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"LA NUDITÀ È IL MIO LAVORO. MA NON HO MAI DATO IL CONSENSO PERCHÉ IL MATERIALE POTESSE DIVENTARE PROPRIETÀ DI CHIUNQUE" - L'ATTRICE SILVIA GALLERANO, CHE NELLO SPETTACOLO "MERDA" RECITA SENZA VESTITI, SI STUPISCE CHE I FILMATI DEI SUOI SPETTACOLI SIANO FINITI SUI SITI HOT SENZA IL SUO PERMESSO - LA DENUNCIA NON HA PORTATO A NULLA: " È STATO PRESUPPOSTO IL NOSTRO CONSENSO ALLA NUDITÀ. E QUINDI NON SI È POTUTO PROCEDERE" - I COMMENTI DEI PIPPAROLI AGLI SPETTACOLI DI GALLERANO: "AH, LE TETTE LE REGGONO MA NON ANCORA PER TANTO"
Estratto dell'articolo di Giulia Boero per “la Repubblica”
"Ho fatto della nudità il mio lavoro, ma non ho mai dato il consenso perché quel materiale potesse diventare di proprietà di chiunque ed essere diffuso anche sui siti porno". Silvia Gallerano è la prima attrice italiana ad aver vinto, con lo spettacolo "La Merda", il più alto riconoscimento per attori e attrici all'Edinburgh Festival Fringe.
Insieme ad altre colleghe, e con l'aiuto dell'Associazione di attrici Amleta, già nel 2020 aveva denunciato il furto dei suoi video con nudi scenici presi dalla rete, decontestualizzati e poi condivisi su Pornhub e AzNude, per citare alcuni siti.
«Proprio per la natura dello spettacolo, in cui sono integralmente nuda, ho pubblicato video in cui la nudità era presente ma non troppo. Per cui io quel materiale lo rivendico. Ma per altre attrici è stato diverso. A volte, per esempio, le loro scene di nudo sono state caricate dal regista sul sito del teatro senza il loro consenso».
A cosa ha portato la denuncia?
«C'è stata difficoltà a procedere, nonostante Amleta e i loro contatti con le avvocate. Io non ho mai scritto al singolo sito per chiedere la rimozione dei video, ho lasciato che si muovesse la giustizia. L'Associazione ha provato a chiedere il sequestro dei siti; ma a causa del fatto che le immagini erano già state caricate sulla rete, è stato presupposto in automatico il nostro consenso alla nudità. E quindi non si è potuto procedere. [...]».
Su quali siti ha trovato il video?
«Su diversi canali. Tutti i video per cui siamo state coinvolte sembrano postati inizialmente dalla stessa persona, ma poi sono diventati virali. Un paio d'anni fa per curiosità ho provato a fare una ricerca digitando "Silvia Gallerano porno": era ancora presente, anche su PornHub.
Avendo fatto della nudità un lavoro, non ho avuto bisogno di restare anonima; anzi, ho denunciato subito il fatto pubblicamente, con il mio nome.[...]».
Cosa ha provato?
«Da anni lotto contro la censura dei social media: sostengono che le immagini di promozione dello spettacolo siano pornografiche solo perché è presente del nudo. Ho avuto account cancellati, sono stata accusata di pornografia, bannata da Facebook. E poi scopri che quella stessa immagine è presente su un sito porno, ma senza il tuo consenso. Non è piacevole. In più, i video sono pubblicati accanto a commenti scritti dalla persona che quel contenuto l'ha diffuso.
Nel mio caso, per esempio, si leggeva: "Ah, le tette le reggono ma non ancora per tanto". [...]».
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