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SANITÀ DA RICOVERO - LA RIVISTA INTERNAZIONALE DI MEDICINA “THE LANCET” VERGA UN DURO EDITORIALE SULL'ARRETRATEZZA DEL SISTEMA SANITARIO ITALIANO, TRA DISPARITÀ TRA REGIONI RICCHE E POVERE, INIQUITÀ DELLE CURE E FALLIMENTO DELLA MEDICINA DIGITALE: “OSPEDALI E STRUTTURE SANITARIE SI AFFIDANO A SISTEMI DI RACCOLTA DEI DATI INCOMPATIBILI FRA LORO E VETUSTI. LA RIFORMA DELL’AUTONOMIA DIFFERENZIATA MINACCIA DI PEGGIORARE LA SITUAZIONE, ACUENDO LE DISPARITÀ TRA LE REGIONI"

https://www.repubblica.it/cronaca/2025/01/05/news/lancet_sanita_italia_oggi-423920741/ 

Elena Dusi per “la Repubblica”

 

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Disparità tra Regioni ricche e povere, iniquità delle cure, fallimento della medicina digitale.

[…] Una bandiera tricolore si staglia sulla copertina di The Lancet , con uno sfondo di nuvole, ad accompagnare l’editoriale che la rivista internazionale di medicina, nella sua sezione europea, dedica al nostro Paese.

 

Il j’accuse “Il sistema dei dati sanitari italiani non funziona” è rivolto contro una sanità spezzatino, con le Regioni che non riescono nemmeno a comunicarsi dati e informazioni utili a curare i pazienti, figuriamoci a muovere in avanti la ricerca. L’Italia si ritrova immersa in una sorta di feudalesimo in cui «ospedali e strutture sanitarie si affidano a sistemi di raccolta dei dati incompatibili fra loro e vetusti, che rendono impossibile il trasferimento di referti e immagini diagnostiche anche all’interno di una stessa città».

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Ogni anno la necessità di ripetere gli stessi esami due volte — perché un paziente viene curato in strutture o Regioni diverse, incapaci di leggere l’una i referti dell’altra — costa all’Italia 3,3 miliardi, spiega Pooja Jha, direttrice di Lancet Regional Health—Europe . […] Il numero di studi scientifici autorizzati oggi, ricorda la rivista medica, è il 15% rispetto al 2009.

 

Su questo panorama già parcellizzato incombe la riforma dell’autonomia differenziata, che «minaccia di peggiorare la situazione, acuendo le disparità tra le Regioni ». Non è un caso che le 7 Regioni oggi sottoposte a un piano di rientro delle spese sanitarie siano tutte al Centro-Sud (Abruzzo, Calabria, Campania, Lazio, Molise, Puglia e Sicilia) e che il rispetto dei livelli sanitari di assistenza sia garantito solo in Regioni del Centro-Nord (unica eccezione la Puglia).

 

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[…] «Ancora oggi il fascicolo sanitario in Italia è gestito dalle Regioni in modo autonomo e disomogeneo» lamenta Raffaele Bugiardini, professore di cardiologia dell’università di Bologna e segretario della commissione di Lancet . sulle disparità di trattamento delle malattie cardiovascolari.

 

Questo impedisce a uno studio scientifico di estendere i suoi orizzonti al di là di poche migliaia di pazienti. Né permette a un paziente che decida di curarsi in un’altra Regione o che finisca in pronto soccorso di utilizzare diagnosi ed esami effettuati in passato. «È sicuramente un’anomalia» secondo Bugiardini. «I paesi del Nord Europa hanno una banca dati centrale consultabile da ciascun medico autorizzato».

 

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Oggi vediamo i frutti di questo spezzettamento nel mancato decollo del fascicolo sanitario elettronico, lo strumento che secondo Lancet potrebbe finalmente unificare la storia di un cittadino per quanto riguarda malattie, esami e terapie[…]

 

Spiega Bugiardini che «gestire la sanità vuol dire gestire molti soldi. È chiaro che le Regioni non vogliano cedere questo potere». Per la sanità digitale, ricorda la rivista, l’Italia ha speso 1,8 miliardi nel 2022: il 7% in più dell’anno precedente. «Ma resta un mistero se questi fondi siano stati spesi e come siano stati usati». […]