DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Estratto dell'articolo di Alessio di Sauro per www.repubblica.it
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Una giornata in piscina, tra giochi e bagni. Poi, tornata a casa, il mal d’orecchio e la febbre, sempre più alta, le convulsioni e, quindi, la morte. Tragedia in Colombia, dove una bambina di 10 anni, Stefania Villamizar González, è morta dopo aver contratto un’encefalite causata dall’incontro con la cosiddetta ameba mangia cervello, nome inquietante ma che ben descrive i danni devastanti provocati da questo organismo unicellulare responsabile del decesso di quasi tutti coloro che vi entrano in contatto.
La morte della piccola Stefania risale al 28 luglio, ma la notizia è stata resa nota solo adesso. La bambina si trovava a Santa Marta, sul Mar dei Caraibi, e, come riportato dalla sua famiglia, trascorreva gran parte delle sue giornate giocando in piscina. A un certo punto ha cominciato a lamentare un mal d’orecchio sempre più intenso, febbre e attacchi di nausea. Sintomi che non avevano allarmato i sanitari, che le avevano diagnosticato una semplice otite. Le cose non sono tuttavia migliorate, con la piccola che non riusciva ad alzarsi dal letto e costretta al buio a causa del dolore agli occhi provocatole dalla luce. Da qui le prime convulsioni, il ricovero in ospedale e infine la morte, il 28 luglio.
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Solo successivamente i medici sono riusciti a individuare le cause del decesso identificandole in una meningoencefalite causata dalla Naegeria fowleri, un’”ameba mangia cervello” entratale nel naso mentre nuotava.
Il termine, gergale, indica la capacità del parassita di penetrare nei tessuti cerebrali e di distruggerli, causando un’infezione acuta e fulminante rarissima ma con esiti quasi sempre letali. La causa è l’inalazione per via nasale di qualche goccia d’acqua, in un lago o in una piscina poco pulita, anche se talvolta può essere presente anche nell’acqua di rubinetto. Bere dell’acqua infetta non è invece sufficiente per contrarre la malattia.
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Le infezioni negli esseri umani sono estremamente sporadiche: il Center for Disease Control and Prevention (Cdcp)stima che solamente tre persone all’anno negli Stati Uniti la contraggano. I pochi sfortunati, però, sono segnati, o quasi: il Cdcp ha evidenziato che dal 1962 solo quattro pazienti su 154 sono sopravvissuti dopo essere stati contaminati.
La Negeria fowleri è un organismo unicellulare – un protista – che predilige ambienti di acqua dolce e calda, che si nutre principalmente di batteri e che può colpire anche l’uomo introducendosi nel suo sistema nervoso centrale […] L’insorgenza dei sintomi avviene in media entro cinque giorni dal contagio
[…] In Europa questo protozoo è stato avvistato raramente. I casi accertati sono solo due, il primo nella Repubblica Ceca nel 1998 e nel 2006 in Portogallo. In Italia non sono mai stati registrati episodi di contaminazione. […]
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