DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE…
1 - LA SFIDA AI PETROLIERI DEL PAPA “VERDE” DOPO L’ENCICLICA L’IRA DEI CONSERVATORI
Marco Ansaldo per “la Repubblica”
PAPA BERGOGLIO CON IL ROSARIO COME ORECCHINO
«Ma tu lo sai che a me il “ lio ” (il caos) piace. La bozza uscita sui media non è poi diversa dall’originale, solo un paio di cose diverse. Sono molto contento del lavoro fatto sull’Enciclica». Così ieri Francesco si è espresso con uno dei suoi fedelissimi commentando la pubblicazione anticipata della Laudato si , il primo documento interamente a sua firma.
Il Papa è già concentrato sul lancio della sua enciclica “verde”. Tra pochi giorni cominceranno interviste, incontri, conferenze sulla sua opera. Francesco non si sottrarrà dal parlarne a luglio nel viaggio in Ecuador, Bolivia, Paraguay. E il “tour vaticano” sull’Enciclica papale sarà lungo, almeno tre mesi, terminando a settembre negli Stati Uniti quando il Papa affronterà i temi della Laudato si anche all’Onu a New York, ospitato da uno degli sponsor più accreditati della sua Enciclica, il segretario generale dell’Onu, Ban Ki Moon.
Molto chiari i punti del Pontefice sulle cause di inquinamento del mondo: riscaldamento globale, decrescita, scarsità di risorse (acqua, fonti energetiche). L’accusa di Bergoglio va soprattutto ai “combustibili fossili”: petrolio, carbone e gas, fonti di energie non sostenibili e inquinanti, che finiscono per essere usate contro gli ultimi, i “poveri” come dice nel testo.
Francesco per ben sei volte parla degli “esclusi”. Una, addirittura, di “lavoratori ridotti in condizione di schiavitù”.
jeb bush annuncia la sua candidatura alle primarie repubblicane 4
Il Papa sa già che le reazioni del Partito repubblicano negli Usa, con candidati presidenziali come l’erede della famiglia di petrolieri texani Jeb Bush, e il più morbido Marco Rubio di origine cubana, non saranno entusiaste. Un altro grosso calibro dei conservatori, Rick Santorum, ha invitato Francesco a «lasciare i temi del cambiamento climatico agli scienziati». Ma il Papa punterà sul rapporto tra religione e scienza, tralasciando la politica.
La felicità di Bergoglio per il lavoro concluso e la diffusione della sua opera non vogliono dire che in Vaticano non ci siano contraccolpi per l’uscita a sorpresa dell’Enciclica, pubblicata lunedì pomeriggio sul sito de L’Espresso , e ripresa la mattina dopo sulle prime pagine dei quotidiani italiani e stranieri. Irritazione della Sala stampa vaticana per la violazione dell’embargo, decretato fino al 18 giugno.
E contromisura durissima: sospeso l’accredito, «a tempo indeterminato », al giornalista che ha presentato online la bozza. Il Vaticano avrebbe anche individuato l’ufficio responsabile della fuoriuscita del documento, plico scartato dalla Tipografia vaticana, tenuta ora sotto tiro. Operazione non di un alto prelato, ma di un impiegato.
Francesco intanto ha fatto arrivare il testo finale a tutti i vescovi, in modo che le varie conferenze episcopali possano leggerlo due giorni prima della diffusione ufficiale: ha accompagnato l’invio con due righe di suo pugno, parlando della “comunione” che lo lega ai vescovi e motivando così la decisione di inviarlo a tutti loro.
L’irritazione vaticana è dovuta soprattutto alla considerazione che l’uscita anticipata possa attenuare la forza dell’Enciclica. Secondo alcune interpretazioni, circolate sul web, lo scoop potrebbe essere stato favorito da ambienti conservatori, contrari all’azione del Pontefice.
È nota l’opposizione a Bergoglio di alcuni cardinali americani, oggi non in linea con la direzione riformista impressa dal Papa alla Curia. Altri dettagli. Francesco ha lavorato a lungo sulla propria bozza, scrivendola in spagnolo, dopo aver letto e riflettuto sugli spunti fornitigli da alcuni ispiratori scelti tra filosofi, economisti, teologi.
RICK SANTORUM E LA MOGLIE KAREN
Come Jeffrey Sachs, esperto di economia sociale e cambiamenti climatici. Un altro, più volte citato nella Lettera, è il Patriarca ecumenico di Costantinopoli, Bartolomeo I. E in una certa misura anche il pensatore brasiliano Leonardo Boff, uno dei più importanti esponenti della cosiddetta Teologia della liberazione in America Latina.
2 - I CONSERVATORI USA CONTRO IL PAPA
Paolo Mastrolilli per “la Stampa”
«Il Papa dovrebbe impicciarsi degli affari suoi». Non erano ancora uscite le anticipazioni della nuova enciclica di Francesco sul clima, quando il senatore dell’Oklahoma James Inhofe gli aveva offerto questo consiglio, che inquadra bene la durezza dello scontro in corso fra i conservatori americani e il Pontefice. Una divergenza che tocca anche altri temi, dalla riproduzione alla lotta alla povertà, ma è destinata ad emergere in maniera aperta quando “Laudato Si” sarà pubblicata.
Inhofe viene da uno Stato produttore di petrolio, ha ricevuto nella sua carriera almeno 2 milioni di dollari in finanziamenti elettorali dall’industria estrattiva, ed è noto come il più determinato negazionista del riscaldamento globale. Lo scorso inverno, per provare che non esiste, aveva lanciato una palla di neve nell’aula del Senato. Però è presidente della Commissione Ambiente, e come tale ha un impatto sulle decisioni prese dal Congresso in questo campo.
Inhofe non è il solo a pensarla così. Il ceo della Exxon, ad esempio, non accetta l’esistenza del riscaldamento globale, e al momento l’unico dei 26 candidati presidenziali repubblicani ad averlo ammesso è il senatore della South Carolina Lindsey Graham, che nei sondaggi fatica a superare l’1% di gradimento.
Il presunto favorito, Jeb Bush, viene da una famiglia che ha costruito la propria fortuna sull’estrazione del petrolio, e pochi giorni fa ha detto che «chi ritiene risolto in maniera definitiva il dibattito sui cambiamenti climatici è un arrogante». In questa maniera Jeb, convertito al cattolicesimo per seguire la moglie messicana Columba, ha dato di fatto dell’arrogante al suo Papa. E ieri, parlando nel New Hampshire, ha aggiunto che «non prenderò ordini dal Pontefice».
E’ una questione molto seria, per i fedeli conservatori. Ad esempio l’ex senatore Santorum, altro candidato presidenziale, ha avvertito che si riserverà il diritto di distinguere fra le dichiarazioni fatte da Francesco in materia teologica, su cui è infallibile, e quelle politiche, dove può sbagliare come un qualunque essere umano e quindi non va necessariamente obbedito.
Il problema però è che l’enciclica del Papa si basa proprio sulla teologia, e in particolare sul fatto che la Terra è stata creata da Dio e offerta agli uomini, che quindi hanno il dovere di proteggerla e restituirla intatta, quando Dio lo deciderà.
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