DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Pierfrancesco Carcassi e Matteo Riberto per www.corriere.it
tunisino ubriaco picchiato a sangue a jesolo 7
Un calcio. Poi un altro. E un altro ancora. I colpi provengono da ogni direzione. Nel video circolato online sono in quattro ad accanirsi sul 38enne tunisino, che nella notte tra mercoledì e giovedì è stato aggredito a Jesolo, su un marciapiede in piazza Milano, dopo un diverbio con alcuni avventori di un locale della zona. La scena è di una violenza disumana.
L’uomo è disteso a terra, come un sacco. E immobile, ma gli aggressori non si placano. Si avvicinano, lo colpiscono con forza, poi si allontanano. In pochi secondi si voltano e tornano alla carica, non si fermano. In sottofondo le urla del pestaggio: ogni calcio un grido. E il commento di chi si trova vicino a chi riprende con il telefono: «Madonna se gli hanno dato…».
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Sui social si perde il conto dei commenti di chi inneggia al pestaggio, di chi scrive «se l’è cercata» o «hanno fatto bene». La brutalità dell’aggressione è stata tale che il 38enne ora si trova tra la vita e la morte all’ospedale all’Angelo di Mestre.
Secondo le prime ricostruzioni tutto è cominciato con un diverbio attorno alle 4 del mattino mercoledì: la vittima del pestaggio, residente nel Padovano ma con domicilio nel litorale veneziano, avrebbe infastidito alcuni clienti di un bar, mentre era sotto l’effetto dell’alcol.
L’uomo è già noto alle forze dell’ordine a causa di diversi precedenti penali. A scaldare gli animi, il comportamento esuberante del 38enne, che ha infastidito alcune persone all’esterno di un locale: parole pesanti, grida e poi, secondo qualche testimonianza, anche una bottiglietta lanciata verso un gruppetto di giovani avventori.
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In quel momento i carabinieri hanno ricevuto una prima segnalazione. Nel frattempo, in pochi minuti è scattata la reazione del gruppo, una sorta di «spedizione punitiva» nei confronti dell’ubriaco. Tre o quattro persone si sono alzate e lo avrebbero seguito fino a piazza Milano per poi aggredirlo selvaggiamente e dileguarsi in breve tempo.
A quel punto, la seconda telefonata alle forze dell’ordine: erano da poco passate le quattro. Quando i carabinieri sono arrivati sul posto c’era solo la vittima a terra, nel sangue, gravemente ferita. Poco dopo sono arrivati i sanitari del Suem.
Le telecamere di sicurezza
Le indagini dei militari sono partite dalle telecamere di sicurezza. Anche i video filmati dai passanti, alcuni circolati in rete, sono sotto sequestro. I carabinieri stanno vagliando le immagini della scena per individuare le persone che hanno partecipato all’aggressione. Per loro si prospetta l’accusa di lesioni personali gravissime, ma toccherà alla magistratura valutare il reato in base al referto della vittima.
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L’uomo è ricoverato in condizioni gravissime in rianimazione. Presenta traumi importanti al viso, al capo e in diversi punti del corpo. Attualmente è in coma, in parte indotto e in parte dovuto al violento pestaggio subito.
Nelle prossime 24-48 ore si valuteranno i possibili danni neurologici anche se da una prima analisi pare che il cervello non abbia subito traumi significativi. Che invece interessano gli occhi e la mascella: con ogni probabilità, se le condizioni migliorassero, saranno infatti necessari interventi maxillofacciali.
«È un fatto gravissimo – commenta il sindaco di Jesolo Valerio Zoggia – potrebbe non essere un episodio legato alla cattiva movida ma una questione razziale con i ragazzi che potrebbero essersi accaniti sull’uomo a causa della sua nazionalità. Spero che i colpevoli siano individuati presto e puniti in modo esemplare. Come Comune potremmo anche costituirci come parte civile per i danni d’immagine recati alla città».
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Solo una decina di giorni fa, infatti, Jesolo era stato teatro di un’altra rissa, esplosa quella volta in piazza Mazzini. E a chiedere il pugno duro non è solo il sindaco: anche le associazioni di commercianti si uniscono all’appello del primo cittadino. «Non si può militarizzare un paese – spiega Angelo Faloppa, presidente mandamentale Confcommercio Jesolo San Donà – ma bisogna essere ferrei nelle condanne.
Chi sarà chiamato a giudicare i colpevoli deve avere fermezza prevedendo anche pene detentive: non si può mettere la testa sotto la sabbia. Purtroppo l’Italia sta diventando un paese di buonisti e così molti si sentono autorizzati a fare ciò che vogliono». Ma questi episodi di violenza non rischiano anche di disincentivare i turisti a visitare Jesolo? «Non credo – dice Faloppa – ma va fatta una riflessione seria.
Adesso i riflettori sono su Jesolo, ma episodi di violenza che vedono protagonisti i giovani accadono anche a Mestre, Venezia e in tutta Italia, purtroppo ogni anno di più. Non vanno però puniti i locali (gli aggressori uscivano da un locale): quando si dice che questi episodi sono colpa di bar o discoteche si fa un errore e preveder sanzioni per chi non ha colpa sarebbe un fallimento della giustizia».
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