DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO…
1 - BERLINO: BILD, PROFUGO PACHISTANO PRESUNTO ATTENTATORE
(ANSA) - La Bild online, citando ambienti impegnati nelle indagini, scrive che il presunto attentatore di ieri sera sarebbe un giovane pachistano di 23 anni. La Dpa riporta che, secondo quanto hanno finora ricostruito le autorità, il giovane sarebbe arrivato in Germania nello scorso febbraio attraverso la rotta balcanica. Secondo quanto riferisce la Zdf, il presunto attentatore avrebbe "abbandonato il tir dopo l'azione fuggendo in direzione est". È stato però individuato e inseguito da alcuni testimoni che hanno avvertito la polizia. L'uomo ha attraversato il Tiergarten, grande parco al centro di Berlino, ed è stato poi bloccato dalla polizia all'altezza della Colonna della vittoria, a poco più di un chilometro di distanza dal luogo della strage.
2 - IL CAMIONISTA KILLER
Maria Serena Natale per il Corriere della Sera
La notte di Berlino è paura, incredulità, ipotesi e frammenti di notizie. Attacco deliberato, dice la polizia senza lasciar trapelare altri dettagli. Dal ministero dell'Interno come da quelli di Esteri e Giustizia arrivano invece inviti alla cautela: impossibile confermare subito la matrice terroristica. Tutta da verificare la rivendicazione del sedicente Stato islamico rilanciata dai mezzi d'informazione internazionali.
Secondo le prime ricostruzioni le persone a bordo del camion sono due. Un uomo morto all'interno del veicolo lanciato sul mercatino di Natale di Breitscheidplatz. Sedeva al posto dell'accompagnatore, sarebbe rimasto ucciso nello schianto. Secondo dichiarazioni del portavoce della polizia si tratterebbe di un cittadino polacco: l'autista titolare del tir sequestrato dal presunto attentatore?
Il conducente (potrebbe essere ceceno o pachistano), che nei racconti dei testimoni non ha mai cercato di frenare prima di finire sulla folla del mercato, avrebbe invece tentato la fuga: precipitatosi all' esterno dell' abitacolo si sarebbe diretto verso lo zoo. Potrebbe essere il sospetto fermato nella notte dagli agenti a poca distanza dal luogo dell'attacco, vicino al Kurfürstendamm, il viale dell'eleganza cuore della vita notturna berlinese tra Otto e Novecento, gallerie d' arte e caffè letterari.
Tiergarten, zona blindata. Dopo la cattura, la polizia ha comunque escluso «altre situazioni di pericolo» nei pressi della Breitscheidplatz. Di certo, i servizi tedeschi erano da tempo in allerta e lo scorso novembre il Dipartimento di Stato americano aveva diramato un allarme viaggi in base a «informazioni attendibili» sulla possibilità di attacchi nel periodo natalizio. Tra gli obiettivi sensibili, proprio i mercatini. La stessa Casa Bianca ieri sera condannava «quello che pare un attacco terroristico».
Il tir, immatricolato a Danzica, apparterrebbe a una compagnia di trasporti registrata a Stettino, nel Nord-Ovest della Polonia. Partito dall' Italia, doveva consegnare il suo carico di telai in acciaio nella capitale tedesca e prendere la via del ritorno dopo la pausa contrattuale dell' autista, un familiare del direttore della società che, raggiunto in serata dalle tv polacche, si è detto certo della totale estraneità del cugino: autista di vecchia data, secondo l' itinerario stabilito non avrebbe avuto alcun motivo di entrare nel centro di Berlino. Alle 16 di ieri la compagnia ha perso i contatti con il mezzo, che potrebbe essere stato rubato dall' attentatore.
Il sospetto è che si tratti del piano architettato ancora da un cane sciolto radicalizzato in Occidente e «istruito» online dagli ideologi del Califfato e di Al Qaeda attraverso la gigantesca macchina di propaganda dei terroristi. Entrambe le organizzazioni hanno esortato i seguaci nei Paesi occidentali a colpire con camion luoghi densamente affollati. E simbolici. Come il centro di Berlino o, stessa dinamica, la Promenade des Anglais sul lungomare di Nizza, 14 luglio 2016, 86 vittime e trecento feriti.
