johnny lo zingaro

"JOHNNY LO ZINGARO? AVERNE DI CLIENTI COSI’" – PARLA IL TASSISTA CHE HA PORTATO L’ERGASTOLANO EVASO DA FOSSANO A GENOVA: “UN SIGNORE MOLTO EDUCATO. ABBIAMO PARLATO DI MACCHINE, VACANZE. FORSE HO TROVATO STRANO CHE IN UN’ORA E MEZZA, LUI NON ABBIA FATTO CHIAMATE. A PARTE QUESTO PERÒ È STATO DAVVERO SQUISITO…”

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Erica Di Blasi per repubblica.it

 

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"Un evaso? Non sembrava proprio un delinquente, anzi era un signore molto educato, dai modi gentili. Averne di clienti così...". Giuseppe Mastini, alias Johnny lo Zingaro, venerdì mattina ha usato un taxi per fuggire. Una corsa dalla stazione di Fossano a quella di Genova Brignole che dev’essere costata, tariffe alla mano, circa 400 euro. E che lui ha pagato in contanti senza battere ciglio.

 

"Mai e poi mai avrei immaginato di trasportare un detenuto — ha raccontato l’autista, 48 anni, al suo titolare Claudio, che gestisce la Taxi Service di Fossano — Anzi, era un signore abbastanza distinto, dai modi garbati. Mi ha domandato se ero disponibile ad andare fino a Genova: io ho detto di sì e ci siamo accordati sul prezzo. Non è una cosa insolita". Insieme hanno condiviso un viaggio di un’ora e mezza, dalle 9 alle 10.40 circa.

 

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Un percorso lungo 140 chilometri, senza nessuna sosta. "Abbiamo parlato di tutto — ha proseguito ancora incredulo — Ad esempio di macchine. Gli piaceva molto la Mercedes su cui viaggiavamo". La sua passione per i motori è stata evidente sin da subito. Poi, complice l’estate, ecco arrivare le vacanze. È bastata una stazione radio che parlava delle spiagge più pulite e Johnny si è messo a snocciolare i pregi dei nostri mari, in particolare di quello Ligure che avrebbe visto di lì a poco. Sembrava nostalgico: già, perché in fondo erano anni che non lo vedeva. "Mi ha chiesto di mettergli un po’ di musica, qualcosa che ci aiutasse ad accompagnare il viaggio. Per il resto abbiamo parlato del più e del meno. Forse ho trovato strano che per tutto il tempo, in un’ora e mezza, lui non facesse chiamate. A parte questo però è stata davvero una persona squisita".

 

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E dire che Johnny Lo Zingaro è famoso per essere stato negli anni Ottanta il terrore di Roma. A soli undici anni aveva commesso il primo omicidio. "Non lo avrei mai detto, davvero". Indossava un paio di jeans e aveva uno zainetto sulle spalle. È probabile che progettasse da tempo la fuga. Il taxi è arrivato a destinazione intorno alle 10.40 e si è fermato in piazza XX Settembre, come richiesto. La stazione di Genova Brignole è proprio lì vicino. "Grazie mille", ha detto. E ha tirato fuori, in contanti, la cifra che avevano concordato a Fossano. In cambio, la ricevuta che ha messo in tasca.

 

"Quando eravamo in autostrada mi ha chiesto se il tutor era in funzione". Una preoccupazione strana per il passeggero di un taxi: forse però Johnny, ormai in fuga, temeva di incappare nella polizia. "Anche adesso che so di aver trasportato un ergastolano — ha spiegato al suo capo — non posso dire di aver avuto paura. Non credo mi avrebbe fatto del male".

 

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Al suo avvocato, Enrico Zufolino, Mastini aveva detto di essere stato usato come un capro espiatorio. Adesso proseguono senza sosta le ricerche. Sembra che Johnny, a Genova, sia salito su un treno. Due le mete ritenute più probabili: la capitale, dove vanta ancora molti contatti, o la Francia, approfittando del fatto che non era ancora stato dichiarato evaso. Dopo essere stato detenuto nel carcere di Biella,

 nella sezione a elevato indice di vigilanza, Johnny lo Zingaro era stato trasferito ad Alba.

 

Nel gennaio 2015 la struttura era però stata chiusa e lui trasferito nuovamente a Fossano, un istituto circondariale a sicurezza attenuata. È stata la polizia penitenziaria di Fossano, che conduce le indagini, a mettere al corrente l’inconsapevole tassista che aveva appena trasportato un pluriomicida. "Non ci potevo davvero credere. Sono rimasto senza parole".

 

 

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