Mogherini era rettrice, affidandogli un progetto. Favorendo la struttura rispetto ad altre perché avrebbe conosciuto in anticipo quali fossero i desiderata dell’ente: proprio grazie a quelle informazioni il Collegio — pur trovandosi in difficoltà economiche — avrebbe acquistato un immobile che poi si è rivelato fondamentale per vincere il progetto.
I fatti. «Il Parlamento europeo», si legge in uno dei documenti acquisiti ieri dalla Procura europea durante le perquisizioni cominciate alle sette del mattino, «ha deciso di incaricare il Seae di svolgere attività pilota volte all’istituzione di un’Accademia diplomatica europea». Di cosa si tratta? «Di un’accademia diplomatica che contribuirà a formare e dotare i diplomatici europei delle conoscenze e delle competenze necessarie per definire politiche comuni», si legge ancora negli atti.
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Il punto dell’inchiesta sarebbe qui. Secondo quanto ricostruito dalla Procura europea, Sannino avrebbe favorito la struttura di Bruges, informandola preventivamente dell’operazione. In modo tale che si potesse trovare pronta. In particolare sono stati acquisiti i documenti relativi all’acquisto di un palazzo in Spanjaardstraat, a Bruges. Il bando prevedeva infatti, tra le altre cose, una struttura in grado di ospitare i diplomatici durante il corso. E — sostiene l’accusa — il Collegio di Bruges lo avrebbe acquistato nei mesi precedenti la pubblicazione della gara: un investimento da 3,2 milioni, effettuato in un momento in cui il Collegio si trovava in una situazione economica molto complicata.
Il sospetto dei magistrati è che l’operazione sia stata fatta perché Mogherini, o comunque i dirigenti del Collegio, avessero avuto accesso privilegiato a «informazioni riservate sulla gara d’appalto», circostanza che avrebbe conferito loro «un vantaggio ingiusto rispetto agli altri offerenti».
A oggi la struttura è utilizzata effettivamente come alloggio per i diplomatici che seguono il corso. E questo perché, dopo l’aggiudicazione del progetto sperimentale nel 2022, il programma è diventato stabile. Nel 2024 la Commissione europea — risulta sempre dagli atti acquisiti ieri — ha deciso di implementare il programma firmando una convenzione con il Collegio e con la stessa Mogherini che, si legge negli atti, «ha anche la carica di direttrice del programma». L’affidamento è stato per quattro anni accademici, dal 2024 al 2028, «dopodiché la decisione del Consiglio e la scelta del beneficiario della sovvenzione saranno riviste».
Il budget annuale, si diceva, è di poco meno di 700 mila euro. In questi sei anni, dunque, l’acquisto del palazzo si è rivelato un grande affare immobiliare.
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IL CASO
Estratti da open.online
È un «italian job» quello che ha portato al fermo dell’ex ministra degli Esteri italiana Federica Mogherini a Bruxelles. La frase la dicono gli investigatori di Eppo (la procura europea) a un italiano per spiegare l’ipotesi accusatoria.
L’ex Alta Rapprentante dell’Ue avrebbe sfruttato il suo bagaglio di contatti per vincere il bando che ha permesso l’affidamento della gestione dell’Accademia diplomatica Ue al Collegio d’Europa. Di cui nel frattempo era diventata rettrice. Un bando da 600 mila euro per il progetto pilota e un altro da 960 mila per la seconda fase. E poi ancora altre due tranche da 1,7 milioni per un totale di cinque di fondi pubblici.
L’Eppo indaga dal 2021 sui reati legati all’uso dei fondi Ue nei 24 stati membri. «Vi sono forti sospetti che, durante il bando per il programma sia stato violato l’articolo (…) relativo alla concorrenza leale e che informazioni riservate relative all’appalto in corso siano state condivise con uno dei candidati partecipanti alla gara», scrive la Procura.
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La storia comincia nel novembre 2021. L’Ue con la spinta dell’eurodeputato spagnolo Nacho Sánchez Amor annuncia i 900 mila euro per l’accademia diplomatica. «L’indagine si concentra sul fatto che il Collegio d’Europa e/o i suoi rappresentanti siano stati informati in anticipo sui criteri di selezione della procedura di gara e abbiano ritenuto sufficienti motivi per ritenere che sarebbe stata loro affidata l’attuazione del progetto, prima della pubblicazione del bando di gara da parte del Seae», scrive ancora la Procura. Secondo gli investigatori, Mogherini avrebbe avuto accesso a informazioni sul bando, sino a quel momento riservate, dal Servizio per l’azione esterna dell’Ue (Seae), all’epoca guidato dall’ambasciatore Stefano Sannino, che dal 2021 al 2024 ne ha ricoperto il ruolo di segretario generale.
I primi sospetti nascono con l’acquisto di un immobile nel centro di Bruges per 3,2 milioni di euro. Effettuata dall’istituto «nonostante si trovasse in difficoltà finanziarie». Ma decisiva per vincere il bando: la gara prevedeva infatti la disponibilità di alloggi per ospitare i diplomatici durante il periodo di formazione. L’immobile viene trasformato in residenza con 49 stanze con cucina e bagno di gara. E parte il progetto pilota. Poi l’Olaf, l’ufficio europeo antifrode, denuncia e il giudice istruttore belga del distretto di Ypres, nella provincia delle Fiandre occidentali, apre l’indagine. Le ipotesi di reato sono: frode negli appalti, corruzione, conflitto d’interessi e violazione del segreto professionale.
L’ambasciatore Sannino, che all’epoca dei fatti era segretario generale del Seae, avrebbe favorito il Collegio d’Europa di Bruges, di cui Mogherini era rettrice, affidandogli un progetto. Perché avrebbe conosciuto in anticipo i desiderata dell’ente: proprio grazie a quelle informazioni il Collegio — pur trovandosi in difficoltà economiche — avrebbe acquistato un immobile che poi si è rivelato fondamentale per vincere il progetto. «Il contratto», si legge negli atti, «è stato aggiudicato secondo le normali procedure di appalto dell’Ue. Sono state ricevute sei offerte per il programma accademico pilota, tutte provenienti da qualificati istituti di istruzione e ricerca europei. Le offerte sono state valutate e i contratti aggiudicati sulla base del criterio del miglior rapporto qualità-prezzo».
federica mogherini
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STEFANO SANNINO
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mogherini sannino
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