LA LIBERAZIONE DI CECILIA SALA È INDUBBIAMENTE UN GRANDE SUCCESSO DELLA TRIADE MELONI- MANTOVANO-…
Virginia Piccolillo per il “Corriere della Sera”
Omicidio colposo. È questo il reato ipotizzato per l'amministratore delegato di AstraZeneca, Lorenzo Wittum, uno dei 4 indagati dell'inchiesta sulla morte del sottufficiale Stefano Paternò, avvenuta nella notte tra lunedì e martedì, quindici ore dopo la somministrazione di una dose del siero appartenente al lotto ABV2856, ora sequestrato. «Un atto dovuto, quello dell'iscrizione nel registro degli indagati, per consentire la nomina dei consulenti e compiere accertamenti irripetibili a garanzia delle parti», assicura la procuratrice di Siracusa, Sabrina Gambino, titolare del fascicolo assieme al pm Gaetano Bono.
A partire dall'autopsia che sarà compiuta nel pomeriggio da 4 consulenti per valutare se esiste un nesso diverso dalla semplice coincidenza temporale tra l'inoculazione e il decesso. E se può esserci un effetto letale dovuto magari a un eccipiente in grado di provocare reazioni gravi in chi soffre di trombofilia. AstraZeneca, in una nota, sottolinea che «non ci sono prove di un aumento del rischio» di un coagulo di sangue a causa del vaccino. «I numeri sono molto più bassi in coloro che sono vaccinati rispetto a quanto ci si aspetterebbe nell'insieme della popolazione», assicura.
L'autopsia dovrà fugare ogni dubbio. Proprio per questo tra i consulenti, accanto al medico legale Giuseppe Ragazzi, ci saranno l'ematologo esperto in trombosi Marco Marietta, con la tossicologa Nunziata Barbera e lo specialista in malattie infettive Carmelo Iacobello. È importante per gli indagati: oltre a Wittum il medico e l'infermiere che hanno somministrato la dose a Paternò e il sanitario del 118 che ha tentato, invano, di rianimarlo.
Ma soprattutto per chiarire ogni contorno di questo e degli altri decessi avvenuti a ridosso della vaccinazione, riletti in queste ore da diverse Procure: quello del poliziotto di Catania, Davide Villa, avvenuta il 7 marzo scorso per trombosi venosa; del bidello Vincenzo Russo a Napoli, avvenuto dopo l'inoculazione; di una professoressa a Salerno e del carabiniere Giuseppe Maniscalco, colto da infarto dopo la dose. Migliorano invece le condizioni del finanziere di Trapani, finito in coma nei giorni seguenti al vaccino, dopo febbre alta, rallentamento psicomotorio e degenerazione neurologica.
Oggi a Siracusa arriveranno anche gli ispettori del ministero della Salute. Lo ha annunciato ieri Gianni Rezza assicurando che «l'Istituto superiore di sanità farà le dovute verifiche sulla qualità e sulle fiale appartenenti a quel lotto». Rezza ha anche ricordato che sono «diverse decine di migliaia» le fiale che sono state utilizzate, spiegando che «non è il caso di creare un allarme generalizzato, bisogna indagare».
Il lotto bloccato conteneva 560 mila di quelle dosi, di cui 250 mila destinate all'Italia. I Nas ne hanno sequestrate meno di 25 mila perché il 90% era già stato inoculato.
Ma Rezza ha ribadito che «non è stato dimostrato nesso di causalità, e chi si è vaccinato nei giorni scorsi, se non ha particolari problemi deve stare tranquillo», ricordando ad AstraZeneca che «la collaborazione in totale trasparenza tra pubblico e privato è doverosa». In Europa, intanto, anche la Bulgaria ha sospeso la somministrazione del vaccino. Il premier Boiko Borissov ha annunciato che si allineerà allo stop già adottato da Danimarca, Islanda e Norvegia . E AstraZeneca ha annunciato un ulteriore taglio delle forniture all'Europa: a marzo arriveranno dieci milioni di fiale in meno di quelle promesse solo quindici giorni fa.
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