3 - DUE CELLULE ATTIVE E L’ORDINE DELL’ISIS
Fiorenza Sarzanini per il Corriere della Sera
«Un camion non desterà sospetti ma farà più danni di un caccia e una carneficina di non credenti»: era questo il passaggio cruciale dell' articolo intitolato «Tattiche di terrore» e pubblicato un mese fa sul numero di Rumiyah, la rivista ufficiale dell' Isis. Un messaggio chiaro che Mario Parente, il direttore dell' Aisi (l' Agenzia informazioni e sicurezza interna), aveva sottolineato il 30 novembre scorso durante un incontro organizzato dall' Arma dei carabinieri sul terrorismo internazionale.
Lanciando un avvertimento preciso: «Penso che l' Italia possa essere teatro di pianificazioni terroristiche complesse, sul modello di quelle francesi o belghe. Con operativi addestrati, in qualche modo inviati dal Daesh e supportati da remoto», cioè dalla struttura che si trova in Medio Oriente. Città d' arte e mercati La decisione di potenziare ulteriormente i controlli in tutta Italia era stata presa due giorni fa, durante il primo Comitato per l'ordine e la sicurezza presieduto dal neoministro dell' Interno Marco Minniti.
Misure di protezione che in vista del Natale si concentrano naturalmente su tutti i luoghi dove si affollano i cittadini come i centri commerciali, i luoghi di ritrovo. Ma anche quelli di richiamo per i turisti, quindi le piazze e le strade delle città d' arte, i monumenti.
Già ieri sera, poco dopo la conferma dell' attentato a Berlino, è stata diramata una comunicazione urgente per la «difesa» delle vie di accesso ai mercatini e alle celebrazioni religiose. Una disposizione che ricalca quella presa ormai mesi fa dal capo della polizia Franco Gabrielli che aveva deciso la chiusura di via della Conciliazione, a Roma, proprio per evitare l'accesso non filtrato a piazza San Pietro.
I RISCHI ALL' ESTERO
L'attentato di Berlino ha colpito l'area di Charlottenburg nei pressi del Breitscheidplatz. Ieri sera sul sito ufficiale della Farnesina è apparsa la raccomandazione di «evitare la zona, tenersi informati sui media sugli sviluppi della situazione e seguire le indicazioni delle autorità locali». La situazione appare preoccupante anche in altre capitali europee, le festività imminenti certamente aumentano il rischio che i fondamentalisti possano colpire altrove in un' offensiva a distanza di tempo ravvicinata, come accaduto già nei mesi scorsi in Francia e in Belgio.
Del resto i servizi di intelligence europei e statunitensi sono concordi nel ritenere che le difficoltà patite dal Califfato in Medio Oriente con la conquista di numerose città finora dominate dall' Isis, aumentino il pericolo che la pianificazione di un attacco possa riguardare proprio uno Stato occidentale. E l' Italia rimane in cima alla lista dei Paesi a rischio. Per questo oggi al Viminale si riunirà nuovamente il Comitato e non è escluso che dal ministero degli Esteri vengano diramati altri «allerta» anche rispetto ad alcune mete estere.
I «LUPI SOLITARI»
Nella sua ultima relazione Parente è stato esplicito: «Con la sconfitta progressiva dello Stato Islamico avremo il problema del ritorno delle migliaia di foreign fighters . Molti torneranno demoralizzati. Altri no, perché si sono arruolati, da quanto sappiamo, solo per motivi economici. I combattenti stranieri tenteranno di tornare nei propri Paesi. Avremo sicuramente il problema dei tanti che rientreranno in Europa, un problema che si affianca a quello dei lupi solitari già presenti nel nostro Paese».
Poi aveva messo in guardia circa «l'attivazione sul nostro territorio di piccole cellule, che potrebbero trovare nel rientro nel nostro Paese un momento di fusione tra la mera volontà di passare all' azione, e l' esperienza dei foreign fighters che rientrano. A fine ottobre due cellule operative sono entrate in Italia arrivando in Puglia a bordo di piccole imbarcazioni, ma sono state tracciate e individuate». Per questo sono stati intensificati i controlli sulle rotte marittime e soprattutto alle frontiere terrestri, via d' ingresso più agevole per chi vuole entrare nel nostro Paese senza essere sottoposti al controllo dei documenti.
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