DAGOREPORT - SI SALVINI CHI PUO'! ASSEDIATO DAL PARTITO IN RIVOLTA, PRESO A SBERLE DA GIORGIA…
Guido Santevecchi per il Corriere.it
La «teoria del cigno nero» descrive un evento imprevisto e negativo (la metafora nasce dal fatto che fino al XVIII secolo in Europa si credeva che esistessero solo i cigni bianchi). In Nord Corea, secondo le autorità, il pennuto scuro ora rappresenta la soluzione alla crisi alimentare. La situazione «è cupa e senza precedenti», ha detto pubblicamente Kim Jong-un più volte quest’anno.
Il Rispettato Maresciallo ne ha dato la responsabilità ai tifoni che hanno spazzato via le coltivazioni di grano e riso, alla incapacità organizzativa della burocrazia interna, oltre che alle sanzioni internazionali che fanno mancare i fertilizzanti chimici. Per risolvere il problema ed evitare la carestia ha chiesto ai tecnici e ai contadini di produrre di più e sfornare anche idee innovative.
La stampa di Pyongyang questa settimana ha cominciato a esaltare l’alto valore nutrizionale e la bontà della carne dei cigni neri. «Il sapore del cigno nero cotto è delizioso, ha un gusto senza eguali e anche proprietà medicinali e il suo allevamento su base industriale aiuterà a migliorare la dieta della popolazione», ha scritto il Rodong Sinmun, quotidiano del regime.
La tv statale ha trasmesso un servizio sull’inaugurazione da parte del compagno Ri Jong Nam, segretario del Partito dei lavoratori, di un allevamento di «Cygnus atratus» (questo il nome scientifico dell’animale) sulla costa orientale della penisola.
Gli economisti esperti di questioni coreane pensano che in realtà il problema principale e cronico delle ricorrenti crisi alimentari in Nord Corea sia il sistema di produzione. Per rilanciare il settore agricolo, Kim sembra intenzionato a rafforzare la pianificazione centralizzata sul vecchio modello sovietico.
La storia dell’Urss (e della Nord Corea sotto il nonno e il padre di Kim) ha insegnato però che il sistema delle aziende statali collettivizzate, di portare il raccolto all’ammasso, non ha mai spinto i contadini a lavorare meglio e di più. Quando la Cina lo ha capito, dopo il pauperismo egualitario di Mao, la sua produzione agricola privatizzata ha dato ottimi risultati.
Osserva su NK News Andrei Lankov, professore russo basato a Seul che è considerato il più grande analista di questioni nordcoreane: «I contadini sovietici dicevano: il Partito finge di pagarci, noi fingiamo di lavorare».
Nonostante la trovata dei cigni neri, Kim ha messo le mani avanti, annunciando in primavera che davanti al popolo nordcoreano c’è nuovamente la via di una «Ardua Marcia»: quell’espressione fu usata negli Anni 90 da Kim Jong-il, il padre dell’attuale dittatore, quando il Paese fu colpito da una carestia che causò centinaia di migliaia di morti. Le agenzie umanitarie internazionali dicono che questa volta la crisi non è così grave.
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