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E TANTI SALUTI ALLA CARA E VECCHIA EUROPA! TRUMP E PUTIN NON STANNO DECIDENDO SOLO IL FUTURO DELL’UCRAINA, MA DELL’INTERO ORDINE MONDIALE – L’AMBASCIATORE ETTORE SEQUI: “IL PIANO AMERICANO IN 28 PUNTI È LA PROVA CHE L'ORDINE EUROPEO STA ENTRANDO NELLA SUA FASE TERMINALE. È UN ATTO DI ROTTURA CHE RIDISEGNA LA SICUREZZA DEL CONTINENTE SENZA L'EUROPA E SOPRA LA TESTA DELL'UCRAINA. NON È UN "PIANO DI PACE", MA UN'OPERAZIONE DI POTERE IN CUI WASHINGTON E MOSCA USANO L'UCRAINA COME LEVA E L'EUROPA COME PORTAFOGLIO. IL PIANO RESTITUISCE ALLA RUSSIA LO STATUS DI GRANDE POTENZA. È IL RICONOSCIMENTO GEOPOLITICO CHE PUTIN INSEGUIVA DAL 2007...”
Estratto dell’articolo di Ettore Sequi per “La Stampa”
Il piano americano in 28 punti, elaborato da Stati Uniti e Russia, è la prova che l'ordine europeo sta entrando nella sua fase terminale. Non è un'iniziativa diplomatica, ma un atto di rottura che ridisegna la sicurezza del continente senza l'Europa e sopra la testa dell'Ucraina. Non è un "piano di pace", ma un'operazione di potere in cui Washington e Mosca usano l'Ucraina come leva e l'Europa come portafoglio. L'Ucraina è il teatro, ma il bersaglio è l'intera architettura di sicurezza europea.
Il contenuto conferma lo squilibrio: Kiev dovrebbe ritirarsi da territori ancora controllati, accettare una zona cuscinetto che diventa corridoio d'influenza russa, ridurre l'esercito, rinunciare alla Nato, tollerare un'amnistia totale a favore dei russi autori di crimini di guerra e andare al voto in cento giorni.
Mosca otterrebbe legittimazione delle conquiste, territori aggiuntivi, accordi economici e finanziari con gli Usa e un ritorno nel concerto internazionale. Nessun limite per le forze russe: una "pace" che disarma l'aggredito e rafforza l'aggressore.
La struttura istituzionale è ancora più rivelatrice: il piano crea un "Peace Council" presieduto da Trump, organo di fatto vincolante con poteri di monitoraggio e sanzione. È un ordine parallelo all'Onu che marginalizza il diritto internazionale e concentra nelle mani del presidente americano la funzione di garante supremo.
La sicurezza diventa un servizio a pagamento. Washington "riceve compenso" per ciò che prima era un impegno strategico. La deterrenza non è più un principio, è una fattura.
La Russia ottiene molto più di quanto appare. Il piano le restituisce lo status di grande potenza. È il riconoscimento geopolitico che Putin inseguiva dal 2007, quando dichiarò che l'ordine unipolare era inaccettabile. Ora quelle parole diventano realtà. La Russia non subisce la mediazione internazionale, la co-scrive.
VLADIMIR PUTIN - DONALD TRUMP - VERTICE ANCHORAGE, ALASKA
È una vittoria poiché Mosca passa dall'essere potenza revisionista isolata a potenza legittimata, interlocutrice "alla pari" degli Stati Uniti.
[…] Per la Cina è la prova che una potenza revisionista può cambiare i confini con la forza, resistere alle sanzioni e negoziare da posizione di vantaggio. Le implicazioni sono chiare: se l'Occidente è disposto a ratificare una revisione dei confini in Europa, potrebbe domani mostrarsi altrettanto permeabile di fronte alle aspirazioni cinesi su Taiwan.
Il triangolo Usa-Russia-Cina entra così in una nuova fase. È il ritorno alle sfere d'influenza: la competizione tra Stati Uniti, Russia e Cina si gioca sul controllo degli spazi intermedi, non sulla volontà degli Stati che li abitano.
VOLODYMYR ZELENSKY INCONTRA DONALD TRUMP ALLA CASA BIANCA - 17 OTTOBRE 2025 - FOTO LAPRESSE
Washington chiude un fronte europeo cedendo spazio a Mosca; Pechino prende atto che l'Occidente accetta un fatto compiuto; Trump tenta di indebolire l'asse sino-russo. Per Mosca è proprio la riapertura, anche limitata, del canale con Washington che le permette di applicare una versione asimmetrica della teoria andreottiana dei "due forni": la Russia è più vicina a Pechino, ma può evitare di esserne schiacciata mantenendo aperto il forno americano come contrappeso.
Le conseguenze per l'Europa sono profonde. L'Ue è relegata al ruolo di finanziatore senza voce, chiamata a stabilizzare un vicinato che non ha definito. Pagare senza decidere è subalternità geopolitica. [...]
volodymyr zelensky e donald trump a new york
donald trump e ursula von der leyen
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