IL DESTINO DELL'UCRAINA SI DECIDE TRA WASHINGTON E MOSCA: LA TRATTATIVA SEGRETA TRA PUTIN E TRUMP È…
Omero Ciai per "La Repubblica"
«Jorge se n'è andato. à andato a prendere un po' d'aria». Risponde molto acida la moglie del figlio di Erich Priebke dalla casa di via 24 settembre a Bariloche. Sull'elenco del telefono è rimasto il nome della prima moglie di Jorge Priebke, Irene Berndt, morta qualche anno fa, ma la nuova signora Priebke risponde sapendo che dall'altra parte c'è l'ennesimo giornalista scocciatore. «E poi cosa vuole chiedere a mio marito?». Per esempio perché ha detto di seppellire suo padre in Israele. Che fa suo marito, provoca? «Basta, basta - dice la signora - . Lasciatelo in pace, Jorge non sta bene».
A Bariloche dicono che il figlio dell'aguzzino delle Fosse Ardeatine abbia avuto un infarto da poco. Che ha bisogno di riposo. Ma qualcosa ha già detto. Raggiunto dall'Ansa Jorge, l'unico parente di Priebke rimasto in Argentina, è andato subito all'attacco: «Perché continuano a prendersela con uno dei tempi di una guerra finita più di sessant'anni fa?
Che la smettano di rompere, quelli rompono nel mondo fin da prima della nascita di Cristo. Che lo seppelliscano in Israele mio padre, così sono contenti». Parole alle quali fonti
del ministero degli Esteri israeliano hanno semplicemente replicato che il figlio di Priebke «non merita alcun commento».
Jorge Priebke si è anche rammaricato del fatto che lì a San Carlos de Bariloche, nella Patagonia argentina, ormai non ci sono più i vecchi amici di suo padre e anche che la comunità tedesca locale ha abbandonato la sua famiglia.
«Dopo l'estradizione in Italia, nel 1995, tanta gente che prima ci salutava, ha cominciato a cambiare marciapiede». Il figlio di Priebke ha anche aggiunto che non viaggerà in Italia per i funerali perché «non ho i soldi del biglietto, prendo la pensione minima e ho una macchina vecchia di 35 anni». Poi ha difeso il padre insistendo su "l'obbedienza dovuta". «Non aveva scelta, doveva eseguire gli ordini».
Ammettendo però che lui ne sapeva pochissimo dell'eccidio delle Fosse Ardeatine: «Lui non parlava più da molto tempo di quei fatti e io da parte mia ne ho sempre saputo poco, solo di recente mi sono un po' informato. Però è "arrabbiato" «per le cose tremende che escono su Internet, quasi che mio padre fosse colpevole di tutto».
«Il processo contro mio padre - ha concluso Jorge Priebke rispondendo all'Ansa
- è stata una falsificazione fatta dagli ebrei. L'ho visto quando sono stato a Roma. C'era molto rancore. Ma lui non ebbe nessuna responsabilità diretta nell'eccidio. Può essere che abbia sparato due volte».
L'ultima volta si sono sentiti una quindicina di giorni fa: «Mio padre non poteva fare telefonate internazionali, e quindi a Roma chiamavamo noi. L'ultima volta avremmo parlato per un minuto, non di più, come facevamo sempre. Mi raccontava poco, che aveva qualche visita, che stava bene. Alla fine mi aveva detto: "Alla prossima"».
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